Ad ArtBasel di Miami colgo l’occasione per incontrare Lorenzo Fiaschi di Galleria Continua. Una realtà che tutto il mondo ci invidia e che è capace, anche in periodo di austerità come questo, di rappresentare la magia dell’arte attraverso proposte che rompono ogni barriera. Durante l’intervista a Lorenzo Fiaschi, socio fondatore di Galleria Continua, in questo acquario incredibile che è la fiera ArtBasel di Miami, irrompe Leonardo di Caprio e al sua ciurma alla ricerca di cose belle armati di curiosità e leggerezza.
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Lorenzo Fiaschi, Leonardo di Caprio Galleria Continua, Art Basel Miami, credits Revenews
(Revenews) Lorenzo, siamo qui a Art Basel di Miami. Abbiamo appena visto un ospite veramente speciale, Leonardo Di Caprio, nel tuo spazio, che continua a seguire le vostre attività dopo Londra. Questo romanticismo, di cui parlavamo prima, coinvolge e travolge.Cosa succede nella vostra testa quando preparate una fiera come questa?
(Lorenzo Fiaschi) Prima di tutto, non è che prepariamo molto. Andiamo molto a istinto e tentiamo sempre di portare la nostra identità, che sia a Miami, che sia a Abu Dhabi, che sia a Delhi, che sia a San Paolo. Quindi di rappresentare gli artisti che abbiamo che vengono dai cinque continenti.
Africa, Cina, Latin America, Cuba. Questo ci piace molto perché la cosa che credo sia importante oggi è amare le differenze. Quindi il lato romantico, se vuoi, è quello di dire che amando le differenze si cresce.
Purtroppo oggi succede una cosa molto triste, che vogliono farti paura dicendoti attenta a quello che è differente, che non è come te. Solo con il fatto che vogliono mettere in evidenza che ti possono proteggere. Invece no.
La differenza fa crescere, la differenza sviluppa un’umanità molto più interessante e, secondo me, calorosa. E l’arte, per me, è proprio un veicolo pazzesco, fantastico, che è come il vento. Se ne sbatte delle frontiere va al di là delle differenze e degli ostacoli.
La differenza fa crescere, la differenza sviluppa un’umanità molto più interessante
Quindi magari sarò troppo romantico, però io credo che l’arte veramente possa salvare il mondo. E se persone come Leonardo di Caprio o altre persone, insomma, lui è conosciuto, ma per me il valore dell’attenzione è orizzontale. Cioè, qualsiasi persona che si avvicina e sta attento a un messaggio culturale che arriva da un’anima africana, da un’anima latinoamericana, è bello.
È bello perché è lì che vuole crescere. E questo è il significato, per me, del lavoro che facciamo. Aiutare le persone a crescere di sensibilità.
Quali sono le domande che fa una persona come Leonardo di Caprio quando si avvicina a un’opera?
Beh, in questo caso lui non conosceva l’artista, ha fatto delle domande, intanto, di dov’era, chi era e il significato del suo lavoro, sia questo nel particolare e poi anche in generale. E niente, è anche il senso della curiosità che ha Leonardo di Caprio di avvicinarsi alla diversità.
E questo è bellissimo, no? Quando non conosci, chiedi, impari, vai via con qualcosa in più, un colore in più, un profumo in più. E questo è il senso, insomma, è la ragione per cui siamo qua. Perché la Fiera, alla fine, che cos’è? È un luogo dove permetti a tanti di avvicinarsi a tante opere, a tanti artisti.
È un grande salotto culturale.
(Revenews) San Gimignano, nella nostra piccola Italia, una bellissima Italia, un cinema trasformato in una galleria. Oggi andiamo a vedere un’artista che già proprio gli ami e ricostruisce dei paesaggi incredibili. Come hai incontrato questo artista (Ivan Capote)?
Ivan Capote l’ho conosciuto grazie a una cubana, Laura Salas Redondo, che è una curatrice. A parte Ivan Capote, a Cuba, devo dire, ci sono artisti incredibili. Probabilmente grazie alla resilienza, alla resistenza, a questo embargo imposto da 66 anni dagli americani, fa sì che gli artisti arrivano a esprimere concetti con mezzi nuovi in un modo potente.
E a San Gimignano abbiamo la mostra di Ivan Capote, che ha questi lavori anche con gli ami, che rappresentano in qualche modo… cioè, se ne serve per disegnare il mare. Quindi hai questo mare fatto dagli ami. Cuba, chiaramente, è un’isola.
Il mare è una frontiera. E il mare è una speranza, ma il mare per loro è anche un ostacolo di pericolo, pericolo di morte. Quindi questi ami, che da lontano sembrano un bel mare ondoso, con dei colori piacevoli, ti avvicini e trovi il pericolo.
Scopri degli ami. Ed è un po’ la realtà che vive Cuba in questo momento. Quindi, credo che Cuba ha bisogno di ponti, di relazioni culturali per poter aiutare, sostenerli per andare avanti in un modo diverso.
È un popolo che merita, è un popolo con grande cultura, musica, danza, letteratura, arte. Quindi questa mostra, una volta in più, oltre ad altri artisti cubani, dimostra quanto Cuba è culturalmente interessante.