Francesco Abbonizio, Technical Artist di Jyamma Games, ci racconta il lavoro dietro al soulslike ambientato in Italia ‘Project Galileo’.

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Un soulslike ambientato completamente in Italia, frutto della tradizione e del folklore dello stivale: la sfida di Jyamma Games – con il suo Project Galileo – non è di certo delle più semplici. È tuttavia una sfida innegabilmente affascinante, e anche per questo abbiamo voluto approfondire con chi ancora è al lavoro per realizzare il videogioco. Dopo l’Audio Director Aram Shahbazians, abbiamo parlato con Francesco Abbonizio, Technical Artist di Jyamma Games.

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«Sono ponte tra due mondi. – si presenta subito Francesco – Sono colui che collega la programmazione e l’arte, perché parlano lingue diverse».

Francesco ci spiega immediatamente che, per parlare di Project Galileo, bisogna soffermarsi su «due aspetti».

«Da un lato la challenge di un team che cresce e, da 12 persone, arriva a più di 50 persone. Molti sottovalutano quanto sia una sfida e per noi lo è stata. Abbiamo dovuto trovare un equilibrio e ottimizzare la forza lavoro. E poi abbiamo dovuto portare l’approccio estero in uno studio italiano. A livello tecnico è invece un gioco con una grafica molto realistica. Vogliamo che sia fluido e che abbia la graphic fidelity che ci si aspetta da un gioco di questa generazione».

Tecnicamente, in breve, «bisogna arrivare a un target alto con un team piccolo e assicurarsi che sia tutto molto a fuoco».

L’Italia come location di un soulslike. Sicuramente un nuovo traguardo, che non nasconde le sue insidie.

«Bisogna dar vita a un mondo che il giocatore deve sentire che esiste al di fuori della sua esperienza. – ci dice Francesco – Bisogna raccontare una storia e ogni creatura ha una storia e interconnessioni. È un mondo vivo. Stiamo facendo un’esplorazione in un territorio che nessuno ha mai raccontato. Assassin’s Creed 2 ci si avvicina, ma è più storico. Quindi è difficile scegliere cosa mostrare. Abbiamo trovato un tesoro di cultura e informazioni che ci fai quattro The Witcher».