Caleido ci racconta il nuovo singolo (nostalgico) ‘Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock’ e il ritorno alla vita del live.

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Si intitola Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock il nuovo singolo di Caleido, che arriva a distanza di un anno dalla pubblicazione dell’album Popcorn. Scritto da Caleido, composto insieme a Francesco Massidda e prodotto da David Paysden e Giordano Colombo, Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock è un brano che guarda con nostalgia agli anni Novanta.

«È una canzone nostalgica. – ci dice Caleido – Ed è nata in modo naturale e in poco tempo. Stavo vedendo su YouTube un live dei Pulp e mi sono messo a scrivere un pensiero sul computer che si concludeva con questa frase. Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock. In seguito, ho ripreso in mano quel pensiero e mi colpì tantissimo. Tutto è partito quindi dal titolo».

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Gli anni ’90 erano gli anni del Britpop e del Grunge e di una scena musicale esplosiva e contagiosa che ha contribuito all’avvicinamento alle chitarre. Pensare a un paragone con le nuove generazioni è inevitabile, ma per Caleido c’è una differenza quasi scontata e non negativa.

Caleido

«I miei 20 anni e i 20 di adesso? Credo che le vite siano più o meno le stesse. Io ci credo che i sogni siano gli stessi, quello che è cambiato è la moda. È cambiato il gusto, anche inevitabilmente. Quando avevo 20 anni ascoltavamo i Blur, gli Oasis, c’era un retaggio del grunge. Oggi c’è la trap, un nuovo modo di vestirsi. Ma, più o meno, i sogni sono gli stessi di sempre. I sogni accomunano tutte le generazioni».

Dal suo canto, Caleido ci confessa di aver perso semplicemente un po’ di «spensieratezza». «Più vado avanti più mi manca», scherza. Il cantautore livornese prosegue intanto il tour realizzato in collaborazione con Open Stage, che toccherà diverse piazze italiane nelle prossime settimane.

«Tornare live è stato incredibile. – commenta – Son stati due anni tosti per il mondo musicale. Io vivo la musica in tre momenti: la scrittura, la registrazione e il live. Per due anni non ho vissuto il terzo momento e ora sono felice di essere tornato a viverlo».