Gioventù e fanciullezza, impegno dell’arte e ruolo di un cantautore: Cesare Cremonini racconta ‘La ragazza del futuro’. Quando la musica va oltre il disco.

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Quello che può fare la musica oltre un disco. Parte da qui, da una riflessione sul ruolo del cantautore oggi, il nuovo percorso artistico di Cesare Cremonini. ‘La ragazza del futuro’ – dal 25 febbraio – è, infatti, più di un album e non a caso lo stesso bolognese lo definisce come uno spartiacque, di vita e carriera, e una storia. Un impegno, oltre che strettamente musicale e poetico di raffinatissima fattura, anche civico grazie al coinvolgimento della street art e delle scuole per una riqualificazione delle periferie. Perché è lì, nelle aule e tra i giovani, che il futuro si coltiva.

Sono tanti i temi che Cesare Cremonini, in una densissima conferenza stampa, snocciola e sviscera raccontando genesi e sviluppi del suo settimo disco di inediti. “In queste tracce non ci sono feat. o collaborazioni – dice il bolognese – c’è una sola voce e un nuovo modo di lavorare che arriva da una riflessione profonda sul ruolo dell’artista musicale italiano oggi. Su quello che io, parlando con me stesso, ho pensato del mio ruolo e dei miei desideri artistici”.

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“In un momento in cui, come in altre epoche, il mercato reagisce e segue un nuovo modo di proporre e fruire la musica, un artista come me è libero”, afferma Cremonini. “Si libera, non è più schiavo. È una scelta personale di coerenza, che mi mette anche una posizione delicatissima. Non posso dire che sono fuori mercato perché parlo a un pubblico ampio, ma quel mercato sta cercando una via diversa rispetto al passato. Fare un disco come questo, oggi, è persino più facile per me, ha un linguaggio più largo della discografia”.

“La musica per me è dialogo, senza dialogo non c’è musica e non esiste musica senza scena musicale”, dichiara l’artista.

“Il disco è composto da tracce molto ingombranti, con una corposità e un significato precisi e profondi”, osserva l’artista. “Ho pensato a come poter tenere insieme tutto e il collante sono delle strumentali semplici, grezze, ruvide che nascono da un lavoro in studio in acustico con professionisti straordinari. Ho cercato di arricchire l’album per darvi significato e importanza musicale”.

 
 
 
 
 
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“I miei dischi potrebbero essere come stazioni, nessuno si ripete e tutti formano un percorso. – dice ancora Cesare Cremonini. “Ne ‘La ragazza del futuro’ ci sono influenze diverse che arrivano da città diverse: in un momento in cui eravamo serrati e chiusi nelle case, questo lavoro mi ha spinto a muovermi, con tutte le difficoltà del caso. Dalla mia Bologna a Napoli, dalla Romagna a Londra, Copenaghen, New York e Los Angeles. È un disco aperto verso il mondo, alla ricerca di sentimenti e musiche che possono parlare il linguaggio del mondo”.

Guardando la copertina c’è un dettaglio che attira l’attenzione: l’artista pubblica il disco solo come ‘Cremonini’. Che fine ha fatto Cesare? “Più si zooma verso il dettaglio più si diventa discriminatori”, afferma il bolognese. “La scelta di usare solo il cognome è perché cerco uno sguardo più largo, che parte dalla mia storia famigliare e da un profondo legame con la mia terra e la mia regione. Poi è diventato un po’ un vezzo anche, come una sorta di marchio che possa essere riconoscibile”.

“Questo introduce al concetto di identità, che merita un suo approfondimento – continua – Non so perché ma ho sempre identificato Cremonini con mio padre e Cesare con mia madre. Il cognome mi ricorda certe sensazioni come l’attenzione e l’importanza data al lavoro e al percorso; una parola, questa, che mio padre usava sempre. Quando leggo Cremonini vedo anche questi valori mentre il nome ‘Cesare’ ha più intimità e sensibilità, qualcosa che forse cerco anche di proteggere”.

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Eppure, non si nasconde in questo album, anzi la storia personale emerge con forza a partire dal rapporto proprio con il padre. “È un album senza pudore – conferma il cantautore – Parlare di un padre anzianissimo che sta morendo non è facile ma conserva una sua forte dignità. Vivere l’esperienza di un padre anziano ti insegna tantissimo, è come avere a disposizione una libreria di ricordi.

