‘Zerosettanta – Volume Uno’ chiude la trilogia di Renato Zero: un viaggio lungo tre mesi attraverso il fil rouge dell’amore.

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Venerdì 27 novembre esce Zerosettanta – Volume Uno, il disco che chiude il cerchio della trilogia di Renato Zero. Un viaggio durato tre mesi – attraverso 40 canzoni inedite – per invitare l’ascoltatore a proseguire «per dare smacco a questo tempo, privo di logica». Zerosettanta – Volume Uno contiene 13 nuovi brani, uniti tra loro dal fil rouge dell’amore, potenza catartica che muove ogni cosa, scoglio salvifico al quale aggrapparsi quando si è in balia dei flutti imperiosi della vita di tutti i giorni.

«Oggi torniamo a ribadire il concetto di disponibilità verso la musica e il palcoscenico. – esordisce Renato in video conferenza – Questo progetto fa di me il Renato Zero che mi aspettavo di ritrovare a 70 anni».

La carriera di Renato è, del resto, lunga: con 50 milioni di album venduti all’attivo, il cantautore ha voluto inaugurare questo progetto a partire dal giorno del suo 70esimo compleanno, il 30 settembre scorso.

«Ho una certa assiduità nella produzione. Non mi sono fatto desiderare, ho fatto il mio dovere con lavori che hanno mantenuto la mia coerenza. Il mio percorso è quello di un artista che non vuole allontanarsi dall’impegno e dalla responsabilità che ho nei confronti di un pubblico fedele come il mio. Questi signori mi hanno consentito di essere in classifica nell’arco di 60 anni, è un dato che mi rinfranca. Non perché mi senta un privilegiato, ma perché premia la fedeltà del pubblico».

Renato Zero, «alieno» coraggioso e determinato

Zerosettanta è, di fatto, un progetto che permette a Renato Zero di guardarsi alle spalle e, nello stesso tempo, di guardare avanti.

«A volte tendiamo a cambiare idea, ma se il pensiero si mantiene integro arriva la soddisfazione. – commenta Renato Zero – Ho rivestito i panni dell’alieno con coraggio e determinazione. Ho fatto da calamita perché venissero fuori le problematiche. Sembra che provochi sofferenza, ma per me non è stato così».

La storia e l’arte di Renato Zero sono, in effetti, contraddistinte dall’espressione del coraggio.

«Non sempre abbiamo la consapevolezza del significato effettivo del coraggio – dice in proposito il cantautore – finché non veniamo messi alla prova. Il coraggio deve essere opportunamente praticato e, praticandolo, possiamo stabilire quanto siamo bravi nell’esercitarlo e quanto dobbiamo recuperare energia capace di creare questo scudo che il coraggio ci procura».

Proprio come nel brano del disco Nemico Caro, in cui Zero manda una missiva ad una vecchia conoscenza offuscata nella vanità, per il cantautore l’inimicizia va di pari passo con la mancata stima.

«I miei nemici cari – dice Renato – sono quelli che hanno svolto il mestiere di nemici nell’ombra. Sono quelli che non stimo. Stimo il nemico provocante che si mostra. Quel nemico mi ha procurato benessere, perché un certo tipo di inimicizia sollecita la tua difensiva e la nascita di argomentazioni convincenti per dimostrare all’altro che sei superiore a certi attacchi. A quel nemico devo dei ringraziamenti, perché è rigenerante».

Zerosettanta, Renato Zero e «l’arte di aggregare»

«L’uscita dei tre volumi ha costretto nuclei di fan e famiglie a riunioni extra, perché nella carenza del palcoscenico la condivisione è necessaria. – precisa il cantautore – Soprattutto quando si ama l’artista, c’è la necessità di condividere l’emozionalità e le reazioni di stimolazioni. Ho aggregato e costretto le persone a una sorta di meeting, dove si sono scambiati queste reazioni. È positivo il fatto che ancora una volta io riesca ad aggregare. Questo al di là di tutto è un grande risultato».

C’è amore in questa trilogia, ma c’è anche fede, ricordo, attualità e critica.

«Il consumismo indebolisce le nostre risorse, se spremi il pianeta resta solo la buccia» conclude Zero.