L’artista bolognese, premiato fra le altre cose nel 2009 dalla Guggenheim Foundation di New York, presenta la sua opera e la sua idea di Metaverso

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Federico Solmi in Ipotesi Metaverso: l’intervista

Proseguirà fino al 23 luglio la mostra di Palazzo Cipolla, Ipotesi Metaverso, una vera mostra evento che sta riscuotendo grandissimo successo nella Capitale: promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro e fortemente voluta dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, la mostra a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi propone al pubblico una serie di esperienze immersive e multisensoriali, mettendo in relazione artisti del passato e del presente e proiettando il tutto in un futuro che è ancora… un’ipotesi.

Tra gli artisti che hanno creato opere site-specific per Ipotesi Metaverso c’è anche Federico Solmi, bolognese trapiantato a New York che nelle sue opere propone sempre una visione distopica della società mixando realtà virtuale, video installazione, pittura, disegno e scultura.

In Ipotesi Metaverso Federico Solmi ha portato una serie di opere in cui c’è una video animazione, opere pittoriche e delle sculture in ceramica, più c’è un’installazione di virtual reality. Dalle parole dello stesso artista, la sua opera “rappresenta un mondo virtuale ancorato nel passato, il visitatore entrerà dentro una sauna dell’antica Roma in cui potrà interagire con grandi leader storici del passato, da Garibaldi ai padri fondatori americani, una installazione molto divertente che incrocia i mondi virtuali ma tutto quello che lo spettatore vedrà è fatto a pittura. C’è l’idea di unire gli spazi virtuali con la tradizione

Il metaverso per Solmi “è un mondo immaginario dove l’artista sta cercando di creare nuovi territori: lo spettatore potrà avere le stesse emozioni della visita in un grande museo

In passato Solmi aveva già affermato di trovare eccitante l’idea del Metaverso per la fruibilità ingigantita che offre alle opere d’arte, pensando anche all’impatto che questo ha sulle generazioni future di artisti.