Un viaggio nell’arte contemporanea di Ca’ del Bosco: sculture site specific, natura e tradizione vitivinicola si fondono in un’esperienza unica nel cuore della Franciacorta.

Non solo vino. Nel cuore della Franciacorta c’è un luogo in cui arte, natura e sapere artigianale convivono in armonia, Ca’ del Bosco. Qui la produzione vitivinicola diventa un gesto culturale in cui il paesaggio accoglie gli artisti che, dagli anni ’80 a oggi, hanno trasformato la tenuta in un museo en plein air. Tutte le opere che si incontrano sono site-specific, concepite dagli artisti dopo aver visitato la cantina e respirato l’atmosfera del luogo.

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Un percorso che riflette la visione di Maurizio Zanella, che ha scelto la scultura come linguaggio privilegiato proprio perché – come il vino – vive nello spazio, coinvolge i sensi. E muta a seconda della luce, delle stagioni, dello sguardo. È curioso, dunque, addentrarsi nella tenuta nella quale la visita regala scorci inaspettati e sorprese fin dal monumentale cancello che accoglie gli ospiti.

Le opere e gli artisti

Arnaldo Pomodoro – Cancello Solare (1987–1993)

La grande soglia di Ca’ del Bosco è una scultura di cinque metri di diametro, due semicerchi in bronzo e acciaio che evocano un sole, il nutrimento primario dell’uva. Le punte rivolte verso il cielo richiamano frecce di luce e introducono al rapporto sacro tra vino e territorio. Pomodoro, considerato il più grande scultore italiano contemporaneo, regala qui un’opera simbolica e potentissima.

Igor Mitoraj – Eroi di Luce (1991)

Una scultura monumentale in marmo bianco di Carrara, che porta nella tenuta l’estetica classica e mitologica tipica dell’artista. Le sue figure spezzate, sospese tra gloria e fragilità, riflettono una bellezza eterna e malinconica.

Ca' del Bosco, Eroi di Luce by Igor Mitoraj / Photo by Massimo Listri
Ca’ del Bosco, Eroi di Luce by Igor Mitoraj / Photo by Massimo Listri

Spirito Costa – Egg Concept (2014)

Un’opera che nasce dal trauma ecologico della deforestazione amazzonica. Realizzata con vernici ecologiche e materiali riciclati – tra cui oltre 6.000 gusci d’uovo – questa installazione riflette sul ciclo della vita e sul ruolo dell’arte come mezzo di consapevolezza. È insieme Arte Povera e Arte Concettuale, un inno alla rinascita.

Cracking Art – Blue Guardians (2010)

Quando Maurizio Zanella chiede agli artisti di immaginare un animale custode della tenuta, nasce il lupo. Realizzato in plastica riciclata, il Blue Guardian è un totem pop, vigile e ironico, in un blu che rompe la tavolozza naturale dei vigneti. L’opera incarna l’ottimismo e la tensione ecologica del collettivo.

Stefano Bombardieri – Il peso del tempo sospeso (2003)

Un rinoceronte a grandezza naturale sospeso nel vuoto all’ingresso dell’area di vinificazione. Bombardieri costruisce un cortocircuito visivo: l’animale, simbolo di forza, è imbrigliato e sollevato, costringendo il visitatore a una riflessione sulle nostre percezioni e sull’idea di immobilità. Una delle opere più sorprendenti della tenuta.

Ca' del Bosco, Egg Concept, Spirito Costa / Photo by Massimo Listri
Ca’ del Bosco, Egg Concept, Spirito Costa / Photo by Massimo Listri

Rabarama – Codice Genetico (1999)

La scultura in bronzo dipinto rappresenta una figura rannicchiata, avvolta da una pelle fatta di tasselli colorati che ricordano un puzzle. È un corpo protetto e insieme vulnerabile, un mosaico di codici nascosti e identità in trasformazione.

Rado Kirov – Gravity, Untitled Column (2013)

Una colonna in acciaio specchiato, realizzata con la tecnica del “mercurio”, che deforma e restituisce il paesaggio circostante in continue metamorfosi visive. L’opera dialoga con la luce e con il movimento degli osservatori, diventando essa stessa parte dell’ambiente.

Bruno Romeda – Elogio dell’Ombra (1994)

Una forma geometrica essenziale che emerge dal piccolo lago della tenuta. Il bronzo disegna cornici di vuoti e pieni, intrecciandosi con i riflessi dell’acqua. Un omaggio alla leggerezza e al dialogo silenzioso tra scultura e natura.

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Zheng Lu – Water in Dripping (2016)

Un’imponente installazione in acciaio che integra versi del poeta Tang Bai Juyi. L’artista trasforma il movimento dell’acqua in scultura, in un flusso congelato ma vibrante, esaltato da bagliori luminosi che ne sottolineano la struttura.

Mimmo Paladino – Il Testimone (2017)

Una figura archetipica, solenne, che veglia sulla storia della cantina. Paladino porta nel paesaggio la sua iconografia potente, erede delle madri del Museo Campano: un guardiano bronzo che custodisce il tempo e il vino.

La fotografia: l’altra anima artistica di Ca’ del Bosco

Oltre alla scultura, a legare Ca’ del Bosco all’arte è la fotografia. Undici maestri internazionali – da Helmut Newton a Franco Fontana, da Ferdinando Scianna a Ralph Gibson – sono stati invitati negli anni a raccontare il mondo del vino con il loro sguardo unico. Ne è nato un corpus di immagini straordinario, esposto nel 2004 alla Triennale di Milano e raccolto nel volume 11 fotografi 1 vino (Skira). Un viaggio estetico che esplora gesti, volti, paesaggi e rituali della viticoltura, diventando una delle testimonianze visive più originali del panorama enologico italiano.

La visione di Ca’ del Bosco va oltre il solo prodotto per abbracciare un’esperienza culturale. Le opere disseminate nella tenuta non decorano: dialogano, interrogano, amplificano la relazione tra uomo e natura. In un percorso che continua a evolvere, stagione dopo stagione, sotto lo stesso sole che nutre le vigne e ispira l’arte.

Immagini da Ufficio Stampa / Crediti indicati

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