Sono tanti i punti in comune con Squid Game

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Dopo Squid Game, una nuova serie sudcoreana sta catturando l’attenzione del pubblico. Si tratta di Hellbound, sempre su Netflix, creata da Yeon Sang-ho. Nata come webtoon, manga digitale, la storia parla di misteriose creature demoniache apparse in città.

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A Seoul regna il caos più totale. Esseri misteriosi appaiono per condannare agli inferi alcuni uomini, avvolgendoli in roghi mortali. In questa situazione, emerge l’organizzazione religiosa Nuova Verità, con a capo Jung Jinsu. Secondo il leader, solo i peccatori sono destinati alla dannazione, voluta dalla volontà divina per riportare gli uomini sulla retta via. C’è, però, chi non crede alla sincerità dell’associazione, come l’avvocata Min Hyejin, che cercherà di aiutare i condannati e di restituire il mondo agli esseri umani e non agli dei.

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I punti di contatto con Squid Game non sono pochi. C’è la presenza delle maschere: come i vip nascondevano il loro volto osservando i giochi mortali, anche in Hellbound c’è chi assiste al caos terreno indossando maschere grigie. Il tema del divario sociale anche qui non manca: gli unici a poter godere dell’anominato sono i più ricchi, gli unici in grado di difendersi per sfuggire al richiamo dell’inferno. E poi la violenza. Nella serie di Yeon Sang-ho le immagini sono cruente e non lasciano spazio all’immaginazione.

Con 781 milioni di ore viste in soli cinque giorni, Hellbound si candida a essere tra le serie più apprezzate del 2021. Una seconda stagione è già in discussione.