L’opera che riproduce la basilica di San Pietro, tra archeologia e arte contemporanea, trasformerà il cuore antico di Bari in un simbolo di rinascita.
Dal 7 luglio, la chiesa di San Francesco della Scarpa a Bari Vecchia si è trasformata in un palcoscenico di emozioni. L’occasione speciale? La presentazione del modello in scala dell’opera monumentale di Edoardo Tresoldi, destinata all’area archeologica di San Pietro. Questo progetto, nato da un bando internazionale del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura – Puglia, guidato dall’arch. Maria Piccarreta, non è solo un’installazione artistica. Ma un atto di rinascita per un luogo che, dopo anni di degrado, si prepara a ridefinire l’identità e lo skyline di Bari.
L’articolo continua più sotto
La nostra newsletter bisettimanale dedicata al mondo dell’arte e della cultura
Supportata dall’impresa COBAR spa, l’iniziativa trasformerà Piazza San Pietro, un tempo segnata da un passato difficile, in uno spazio di festa e condivisione. Pronto a diventare un faro culturale per la città.
“Oggi per me è la giornata dell’emozione e della soddisfazione,” ha dichiarato Piccarreta, artefice del sogno di far dialogare arte contemporanea e archeologia nel cuore di Bari Vecchia. “Da una parte abbiamo presentato alla città il modello dell’opera straordinaria di Edoardo Tresoldi affinché, baresi e non, potessero cominciare a capire quello che sta accedendo. Dall’altra è forte l’emozione di iniziare a vedere svettare nell’area del cantiere l’opera in fase di realizzazione. So come lavora Edoardo e pertanto so che ci regalerà il nostro sogno”.

L’installazione di Tresoldi rappresenta il culmine di anni di studi, scavi e dedizione, un percorso scientifico che racconta la storia di Bari dall’Età del Bronzo agli anni ’60 del Novecento. “Tengo a chiarire che l’installazione è la fase conclusiva di un lungo percorso che ha visto un profondo studio per costruire basi rigorosamente scientifiche che raccontano e racchiudono la storia di Bari,” ha aggiunto Piccarreta, sottolineando il coinvolgimento della comunità locale. “Voglio ringraziare anche gli abitanti di Bari Vecchia con i quali si è creato un rapporto cordiale e sincero”.
Insieme al Museo Archeologico di Santa Scolastica e ai resti di Santa Maria del Buon Consiglio, l’opera contribuirà a integrare San Pietro nello sviluppo moderno di Bari, abbattendo quel “muro invisibile” che lo ha reso un luogo sospeso. “Mi piace pensare che, questo intervento di restauro, scavo e valorizzazione, stia dando il suo importante contributo affinché gli anni difficili che hanno caratterizzato questo luogo possano essere percepiti come un lontano e triste ricordo” ha concluso. Immaginando una nuova percezione del centro storico barese, dove archeologia e arte contemporanea si fondono per narrare una storia unica.
Il progetto di Edoardo Tresoldi
L’installazione di Tresoldi, alta 30 metri, è un dialogo poetico tra passato e presente, che proietta Bari sulla scena internazionale. “San Pietro, a Bari, è un luogo antico che non ha mai smesso di trasformarsi. È un frammento di città che attraverso il tempo ha conosciuto forme diverse di vita, di pensiero, di sacro,” ha spiegato l’artista. “Qui la materia si è fatta e disfatta più volte. Ogni volta un passaggio, una mutazione. Ogni volta, un gesto umano che ha lasciato un segno.” Per Tresoldi, San Pietro è un “respiro” di storia, un fazzoletto di terra che ha ospitato culti e riti attraverso i secoli. “Costruire S. Pietro è un atto che ritorna. E che in qualche modo ci domanda: chi siamo? A cosa diamo valore? Cosa è per noi il senso del sacro?”.


La sua scultura, con le sue linee trasparenti e giochi di luce, rievoca una presenza eterea, riconoscibile pur nella sua immaterialità, invitando i visitatori a riflettere sull’identità della città. “La lunga riflessione che ha coinvolto il gruppo interdisciplinare di progettazione si è incentrata sul tema della reintegrazione dell’immagine nelle aree archeologiche prive di alzati,” ha dichiarato l’arch. Francesco Longobardi, Progettista e Direttore dei Lavori. L’idea è di proiettare in tre dimensioni i perimetri degli edifici emersi dagli scavi, combinando rigore scientifico e poesia artistica.
“L’aggiudicazione a Edoardo Tresoldi sta rendendo possibile, a distanza di oltre dieci anni dal felice intervento che insieme abbiamo realizzato a Siponto, mettere a frutto quanto scaturito dagli esiti di quella operazione”, ha aggiunto. Evidenziando come il progetto, forte dell’esperienza di Siponto, valorizzi le molteplici fasi storiche di San Pietro.
“Quella che sta nascendo sarà la più grande opera di arte contemporanea mai realizzata a Bari,” ha commentato il sindaco Vito Leccese. “Con i suoi 30 metri d’altezza, che iniziano a prendere forma, i profili e le sagome in trasparenza progettati da Tresoldi, racconterà la storia di questo luogo con giochi di linee e luci che tutti potremo attraversare e ammirare.” Nella “città della luce”, l’installazione usa proprio la luce per creare un effetto di presenza-assenza, aprendo nuovi scenari per la conservazione del patrimonio archeologico.
“Un’opera contemporanea capace di aprire nuovi scenari per la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e archeologico,” ha concluso Leccese. Sottolineando il suo potenziale di attrarre un pubblico globale e ridefinire l’attrattiva di Bari Vecchia come ponte tra passato e futuro. Unendo archeologia, arte e comunità, il progetto trasforma un’area un tempo dimenticata in un simbolo di bellezza e innovazione, pronto a brillare sulla scena nazionale e internazionale
Immagini da Ufficio Stampa