Ha raggiunto la popolarità indossando una maschera per dimostrare che anche “chi ha una vita normale può raggiungere i propri obiettivi”. Con l’album Ricercato quella maschera non c’è più: ecco la nostra intervista.

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La rivoluzione di Junior Cally parte da qui, da quello che è il gesto più evidente e insieme più profondo di una carriera da poco decollata: togliersi la maschera. Accessorio identitario con cui è arrivato al successo, quello stesso oggetto ha saputo mostrare vizi e virtù della società di oggi, la stessa che può incensarti ma anche incatenarti a un personaggio.

E se indossarla era stato il gesto di chi voleva dimostrare di avere le carte in regola per farcela, oggi levarsela ha il sapore della liberazione, artistica e personale. Alla vigilia della pubblicazione del suo secondo album, Ricercato, l’artista romano ha raccontato la sua decisione più rivoluzionaria, maturata molti mesi prima dell’uscita del disco e diventato l’inizio di un nuovo percorso.

Proprio la copertina di Ricercato è forse la rappresentazione simbolica più azzeccata di tutto questo: Junior Cally che guarda se stesso in uno specchio, con e senza quella maschera. “Mi piaceva l’idea dello specchio – ci ha raccontato – la maschera resta sulla mia faccia come parte interiore e scompare nel riflesso, è come dire che comunque c’è sempre perché è dentro di me.”

Siamo in un tempo in cui la violenza in rete e il cyber-bullismo viaggino con i profili fake: per questo oggi è più rivoluzionario metterci la faccia che continuare a nascondersi.

Il processo di scrittura è iniziato ben prima di meditare questo svelamento, che quindi ha influenzato solo in parte la lavorazione dell’album ma sicuramente ha un nuovo approccio alla musica anche in prospettiva live. Lo racconta lo stesso Junior Cally: “Ho iniziato a scrivere Ricercato prima di sapere che avrei poi deciso di togliere la maschera. Io resto Junior Cally, ma so che ora potrò dare maggiore espressività anche nei live come ricambiare uno sguardo che mi arriva dal pubblico. Questa è una cosa che mi è mancata finora.”

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Ma perché Ricercato – gli chiediamo? “Perché significa ricercatezza di suoni prima di tutto ma anche perché per due anni mi sono sentito come un ricercato. In più sono partito da una ricerca, quella dentro me stesso.” Diverse le collaborazioni nell’album che copre geograficamente la rotta Milano – Roma – Napoli, con artisti quali Hishsnob, Jake La Furia, Giaime e Clementino, che sono innanzitutto persone che Junior Cally stima umanamente prima ancora che lavorativamente.

Volevo un disco bilanciato perché penso sia giusto: che senso ha fare un album ripetitivo? Se deve rappresentare un periodo di vita deve avere gli alti e bassi di cui ogni periodo di vita è fatto.

Di fronte a un percorso unico nel suo genere, viene quindi da chiedere ad Antonio (il vero nome di Junior Cally) se c’è un messaggio che voglia far arrivare a chi lo ascolta. “C’è stata un’evoluzione da parte mia, che non solo levarsi la maschera – spiega – Mostrandomi vorrei dire ai ragazzi che, esattamente come me, anche chi ha una vita normale può raggiungere i propri obiettivi. In questo mi pacerebbe essere di ispirazione. Niente e nessuno può dirti che non ce la puoi fare, puoi decidere soltanto tu.”

Ho la stessa fame dell’inizio ma è una fame diversa perché è la mia vita a essere cambiata.

Junior Cally confida, e molto, nel suo pubblico: “Oggi ci sono artisti che fanno dischi di platino in estate e l’anno dopo non sia quale fine abbiano fatto. Devi coltivare il tuo pubblico, renderlo tuo fidelizzandolo. Non c’è una ricetta, arriva da qualcosa che hai dentro.” In una società che si mostra fin troppo anche per quello che non è, Junior Cally sembra volerci ricordare che l’Artista, quello con l’iniziale maiuscola, è la persona e non il personaggio.