Lo street artist anonimo Banksy ha colpito questa volta l’esterno della Royal Courts of Justice di Londra ma il suo murale è già stato oscurato.
Banksy ha colpito ancora e, questa volta, ha lasciato il suo inconfondibile segno sulle mura esterne dell’edificio londinese della Royal Courts of Justice. L’opera, comparsa il 7 settembre, incarna a pieno lo spirito provocatorio dello street artist che ne ha condiviso l’immagine sui social confermandone così la paternità. Come sempre, la didascalia è lapidaria. “Royal Courts Of Justice. London”, scrive a corredo del post.
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Neanche a dirlo, il murale è stato nascosto a poche ora dalla sua apparizione scatenando reazioni contrastanti sul web alla luce anche delle diverse possibili motivazioni che stanno alla base dello stesso. Stando alle informazioni in rete, la decisione di celare l’opera arriverebbe direttamente dal personale del tribunale e non sarebbe, quindi, da attribuirsi alle autorità giudiziarie. Restano, però, gli interrogativi: si tratta di un atto di censura o un tentativo di preservare l’opera da atti vandalici?
Cosa rappresenta il murale
Ma cosa rappresenta(va) il murale attualmente coperto da teli neri e barriere di metallo, oltre che sorvegliato da guardie e telecamere? L’opera raffigura un giudice in parrucca e toga che con il suo martelletto colpisce un manifestante mentre, a terra, solleva un cartello macchiato di sangue.
Sebbene non vi siano spiegazioni ufficiali, il riferimento sarebbe alla cronaca recente, anzi recentissima. Sabato 6 settembre, infatti, le forze dell’ordine hanno arrestato quasi 900 persone mentre protestavano a sostegno del movimento Palestine Action dopo che lo stesso è stato classificato come gruppo terroristico
L’immagine del giudice che colpisce il manifestante suona, dunque, a tutti gli effetti come un’accusa contro l’autorità giudiziaria, amplificata dalla posizione strategica sotto una telecamera di sorveglianza. Quasi a sfidare il controllo istituzionale. E la rapidità con cui l’opera è ‘sparita’ alla vista alimenta il dibattito sulla libertà artistica in spazi pubblici.
Immagini Instagram @banksy