Si rinnova l’allestimento della Casa di Giulietta che, dal 6 marzo 2024, accoglie il dipinto di Cosroe Dusi ‘Giulietta e Romeo’ restituito al pubblico dopo quasi 200 anni dalla sua unica apparizione.

Novità in arrivo per la Casa di Giulietta nel cuore della città di Verona. Acquisito dai Musei Civici cittadini, dal 6 marzo 2024 le stanze accoglieranno il dipinto del veneziano Cosroe Dusi, Giulietta e Romeo (1838), che torna esposto al pubblico a quasi due secoli dalla sua unica apparizione. L’opera, di grandi dimensioni – olio su tela, cm 218 x 164, raffigura Romeo che abbraccia Giulietta rivolgendole un tenero sguardo nello spazio intimo di un balcone o di un loggiato.

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Casa di Giulietta, Verona Sala del Balcone Archivio Fotografico dei Musei Civici Ph BAMSphoto

Solo recentemente rintracciato, il dipinto è stato acquistato nell’ambito di un progetto di riallestimento della Casa di Giulietta. E qui sarà esposto in via permanente, andando ad arricchire il percorso di visita del complesso museale.

“È nell’ambito del teatro e dello spettacolo dal vivo che la storia d’amore di Giulietta e Romeo, benché narrata in origine da una novella, incontra successo”. Così l’Assessora alla Cultura, Turismo, Rapporti con l’UNESCO del Comune di Verona, Marta Ugolini. “La Casa di Giulietta, in via Cappello a Verona, costituisce un esempio straordinario di casa museo. Allestita da Antonio Avena in stile neomedioevale sull’onda della crescente popolarità del mito. Anche Avena interpreta il luogo come una quinta teatrale su cui si svolge la vicenda dei due giovani”.

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Cosroe Dusi Giulietta e Romeo, 1838 ca Olio su tela, cm 218 x 164 Casa di Giulietta, Musei Civici di Verona Archivio Fotografico dei Musei Civici Ph BAMSphoto

“A due passi dal Teatro Nuovo, è il luogo ideale per accogliere l’opera di Cosroe Dusi – prosegue – che di nuovo propone una lettura teatrale della scena dell’incontro, dai due protagonisti alla ribalta al gioco scenografico delle luci che le illuminano. Ci auguriamo che i visitatori riescano a cogliere questo particolare sapore, melodrammatico e plateale, nel quadro di Dusi e nel contesto che lo circonda. Del resto, solo nel teatro ‘tutto è finto, ma niente è falso’”.

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L’opera di Dusi conobbe subito una straordinaria fortuna iconografica. Già nel 1841, infatti, comparve in un’incisione tratta da un perduto disegno di Lilburne Hicks, illustratore inglese che forse vide il dipinto di Dusi a Venezia. L’incisione fu in seguito utilizzata sia a corredo di libri e riviste sia in fogli sciolti, per poi circolare in forma di cartolina all’inizio del Novecento.

Il quadro, riscoperto dal professor Sergio Marinelli e studiato anche da Elena Lissoni e Fernando Mazzocca, rientra ora a Verona dopo il prestito a Bergamo per la mostra Tutta in voi la luce mia. Pittura di storia e melodramma.

Immagini da Archivio Fotografico dei Musei Civici Ph Stradiotto / Ph BAMSphoto da Ufficio Stampa