La Manny Davidson Collection totalizza 19,7 milioni di euro a Parigi, diventando la più grande vendita di una collezione privata in Francia nel 2025. Da Rubens a Sargent, un trionfo di arte e filantropia.
The Manny Davidson Collection: A Life in Treasures and Benevolence ha totalizzato 19,7 milioni di euro (22,7 milioni di dollari) in tre giorni di vendita a Parigi, diventando la più importante asta single-owner del 2025 in Francia. La collezione, appartenuta al collezionista e filantropo britannico Manny Davidson, ha attirato collezionisti da tutto il mondo, unendo al fascino delle opere il valore di una missione culturale: i proventi saranno destinati a nuovi progetti di educazione, arte, cultura e patrimonio.
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L’Evening Sale inaugurale, aperta con un tributo alla memoria di Davidson, ha raggiunto da sola 13,8 milioni di euro, superando le stime e sancendo il successo di una raccolta che riflette una vita interamente dedicata all’arte e alla generosità. Complessivamente, l’asta ha visto l’83% dei lotti venduti, con la maggioranza dei compratori provenienti dall’Europa e un terzo dagli Stati Uniti.
Tra le categorie più performanti, spiccano i dipinti di maestri antichi, che hanno totalizzato 7,3 milioni di euro, e le pendole e orologi da collezione, che hanno superato 1,3 milioni di euro complessivi.

Capolavori e record di vendita
Tra i risultati di punta, Michael Sweerts ha stabilito un nuovo record in Francia con A Young Man Wearing a Turban Holding an Upturned Roemer: The Fingernail Test (Giovane con turbante che regge un bicchiere rovesciato: il test dell’unghia), aggiudicato per 1,57 milioni di euro (stima: 800.000–1,2 milioni). Seguono Sir Joshua Reynolds con il Self-portrait in Doctoral Robes (Autoritratto in toga dottorale), conteso da cinque offerenti e venduto per 838.200 euro, e Thomas de Keyser, il cui Portrait of a Silversmith (Ritratto di un argentiere, probabilmente Christiaen van Vianen o Simon Andriesz Valckenier) ha raggiunto 698.500 euro, nuovo record francese per l’artista.
Tra i lotti più simbolici per lo stesso Davidson, appassionato di argenteria europea, spicca proprio il ritratto del celebre orafo Simon Andriesz. Valckenier, omaggio alla maestria artigiana che permeava la sua collezione. Anche Rubens è stato protagonista con Head Study of a Boy (Studio sulla testa di un ragazzo), una tavola riscoperta, parte di un più ampio studio il cui frammento gemello è oggi conservato al Louvre: venduta per 635.000 euro.

L’eclettismo della raccolta emerge anche nei risultati legati al design e agli oggetti d’arte: una pendola musicale automatica di James Cox (Londra, circa 1780) ha superato ogni aspettativa raggiungendo 571.500 euro, mentre una scultura romana di Afrodite ha quadruplicato la stima, toccando 520.700 euro.
Nel segmento dedicato all’argento e all’arredo antico, un supporto in argento di Luigi XIV firmato Elie Pacot (Lille, 1709–10) ha raggiunto 469.900 euro, mentre un set di dodici sedie in noce intagliato del periodo di Giorgio II ha sfiorato i 330.000 euro, oltre quattro volte la stima iniziale.
Tra Sargent, Rembrandt e Dolci: l’eleganza del collezionismo classico
La collezione ha offerto un vero viaggio nella storia dell’arte occidentale: dal Portrait of Edgar Vincent, Viscount d’Abernon (Ritratto di Edgar Vincent, Visconte d’Abernon, G.C.M.G.) di John Singer Sargent (508.000 €) all’Archangel Raphael Taking Leave of Tobit and His Family (L’Arcangelo Raffaele prende congedo da Tobia e dalla sua famiglia), proveniente dalla scuola di Rembrandt van Rijn (457.200 €), fino al raro L’Arcangelo Michele di Carlo Dolci, che con 431.800 euro ha segnato un record nazionale per l’artista fiorentino.
Ogni lotto racconta il gusto enciclopedico di Manny Davidson, capace di attraversare secoli e linguaggi mantenendo una coerenza collezionistica che unisce classicità, storia e curiosità per l’oggetto unico.

Un lascito di bellezza e responsabilità
Accanto all’Evening Sale, la Day Sale ha raggiunto 4,8 milioni di euro, con l’88% dei lotti venduti, mentre la Online Sale ha toccato il 100% di aggiudicazioni. Tra i risultati curiosi, un grande calice veneziano in vetro latticinio del XVI secolo ha moltiplicato di dodici volte la sua stima, arrivando a 304.800 euro, mentre una coppa d’argento dorato di Charles II (Londra, 1683) ha triplicato il valore previsto (82.500 €).
Più che una semplice asta, la vendita della Manny Davidson Collection ha rappresentato un atto di mecenatismo contemporaneo. Il collezionista, scomparso nel 2024, lascia dietro di sé un modello di filantropia che guarda al futuro dell’arte come bene condiviso.
In un mercato spesso dominato da logiche speculative, Davidson ha mostrato che collezionare può essere ancora un gesto di generosità: un modo per restituire al pubblico la bellezza che la vita gli aveva affidato.
Foto Preview: Set di dodici candelabri reali tedeschi in argento, Christian Heinrich Ingermann, Dresda, 1745–46. © Florian Perlot Born & Art Digital Studio / © Sotheby’s.