Fabio Morgan chiude a Tuscania il tour del suo progetto immersivo ispirato a ‘Orgia’, un esperimento che trasforma il teatro in un luogo mentale, intimo e disarmante.

Il 30 novembre al SuperCinema di Tuscania si chiude il viaggio di Il cielo in una stanza, il progetto di Fabio Morgan che rilegge Pasolini attraverso la realtà virtuale, portando il teatro là dove di solito non arriva: in una camera da letto, letteralmente. Dopo Roma, Arsoli, Sezze e Ostia, lo spettacolo approda nel borgo viterbese per l’ultima tappa del tour, restituendo al pubblico un’opera che dialoga con Orgia del 1968 e ne ribalta l’esito, trasformando la morte in un varco verso la vita.

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Morgan costruisce una risposta generazionale a Pasolini senza reverenze inutili: prende il testo come detonatore e lo trasforma in una riflessione sul presente, su una società che ha rovesciato la relazione fra desiderio e identità. “Pasolini raccontava la diversità come una condanna”, spiega il regista. “Oggi la condanna è essere normali in un mondo che ti chiede continuamente di mostrarti, performare, consumare”. Da qui l’idea di una VR che non cerca l’effetto-speciale, ma l’intimità. Lo spettatore — munito di visore — entra nella stanza della coppia protagonista, invisibile eppure vicinissimo, partecipe di una dinamica psicologica che svela tic, ossessioni e fragilità contemporanee.

Lo spettacolo segue due attori, impegnati a provare Orgia. Ciò che inizia come un esercizio teatrale diventa gradualmente il loro dramma reale. Sei episodi scandiscono il passaggio dalla finzione al disvelamento: c’è la crisi comunicativa, il logoramento emotivo mascherato da iperproduttività, la nostalgia di un tempo più umano. Tutto avviene “in una stanza”, ma quello spazio claustrofobico diventa un prisma del nostro tempo, un luogo dove si consuma non un suicidio — come in Pasolini — ma un tentativo di rinascita.

Il cielo in una stanza, Fabio Morgan tra sperimentazione e arte

Il percorso di Morgan negli ultimi anni è stato segnato dalla ricerca di nuovi formati e nuovi spazi per lo spettacolo dal vivo: dalla lirica itinerante sul Tevere con Fitzcarraldo alla sperimentazione VR di questo progetto, l’autore continua a lavorare sullo scarto, sulla frizione tra linguaggi. “Ho sempre creduto che il teatro debba occupare spazi non convenzionali”, afferma. “La VR permette di creare un’intimità impossibile da ottenere in sala: un contatto diretto, quasi irresistibile”.

In questo senso Il cielo in una stanza non è soltanto un’opera teatrale in VR: è un piccolo laboratorio di immaginazione, una proposta radicale ma accessibile, che prova a capire come raccontare le relazioni oggi senza compiacimenti e senza rassegnazione. Se Orgia fotografava la fine, Morgan tenta l’inizio: “Il mondo ci vuole performativi. Io rivendico la possibilità di un amore che non debba esibirsi”.

La performance vede in scena — o meglio, in visore — Diego Migeni, Sarah Nicolucci e Carlotta Sfolgori, diretti da Morgan con il supporto dell’aiuto regista Emiliano Morana. Le scenografie e i costumi di Giovanni Schiera, le riprese e lo sviluppo software di Build2Bit, il montaggio e i VFX di Seven Heroes rendono l’esperienza immersiva e coerente, senza effetti gratuiti. La produzione è di Infinito srl, con il contributo della Regione Lazio.

Il cielo in una stanza
30 novembre, ore 18
SuperCinema Tuscania, Via Garibaldi 1 – Tuscania (VT) Biglietti: 10€ intero | 8€ ridotto
Info e prenotazioni: info@cietwain.comcietwain.com

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