Per la prima volta in Italia 52 capolavori del Detroit Institute of Arts raccontano la nascita della modernità europea.
Dal 4 dicembre 2025 al 3 maggio 2026, il Museo dell’Ara Pacis di Roma ospita la mostra Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts. 52 opere – tra cui dipinti di Degas, Renoir, Picasso e Cézanne – esposte per la prima volta in Italia e provenienti dal Detroit Institute of Arts, una delle maggiori istituzioni museali degli Stati Uniti. Come sottolinea in conferenza Salvador Salort-Pons, Direttore del DIA, con questa mostra «si celebra una collaborazione culturale di lungo periodo, fondata su valori condivisi. L’esposizione racconta di una straordinaria generazione di collezionisti americani, che non cercavano trofei, ma opere che esprimessero il nuovo spirito del loro tempo e il coraggio di rompere con la tradizione».
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Curata da Ilaria Miarelli Mariani e Claudio Zambianchi, Impressionismo e oltre raccoglie infatti capolavori europei realizzati tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Ancora più interessante, tuttavia, è la storia che racconta del collezionismo statunitense dei primi del ‘900, all’epoca visto come una minaccia dagli europei proprio perché in grado di modificare le prospettive del mercato dell’arte.
Wilhelm Valentiner e il collezionismo americano del primo Novecento
Una delle figure più decisive in questo scenario fu quella del tedesco Wilhelm Reinhold Valentiner, trasferitosi negli USA nel 1907 per diventare il primo curatore del Dipartimento delle Arti Decorative del Metropolitan Museum di New York. Dopo la prima guerra mondiale – che lo costrinse a tornare in Europa per combattere – gli fu offerta una nuova posizione negli USA a Detroit e lì rimase per più di due decenni.

Tra il 1921 e il 1945, Valentiner fu infatti prima consulente e poi direttore del Detroit Institute of Arts, nato nel 1885 e sviluppatosi negli anni del boom della città. Sotto la guida del Direttore tedesco – nel mentre naturalizzato americano – il DIA si aprì all’arte contemporanea e moderna, sostenendo in particolare gli espressionisti. Valentiner collaborò infatti con le grandi e ricche famiglie americane – da Ford a Fisher – e soprattutto con Robert Tannahill, nipote del fondatore dei grandi magazzini Hudson’s di Detroit: è stato uno dei principali donatori del museo.
Il ruolo decisivo del DIA nella diffusione dell’arte moderna
L’esposizione romana di questi giorni proviene proprio dagli acquisti, in quegli anni, di Valentiner e dal lascito Tannahill. Fondamentalmente, dunque, ci mostra anche la fiducia di Valentiner nell’Espressionismo tedesco – con acquisti mirati negli anni ‘20 – che trasformarono il DIA nel primo museo americano davvero aperto alla modernità. Il Direttore, tuttavia, andò oltre la Germania collezionando Degas, Dufy, Modigliani e Matisse (La finestra è la prima opera del pittore a entrare negli USA, siamo nel 1922).

Il lascito Tannahill negli anni ‘70 contribuì a consacrare l’idea in potenza di Valentiner: per citare un esempio, il Pierrot Bianco di Pierre-Auguste Renoir in mostra a Roma fu acquistato dall’americano proprio grazie e tramite il Direttore del DIA, che aveva idee coraggiose e chiare. Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts segna dunque un traguardo epocale nell’incontro tra diversi mondi artistici: la storia del DIA da un lato, l’arte europea a cavallo tra ‘800 e ‘900 e la sacralità di una città come Roma, che presterà a Detroit un Caravaggio in occasione di una mostra prevista per il 2027.
Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts a Roma: il percorso espositivo
Ora che la storia della mostra in sé è chiara, possiamo concentrarci sul percorso espositivo. La mostra si apre con il grande rinnovamento dell’arte francese a partire dalla metà dell’Ottocento, quando realisti e impressionisti cominciarono a rivolgere lo sguardo alla vita moderna, ai gesti quotidiani e alla vibrazione immediata della luce. È il momento in cui la pittura europea mise in discussione gli assetti accademici e affrontò il rapporto tra percezione e realtà con uno sguardo completamente nuovo.

