Diversity in Bureaucracy è uno dei primi murales mangia-smog dei Paesi Bassi: sorge ad Amsterdam ed è stato realizzato da JDL.

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Si chiama Diversity in Bureaucracy il murale firmato dalla street artist JDL e presentato il 28 marzo 2021 ad Amsterdam. Si tratta di uno dei primi murale mangia-smog dei Paesi Bassi. Il murale è stato promosso da una cordata che vede capofila l’italiana Yourban2030 con Prince Bernard Culture Fund e Amsterdam Fund for the Arts.

Diversity in Bureaucracy rappresenta una danzatrice surinamese che balla in un vortice di documenti amministrativi del Comune di Amsterdam. Con il murale, JDL pone l’attenzione su temi come lo stare insieme, la disuguaglianza di classe e la burocrazia. Da qui il titolo: Diversità nella burocrazia.

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«Questo è stato l’anno di Black Lives Matter –  spiega JDL – ho visto il documentario Classes, sulle (dis)pari opportunità nell’istruzione, è così aumentata la mia consapevolezza della disuguaglianza nei Paesi Bassi, e da qui è nata l’idea di Diversity in Bureaucracy».

«Questo è uno dei primi murales nei Paesi Bassi realizzati con una vernice mangia-smog. – continua – Con quest’opera compenseremo le emissioni di quindici auto ogni giorno, per dieci anni. Quando la luce solare riflette sulla vernice, si verifica una reazione chimica.  Le sostanze più inquinanti vengono neutralizzate e trasformate in sali innocui, che possono essere lavati via dalla pioggia. Se posso fare arte e quindi anche purificare l’aria, allora non posso che esserne molto felice».

Diversity in Bureaucracy: le parole di Veronica De Angelis

A promuovere la cordata europea è Yourban2030, la no profit nata in Italia con l’obiettivo di coniugare i punti dell’Agenda 2030 con l’Arte, la valorizzazione del territorio, nuove tecnologie e nuove visioni di imprenditoria, basata sulla responsabilità sociale.

«Diffondere la cultura della sostenibilità attraverso l’arte è la nostra mission, e Judith ha raccolto immediatamente la sfida. – dichiara Veronica De Angelis, la Presidente di Yourban2030 – Come imprenditrice, per me tutto parte dall’esigenza di impegnare in prima persona le nostre risorse, per rivedere gli spazi urbani pubblici arricchendoli di nuovi respiri e di bellezza, di tecnologia e di arte».

«Oltre le parole, le azioni che abbiamo sviluppato e promosso in Italia e oggi in Olanda dimostrano fattivamente che è possibile attivare operazioni reali e concrete, passando dalle idee ai fatti. Hunting Pollution, Outside In, a Roma, e Diversity in Bureaucracy ad Amsterdam dimostrano che è possibile realizzare una riqualificazione reale degli spazi pubblici ad opera anche dei privati, da parte di un’imprenditoria che abbia a cuore la salute pubblica, come progettualità attuabile su larga scala, comprendendo la bellezza come mezzo di riscatto e benessere sociale condiviso. Questa secondo me è la nuova frontiera della responsabilità sociale d’impresa, che si può intraprendere anche attraverso sinergie internazionali e comunioni d’intenti pubbliche e private».