In occasione della pubblicazione del nuovo singolo ‘Ferrari White’, abbiamo fatto una lunga chiacchierata con RIKI: ecco che cosa ci ha raccontato l’artista.

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Dal 24 giugno è in radio e digitale Ferrari White (Sony Music Italy/Columbia Records Italy), nuovo singolo di RIKI prodotto da Big Fish. Il brano arriva dopo il precedente Scusa ed è un tassello con cui l’artista milanese accompagna il pubblico verso il prossimo album. Per la prima volta l’idea originale del brano non è di Riccardo ma nasce dall’ascolto del pezzo in cui il giovane ha inserito la sua firma intervenendo con immagini ‘alla RIKI’.

Ce lo racconta lui stesso. “Ferrari White è un pezzo molto veloce, molto fresco e non per forza con sonorità estive. Era un pezzo che, secondo me, era giusto far uscire ora anche per dare una sfumatura in più rispetto a quelli che sono i pezzi estivi in generale ma anche per quello che la gente si aspetta di me la gente. Per la prima volta nella mia vita non è un pezzo che ho scritto io, sicuramente ho cambiato delle parti e aggiunto dei dettagli come nella seconda strofa in cui trovi immagini alla RIKI”.

 
 
 
 
 
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“L’idea in sé è partita da un pezzo che hanno scritto due autori molto bravi e che mi è piaciuto”, spiega ancora Marcuzzo. “Per la prima volta sono un coautore ma resto uno che deve sentire le cose altrimenti non riesco a cantarle. Quando ho ascoltato questa canzone, era un po’ embrionale quindi l’abbiamo sistemata, anzi l’ho sistemata con una serie di figure che sono molto alla RIKI. Io mi devo sempre fare dei cortometraggi o dei film per far arrivare alle persone quell’immagine che ho in testa e che poi chi ascolta può interpretare a proprio modo”.

“Parla di un viaggio su una macchina, che in questo caso è una Ferrari perché rientrava nell’immaginario di una scena molto matta a 200 all’ora in cui si corre verso il mare”, continua RIKI. “L’idea di quel viaggio a me ricorda tanto quelli che mi piace fare appena ho tempo, soprattutto d’estate. Ed è un brano che traghetta poi verso l’album a cui sto lavorando e in cui ci saranno tracce con tanta sperimentazione e ricerca dei suoni e altre più pop, per tutti”.

Amici, il successo e gli anni più belli

Ferrari White apre, dunque, un’estate intensa per il giovane artista al quale chiediamo una riflessione sulla musica e sulla discografia di oggi. “Sono molto tranquillo e sono consapevole della mia musica, di quello che viene o che verrà”, ci dice RIKI. “Questo è un periodo strano, molto particolare, in cui ciò che funziona è la novità. Io sono stato la novità, sono stato un game changer come lo è adesso un altro e due anni fa lo è stato un altro ancora. In quel preciso periodo storico non vai mai a pensare che un certo artista due anni dopo avrebbe fatto fatica, invece capita regolarmente anche ad artisti impensabili che hanno fatto anni pazzeschi e magari adesso fanno un pelo più fatica”.

 
 
 
 
 
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Ma cosa vuol dire fare più fatica o zoppicare? “Magari vuol dire solo aver fatto un disco che alla gente non è arrivato e che invece nella testa dell’artista era il disco più bello, perché voleva sperimentare o fare altro. Non esistono solo Amici e Sanremo, ci sono anni in cui si vuole fare un’altra cosa e quello era l’obiettivo a monte: non fare per forza cose che si erano sempre fatte”.

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Con grande sincerità RIKI ricorda il boom dopo Amici ma ci confessa anche che gli anni più belli – al netto del successo discografico – li ha vissuti prima. “Il periodo più bello della mia vita sono stati gli anni dell’università. Studiavo design e non avevo grosse responsabilità se non nei confronti di me stesso. Quelli allo IED sono stati tre anni meravigliosi: mi sono impegnato, ho studiato e mi sono laureato in corso trovando le mie passioni, che sono la musica e il design. Per ora quegli anni di formazione restano i belli che ho vissuto, con tante aspirazioni, aspettative e sogni un po’ come il sabato del villaggio”.

“Una volta che realizzi i sogni è tutto meraviglioso, certo, però subentrano anche beghe lavorative e hai chiaramente delle responsabilità diverse”, ammette RIKI. “Capisci che il mondo in cui sei non è esattamente quello che ti immaginavi e devi saperti giostrare con nuovi equilibri, devi saper navigarci”.

Certo, il boom che ha l’artista ha vissuto resta giustamente a cui ancora Riccardo ambisce. “A livello di successo, subito dopo Amici è successo qualcosa di incredibile”, ricorda. “Ero primo ovunque e mi piacerebbe ritornare primo, è ovvio, ma il mondo musicale è cambiato completamente. L’obiettivo è tornare a quei livelli, so che li posso raggiungere e so che devo lavorare tanto. La verità è che quando si matura e si cresce inevitabilmente si cambia come artisti e, almeno nella mia testa, mi stufo in fretta di quello che ho già fatto. Quindi voglio fare altro quando in realtà le persone non si fanno questi problemi”.