“La cosa più importante è che quando lasci tuo padre vedi davvero cosa è la dignità dell’essere umano. Verso se stesso e verso il corpo, così come nel dialogo e nell’attenzione verso un figlio; nel disco parlo di quei dialoghi. Sono visioni che possono avvicinare alla mia idea di un disco che deve avere braccia larghe per abbracciare le persone. E da questo punto di vista, questo è il disco meno autoreferenziale della mia carriera”.

Il futuro, i giovani e l’arte

Nel tempo cupo che abbiamo affrontato, Cremonini ha focalizzato lo sguardo sui giovani, coloro che probabilmente hanno pagato il prezzo più alto. “La mia sensazione, guardando a quello che ci è accaduto, è che giovani e giovanissimi hanno vissuto momenti di trasformazione pazzesca”, osserva il cantautore. “Ho visto ragazzini starsene separati nell’intervallo come durante un’esercitazione militare e questo mi ha segnato molto. I media hanno parlato tanto di questi giovani ma ho sentito poco la loro voce. Io li ho trovati molto maturi. Anche per questo hanno avuto un ruolo in questo disco”.

In che misura? “L’idea di gioventù e fanciullezza, mettere insieme generazioni diverse. Sono convinto che per salvarci dobbiamo collaborare. ‘La ragazza del futuro’ parla ai giovani. Ma quando un artista cede alla tentazione di voler dialogare coi giovani rischia di cambiare il suo linguaggio. Invece questo è un disco pericolosamente adulto con una convinzione di base: per avere un futuro bisogna poterlo immaginare”.

Il ruolo centrale dei giovani e della loro formazione a partire dalla scuola si traduce nel progetto IO VORREI, con il sostegno di Banca Intesa. Grazie al coinvolgimento dello street artist Giulio Rosk, gli studenti di alcuni istituti italiani in zone di periferia sono stati protagonisti della creazione di murales. Opere d’arte destinate a rimanere per sempre e che sono il primo tassello di un progetto di investimenti a lungo termine.

Sanremo e la voglia di live

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Dalle strade ai palchi, quelli degli stadi che Cremonini calcherà da giugno ma anche quello del Festival di Sanremo 2022 dove è stato super ospite. “Non andavo in televisione da tantissimi anni e aver puntato sulle canzoni è stata una cosa molto importante. Per me ha un significato particolare. L’approccio live sarà lo stesso di Sanremo: ovvero riuscire a far dal vivo più canzoni possibile”, è la promessa dell’artista.

“Grazie alla disponibilità di un conduttore e professionista perfetto come è oggi Amadeus, abbiamo creato una parentesi in cui non eravamo più ingabbiati dentro il festival ma aperti. Era come se avessimo trovato il nostro palco: ero con la gente e sembrava un mio show”.

Una parentesi, come la chiama Cremonini, che il pubblico ha dimostrato di aspettare da tempo, come dimostrano anche i diversi sold-out incassati proprio nelle ultime settimane. “Credo fortemente che queste canzoni siano anche una voce e che sappiano dire cose. Questo disco non ha feat., ha una sola voce: per il mio pubblico penso sia importante. È un piacere mio, più che una responsabilità, quello di essere una voce per qualcuno”.

Di seguito le date del Cremonini Stadi 2022, a quattro anni dal precedente tour, che vede già il tutto esaurito a Milano e Bari e oltre 50mila biglietti staccati per Imola:

  • 9 giugno 2022 LIGNANO Stadio Teghil DATA ZERO
  • 13 giugno 2022 MILANO Stadio San Siro SOLD OUT
  • 15 giugno 2022 TORINO Stadio Olimpico
  • 18 giugno 2022 PADOVA Stadio Euganeo
  • 22 giugno 2022 FIRENZE Stadio Artemio Franchi
  • 25 giugno 2022 BARI Stadio Arena Della Vittoria SOLD OUT
  • 28 giugno 2022 ROMA Stadio Olimpico
  • 2 luglio 2022 IMOLA Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari

I biglietti sono in vendita online su ticketmaster.it, ticketone.it, vivaticket.com e in tutti i punti vendita autorizzati. I biglietti precedentemente acquistati per il tour 2020 e 2021 resteranno validi per i nuovi appuntamenti e garantiranno l’accesso solo nella medesima città e location del concerto per cui si era comprato il biglietto.  

Foto di Andrea Sestito da Ufficio Stampa