Arti visive, spettacolarizzazione e intrattenimento: Luca Toscano e Sossio Pezzella ci raccontano la realtà di Artech e Artled.

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Artech e Artled sono due realtà estremamente interconnesse a cui fanno capo rispettivamente Luca Toscano e Sossio Pezzella. Artech si occupa di effetti speciali reali e soluzioni spettacolari: è una società fondata nel 2015 guidata da Luca Toscano, di cui è anche l’unico proprietario. Artled si occupa di tecnologie e progetti speciali con tecnologie video ed arti visive: è stata fondata nel 2020 da entrambi ed è guidata da Sossio Pezzella.

Artled è il frutto dell’attività di business angel che Luca Toscano ha iniziato durante la pandemia con l’intento di creare altre realtà giovani, dinamiche, innovative e comunque uniche con persone fantastiche, proprio come Sossio. Ce ne hanno parlato Toscano e Pezzella, mostrandoci anche i possibili scenari futuri dell’arte visiva e delle loro soluzioni spettacolari.

Come nascono Artech e Artled e con quali obiettivi?
Luca Toscano: «Artech nasce con l’obiettivo di fornire effetti speciali reali e soluzioni spettacolari per l’entertainment, Artled particolari tecnologie video ed arti visive. Insieme vogliono diventare un punto di riferimento per il fattore wow di un progetto e per la trasformazione di un’idea, spesso inedita, in un progetto reale».  
Sossio Pezzella: «Parlo a nome del gruppo, Artech e Artled sono nate dalla nostra passione per la tecnologia e l’arte di spettacolarizzare, con l’obiettivo di creare esperienze immersive allo stato puro che superino le aspettative del pubblico».

Artech, Artled e le nuove tecnologie

Artech è nota per gli effetti speciali e anche per gli show di droni. Artled invece per le installazioni visive d’avanguardia. In che modo le nuove tecnologie implementano il vostro lavoro artistico?
LT:  «Il lavoro in realtà è proprio quello di contestualizzare le tecnologie, conoscerle, trasformarle, integrarle. Mettiamo in scena le idee dei team creativi dei nostri clienti, ispirandoli e mostrando loro le migliori tecnologie disponibili per poi occuparci spesso della realizzazione e dello sviluppo dell’intero progetto tecnico». 
SP: «Da noi in Arteld pensiamo che le nuove tecnologie siano il fulcro del nostro lavoro, permettendoci di spingere i limiti dell’arte visiva». La sfida più grande è talvolta immaginare la resa di tecnologie non ancora sviluppate o nate per altri scopi e adattate ai nostri progetti, questo li rende unici e potenti».

Quali sono le sfide maggiori?
LT: «Le sfide dipendono sempre molto dagli obbiettivi. Spesso vi sono più attori e tecnologie in gioco e personalmente credo che sia fondamentale la loro integrazione e sincronizzazione. Avere la capacità di fondere armoniosamente il tutto affinché risulti coerente con il racconto e seguire uno specifico trattamento estetico è fondamentale per non rischiare di diventare banali. Ma anche mantenere gli equilibri tra gli stakeholders in un mercato magnificamente vanitoso che vive di logiche non scritte, particolari e radicate (non solo in Italia, ma in tutto il mondo) è una bella sfida». 
SP: «La sfida più grande è talvolta immaginare la resa di tecnologie non ancora sviluppate o nate per altri scopi e adattate ai nostri progetti, questo li rende unici e potenti».

Gli sviluppi futuri

Tra i progetti a cui avete lavorato, quale vi rende più orgogliosi?
LT: «Tutti i progetti sono importanti. Tra i progetti che mi rendono più orgoglioso con Artech c’è sicuramente il programma televisivo Eurovision Song Contest e il primo volo con droni della storia su una meraviglia del mondo moderno: Il Colosseo per Roma-Expo 2030. Per Artled metto al primo posto il progetto di Costa Smeralda Sanremo 2024 per l’output finale in tempi record». 
SP: «Tutti i nostri progetti sono unici nel loro genere. Sicuramente il recente progetto per Costa Crociere è un momento di svolta per noi, segnando la nostra capacità di gestire eventi di grande scala ed elevato livello di complessità».

Quale, secondo voi, è il potenziale delle vostre realizzazioni e quali possono essere i suoi sviluppi?
LT: «Il più grande potenziale delle nostre realizzazioni ed anche il motivo per cui ho scelto questo lavoro è la potenza comunicativa che trova applicazione proprio in ogni settore. Tutti hanno bisogno almeno una volta di intrattenere, raccontare qualcosa o stupire ed emozionare qualcuno e noi abbiamo tantissimi strumenti per farlo bene. Sia per output reali ma anche e soprattutto digitali. Gli sviluppi sono infiniti e dipendono dalla capacità di trasformare, integrare, contaminare e adattare le tecnologie ed i linguaggi». 
SP: «Crediamo che il potenziale delle nostre realizzazioni sia illimitato, con la possibilità di esplorare nuovi ambiti e tecnologie per creare esperienze sempre più coinvolgenti e innovative grazie alle quali i nostri clienti possono creare un punto di rottura con le tradizionali attività del passato».

Arte visiva, musica e tecnologia

Tra i vostri lavori c’è anche molta musica (Eurovision e Sanremo): in che modo la vostra arte e la musica si contaminano a vicenda?
LT: «L’industria musicale è in continuo mutamento. Gli album non sono più il fulcro dei guadagni per gli artisti. Oggi, il vero business si trova nei live-show. I concerti sono diventati non solo un luogo di ascolto, ma anche di condivisione. I fan sono molto esigenti ed in più immortalano ogni momento con foto e video, diffondendo su piattaforme social l’energia e l’atmosfera del live. Per questo, creare uno show Instagrammabile, ovvero visivamente impattante, è diventato fondamentale. Se prima bastava una buona esibizione dal vivo per soddisfare il pubblico, oggi gli artisti si trovano di fronte alla sfida di creare esperienze uniche, coinvolgenti e innovative, capaci di distinguersi in un mercato saturo di contenuti».

Si è innescata una sorta di competizione?
LT: «Sì, sana competizione nel voler offrire il miglior show non solo in termini di qualità musicale, ma anche di produzione scenica, effetti speciali, interattività e creatività nel design del palco e dello show. Nei concerti gli effetti speciali vengono spesso utilizzati in momenti chiave, magari durante l’apice di una canzone fungendo da catalizzatore, enfatizzando quel momento e rendendolo ancora più memorabile. Rievocano scenari e toccano gli spettatori in maniere difficili da replicare con il solo ausilio delle tecnologie luminose. L’urlo del pubblico in risposta allo sparo di coriandoli, l’accensione di una fiamma o di fuochi d’artificio non è solo una manifestazione di sorpresa o entusiasmo; è una testimonianza viscerale dell’immensa potenza emotiva e comunicativa di queste tecnologie».
SP: «La musica è una componente fondamentale nel nostro lavoro, agendo come un catalizzatore per le nostre creazioni. La sinergia tra suono, video ed effetti speciali, amplifica l’esperienza sensoriale, creando momenti indimenticabili».