Paolo Simoni ci racconta l’album ‘Anima’, in uscita venerdì 5 febbraio. Un album controcorrente, che lascia al centro il pianoforte.

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Venerdì 5 febbraio esce Anima, il nuovo album di inediti del cantautore Paolo Simoni (qui ci racconta il singolo Porno Società).

Pubblicato da Riservarossa Records e distribuito da Warner Music, Anima è un disco piano e voce composto da dieci brani. Ogni canzone analizza diversi aspetti della società attuale e della vita individuale. Un album tutto da scoprire anche nella vena cantautorale più classica come emerge in particolar modo nei L’anima vuole, canzone impreziosita dalla partecipazione di Roberto Vecchioni.

«Sono pazzo perché mi piace generare autoironia e ho fatto una scelta controcorrente. – ci dice Paolo Simoni – Credo però che così si dovrebbero fare i dischi. La musica ormai è gassosa, è mercificazione di qualcosa che in tre minuti si consuma e che, esclusi i grandi big, in tre settimane passa. Tutto è valorizzato dai talent e dalla televisione, e anche la musica è diventata scarto. Una situazione che crea danni indescrivibili per gli artisti veri, che sono tantissimi in questo paese. Se non si va in tv e se non si fa la musica richiesta dai signori del mainstream si viene penalizzati».

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Questa premessa di Paolo Simoni è fondamentale per capire Anima, che è un album nato per essere ascoltato. Le dieci tracce analizzano quotidianità e società con testi mai banali, anche quando si soffermano su affetti e situazioni scontate e comuni.

«Spesso si sentono lavori di dubbio gusto e di dubbio valore artistico, e lo dico da musicista. – ci dice ancora Paolo – E si vede, perché durano poco anche se funzionano tanto. Incassano. Questo disco è una risposta a tutto questo. Quindi sono un pazzo: ho fatto un disco fisico, anche in vinile. Sono innamorato della canzone, della parola, della musica e del pianoforte. Non basta criticare il sistema, bisogna anche cercare di cambiarlo. Per me è un grido che lancio: torniamo a fare dischi in modo più genuino. È un disco senza editing, ho affittato un teatro e registravo ogni giorno fino a quando non trovavo la versione che mi apparteneva di più».

Il titolo, Anima, in questo senso rappresenta a pieno l’essere di questo progetto, che è «nudo, minimalista, scarno». E che, soprattutto, «lascia spazio al pianoforte, che io chiamo il re».

La prima traccia – L’Anima Vuole – un po’ raccoglie il concept del disco ed è arricchito dalla presenza di Roberto Vecchioni.

«I brani in cui non parlo di me ma degli altri sono un punto di orgoglio per me. L’Anima Vuole è un brano che parla di tutti noi, della nostra intimità, sia come società che come individui. L’anima però soffre se la quotidianità le uccide. È una canzone importante e a Vecchioni era piaciuta. Mi disse lui che voleva cantarci sopra. L’ho corteggiato per mesi».

Tutta la tracklist, però, è ricca di anima.

«Sono andato a cercare l’anima di ogni argomento. – ci dice infatti il cantautore – In ogni brano c’è un’anima che cerca di essere protagonista della scena, era un’intenzione e un esercizio per me».

«L’arte e la musica sono una cosa seria. – conclude Paolo – Dipende da come affronti la vita stessa. Un artista cos’è? È un uomo come gli altri che si occupa di qualcosa che ha a che fare con la bellezza. Per me è la base, poi ci vuole lo studio. Oggi non viene insegnato questo. Spesso e volentieri vengono date pacche sulle testa ai ragazzi più che degli aiuti. Questa secondo me non è arte. So cosa vuol dire prepararsi e soffrire per riuscire a raggiungere qualcosa. Non voglio vendere queste cose. Mi piacerebbe trasmettere anche questo ai ragazzi, ma sono sempre sotto attacco e la colpa è degli adulti che li usano come merce».