Seguendo l’invito di Baudelaire a rappresentare il proprio tempo, gli artisti trovarono nella città, nella natura e nelle trasformazioni della società industriale un repertorio inedito. La prima sezione del percorso ricostruisce con chiarezza questo passaggio epocale: cinque opere di Edgar Degas, i Bagnanti di Paul Cézanne e Donna in poltrona (1874) di Pierre-Auguste Renoir – immagine guida della mostra – dialogano con due dipinti più tardi di Camille Pissarro e Alfred Sisley. A testimoniare la diffusione internazionale del linguaggio impressionista è incluso anche un lavoro del tedesco Max Liebermann, realizzato nel 1916, che dimostra la lunga vitalità di questa poetica ben oltre i confini francesi.
Dall’Impressionismo al Postimpressionismo: la nascita di un nuovo sguardo
Il racconto prosegue con la stagione successiva al 1886, anno dell’ultima mostra impressionista, quando la pittura francese virò verso una maggiore costruzione della forma, una solidità della visione e un uso del colore come elemento autonomo ed espressivo. La Sainte-Victoire di Cézanne, databile ai primi anni del Novecento, esemplifica questa trasformazione, mentre le opere di Renoir testimoniano un artista ormai distante dalle prime ricerche en plein air e sempre più attratto dal dialogo con la tradizione classica.

I due dipinti di Vincent van Gogh rivelano invece un’altra direzione della modernità: una pennellata ritmica, emotiva, che interpreta la realtà restituendone più lo stato d’animo che la somiglianza visiva. È in questi anni che, come osservò Roger Fry coniando il termine postimpressionismo, l’opera d’arte si emancipò dal semplice rapporto con il reale per farsi costruzione autonoma, una sorta di armonia parallela al mondo percepito.
Parigi 1900: le avanguardie tra Picasso, Matisse e la Scuola di Parigi
La parte centrale della mostra è dedicata alla Parigi dei primi decenni del Novecento, capitale mondiale dell’arte e fucina delle avanguardie. Le sei opere di Pablo Picasso qui riunite testimoniano la varietà del suo percorso: un lavoro del periodo rosa, due dipinti cubisti e tre ritratti femminili realizzati negli anni Venti accompagnano il visitatore lungo le sue diverse fasi espressive. Accanto a lui, tre dipinti di Henri Matisse – realizzati tra il 1916 e il 1919 – illustrano con chiarezza l’evoluzione della sua ricerca, dal rigore geometrico delle prime prove a una pittura più libera, morbida, influenzata anche da Renoir. Completano il panorama parigino le opere cubiste di María Blanchard, unica artista donna rappresentata nella selezione del DIA, e di Juan Gris, insieme ai dipinti espressionisti di Amedeo Modigliani e Chaïm Soutine, protagonisti assoluti della Scuola di Parigi.

L’Espressionismo tedesco e la visione di Valentiner
La chiusura del percorso è dedicata all’avanguardia tedesca, nucleo fondamentale delle collezioni del Detroit Institute of Arts grazie alla visione del direttore Wilhelm R. Valentiner. Tre opere – di Max Pechstein, Wassily Kandinsky e Lyonel Feininger – provengono dai movimenti d’anteguerra Die Brücke e Blaue Reiter. La maggior parte dei dipinti esposti, però, risale al dopoguerra e riflette il clima drammatico della Germania sconfitta: le figure taglienti di Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff, la tensione emotiva di Emil Nolde e Oskar Kokoschka, fino all’intenso Autoritratto del 1945 di Max Beckmann, che racchiude l’incertezza profonda dell’artista e del Paese nell’immediato dopoguerra.

Una mostra accessibile a tutti
Completa il progetto un ampio programma di accessibilità, con percorsi multisensoriali, visite LIS e laboratori inclusivi, che conferma la volontà della Sovrintendenza Capitolina di rendere la mostra un’esperienza aperta e partecipata per tutti. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e organizzata dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da MondoMostre, con il supporto di Zètema Progetto Cultura. Radio Partner Dimensione Suono Soft, Mobility Partner Atac e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
Info mostra Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts
4 dicembre 2025 – 3 maggio 2026
Museo dell’Ara Pacis
Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) – 00186 Roma
Orari
Tutti i giorni 9.30-19.30
24 e 31 dicembre 9.30-14.00
1° gennaio 2026 11.00-20.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
1° maggio e 25 dicembre
Biglietto solo Mostra: intero € 15,00 – ridotto € 13,00
Prevendita: € 1,00
Per maggiori informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
Foto: Monkeys Video Lab