Gibellina è la prima Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026: mostre, residenze e performance per costruire comunità e futuro attraverso l’arte.
Gibellina diventa il primo laboratorio nazionale dove l’arte contemporanea è strumento di rigenerazione civile, memoria condivisa e costruzione di futuro. Dal 2026 la città siciliana sarà ufficialmente Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea, un riconoscimento inedito che trova in Gibellina un luogo simbolico e profondamente coerente con il senso del progetto.
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A guidare questo anno straordinario sarà Portami il futuro, il programma ufficiale promosso dal Comune di Gibellina e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Con il contributo della Regione Siciliana, del Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao e della Fondazione Orestiadi. La direzione artistica è affidata ad Andrea Cusumano, affiancato da un ampio e qualificato gruppo curatoriale e scientifico che restituisce la natura corale dell’iniziativa.
La cerimonia inaugurale è prevista il 15 gennaio 2026, data carica di valore simbolico. Coincide, infatti, con l’anniversario del terremoto del 1968 che devastò Gibellina e l’intera Valle del Belìce. Proprio da quella ferita nasce l’identità della città contemporanea: un luogo ricostruito attraverso l’arte, grazie alla visione di Ludovico Corrao, che trasformò la distruzione in un esperimento culturale senza precedenti.

Per tutto il 2026 Gibellina sarà attraversata da un programma articolato che intreccia mostre, residenze artistiche, arti performative, pratiche educative e momenti di riflessione pubblica. Con l’obiettivo di riaffermare il valore sociale dell’arte come bene comune e diritto partecipativo. Il titolo Portami il futuro dichiara apertamente questa tensione: non una celebrazione statica, ma un processo generativo capace di evolvere nel tempo, coinvolgendo artisti, cittadini, studenti e visitatori.
Mostre, residenze e arti performative
Le mostre daranno vita a un sistema espositivo diffuso, tra spazi museali e luoghi emblematici della città e del territorio. Opere e installazioni di artisti italiani e internazionali riattiveranno architetture simboliche. Tra queste, il Teatro di Pietro Consagra, e dialogheranno con il paesaggio segnato dal Grande Cretto di Alberto Burri. Il programma espositivo attraversa temi centrali del presente – migrazione, memoria, Mediterraneo, identità, spostamento – mettendo in relazione grandi figure della scena artistica globale con collezioni private e patrimoni territoriali.
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Accanto alle mostre, il cuore pulsante del progetto è rappresentato dalle residenze, pensate come dispositivi di costruzione comunitaria. Artisti, giovani, abitanti, ricercatori e studenti saranno coinvolti in processi condivisi che porteranno alla realizzazione di opere site-specific e interventi urbani, in un dialogo continuo tra creazione artistica e vita quotidiana. La riapertura di spazi storici e il loro uso come luoghi di produzione culturale restituiscono alla città una dimensione viva e partecipata.
Un ruolo centrale è affidato anche alle arti performative, che abiteranno Gibellina attraverso teatro, performance, cinema e musica. Azioni artistiche e rassegne multidisciplinari animeranno luoghi storici e spazi aperti, affrontando temi sociali urgenti e promuovendo il dialogo tra culture, in un’ottica mediterranea e inclusiva.

Con Portami il futuro, Gibellina non si limita a ospitare un grande evento culturale, ma si propone come modello di come l’arte contemporanea possa farsi strumento di trasformazione sociale. Una capitale che non concentra potere, ma lo redistribuisce, chiamando artisti e cittadini a immaginare insieme ciò che verrà.
In copertina: Ludovico Quaroni Chiesa Madre, 1985 – 2005 Gibellina, Trapani h. Andrea Repetto Courtesy Fondazione Orestiadi