I tempi della discografia e dei talent

“Sono tempi frenetici – riconoscere RIKI – Per come vedo io le cose, la musica si deve fare per passione e le canzoni che mi sono riuscite meglio o hanno avuto più successo sono quelle nate da un’esigenza. Quando scrivo devo avere un bisogno, e il bisogno come tale non è costante. Ci sono giorni in cui sei felice, giorni in cui sei triste e altri in cui sei normale e non te ne frega niente di voler vomitare su carta i tuoi pensieri o descrivere per forza le tue sensazioni ed emozioni.

“Spesso uscire d’estate non risponde a un’esigenza reale, nel nostro caso è stata la voglia di uscire con un prezzo divertente, ma per forza di cose capita che ci siano canzoni fatte a tavolino. Ecco io queste cose non riesco ancora a farle, è più forte di me. Molte canzoni che funzionano sono canzoni anche molto semplici e orecchiabili che se mi mettessi a scriverle, mi sembrerebbe di ripetermi. Eppure funzionerebbe”, afferma l’artista. “Quello che, quindi, devo fare è creare qualcosa che entra in testa che ti fa arrivare più velocemente alle persone”.

“È un momento musicale tale per cui un giorno puoi avere tantissimo il giorno dopo non avere più il tempo per poi, il giorno dopo ancora, risalire ad avere tutto”, osserva RIKI

“Da quando iniziato a fare questo mestiere mi è cambiata la vita”, conclude l’artista. “Quando prendi quella botta in testa e sei nel frullatore ciò che vedi è più o meno sempre la stessa cosa anche se il discorso è cambiato con la pandemia che ci ha tolto stimoli. Adesso che si si può tornare vivere mi sono tornate determinate voglie che mi fanno scrivere su carta e raccontare la vita che sta vivendo”.

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Il pubblico ieri e oggi

“Il mio pubblico certamente è un po’ cambiato”, ci racconta Riccardo. “Intanto, ci sono le ragazze che prima avevano 16 anni e oggi ne hanno 16 o 17. Ma paradossalmente oggi mi riconoscono anche più di prima, soprattutto gli over 50. I gusti musicali del pubblico cambiano velocemente e basta che un artista che ha avuto un grandissimo successo sia fermo anche solo un anno per tornare sulle scene con un mondo completamente cambiato. Bisogna esserne consapevoli. Il segreto secondo me è la sincerità. Ho sempre detto che la coerenza con te stesso è fondamentale e questo per un autore e un cantautore è più facile rispetto a un interprete. Se hai chiaro il tuo mondo e sei fedele a quello vinci sempre”.

“A volte può andare meglio, a volte peggio però sul palco sono in quel modo, mi emoziono in quel modo, quando entro in una canzone sono quella cosa lì”, dichiara sicuro RIKI. “Anche se è un pezzo nato da altri come Ferrari White leggerai sempre il mio stile. Se rimani fedele a te stesso e non cambi o vai nel pallone, ma rimani fedele al tuo cuore, alla tua passione, al tuo modo di fare o di scrivere a mio parere vincerai sempre”.

Ma c’è qualcosa che RIKI si rimprovera nel suo percorso? “Un errore sicuramente l’ho fatto: se tu vuoi fare un disco particolare nel senso di meno commerciale devi comunque rispondere a delle esigenze di mercato e discografiche. Cioè devi scrivere quei tre o quattro pezzi con i quali vai sul sicuro… Ecco quella cosa lì mi è mancata e devo ritornare a farla”.

 
 
 
 
 
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L’estate e il nuovo album

E a proposito di dischi, RIKI è al lavoro sul suo nuovo progetto discografico e davanti a sé ha una stagione tra palco e studio. “Quello che è successo con la pandemia ti fa capire che con la salute non bisogna scherzare”, riflette. “Vedremo cosa ci diranno ma intanto i concerti riprendono c’è tanta voglia di musica. Sono già tornato su alcuni palchi come il Latin Festival e mi mancava tantissimo stare sul palco, credo che sia l’habitat in cui sto meglio in questo momento. Ho sempre detto il contrario nelle interviste ma ora, invece, secondo me stare sul palco è molto meglio che stare in studio”.

“Prima da designer la fase di scrittura era la cosa che forse superava un pochino anche la fase live”, conclude Riccardo. “Adesso, forse perché mi è mancato il palco, cantare dal vivo ha superato di netto qualsiasi cosa nella vita. Tornare live mi ha fatto divertire da morire adesso saremo in giro per i festival,  quindi speriamo di cantare e suonare il più possibile quest’estate per poi tornare a fare anche i miei concerti miei con tour tutto mio il prossimo anno”.

Foto da Ufficio Stampa