Dal 3 giugno è disponibile il nuovo progetto discografico del rapper e producer romano, ecco che cosa ha raccontato di ‘Armageddon’.

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Si intitola ‘Armageddon’ (Epic Records/Sony Music) il nuovo album di Ketama126, nei formati fisico e digitale dal 3 giugno. A tre anni dal precedente, il rapper e producer romano presente un corposo lavoro in sedici tracce e una bonus track in cui testi e suoni hanno una geografia che tocca l’Africa ed Ibiza, per una commistione di sensibilità di cui il concetto apocalittico è il manifesto. Per diventare occasione di una nuova riflessione, incarnata nella percezione che ‘ogni giorno è l’ultimo giorno’.

Partendo dal titolo, Ketama126 racconta: “Armageddon non è tanto un riferimento biblico ma è inteso come metafora per dire di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo. Non si tratta di salvare la terra ma se stessi. Diciamo che è un’intenzione. Mi accorgo che quando sto bene e passo i miei momenti migliori è quando mi godo il momento. Se, invece, mi metto a pensare troppo alle conseguenze e al futuro vivo peggio. In questo senso la titletrack è la traccia manifesto del concept dell’intero disco ”.

“Penso che non esista per nessuno un destino scritto, puoi sempre cambiare il tuo futuro attraverso le tue scelte”, spiega Ketama126. “Mi hanno sempre affascinato artisti dallo spiccato lato spirituale, la musica è uno stato di trans e questo ha qualcosa di mistico. Per me musica e spiritualità hanno un legame forte.”

 
 
 
 
 
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A proposito di viaggi, l’artista racconta: “Viaggiare è stato molto importante per questo disco perché mi ha permesso di sbloccarmi dopo il periodo di lockdown. Mi ero bloccato nella scrittura. Il primo viaggio è stato a Ibiza, dove abbiamo fatto i primi pezzi del disco, e poi ci sono stati il Kenya e il Marocco. Spostarmi mi ha dato nuovi spunti per la musica a livello di produzioni, a partire dalle chitarre acustiche quasi black. E ha cambiato anche la percezione dei problemi: rispetto a quelli della gente, i miei che mi sembravano insormontabili erano invece miseri. Viaggiare mi ha fatto vedere altri modi di vivere”.

Ma Ketama126 non dimentica le radici e la dimensione collettiva. “A livello di produzioni lavorare in gruppo conta tantissimo”, dice. “Anzi, senza la crew non avrei neanche iniziato a fare musica rap. Poi all’interno ognuno ha preso strade naturalmente diverse ma continuiamo a collaborare e questa è la cosa bella. Siamo uno stimolo l’uno per l’altro”.

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Quindi, in termini di bilancio personale, il rapper si dice “abbastanza realizzato dal punto di vista della musica. In ogni pezzo di ‘Armageddon’ c’è un chiaroscuro. Posso dire che questo è il primo album in cui sperimento un po’ fuori dai canoni della trap già fatta. Ho mischiato generi che fra loro  non si erano mai toccati. Mi viene da definirla world trap”.

“All’inizio non mi aspettavo certi risultati, pensavo di sopravvivere con la musica”, dichiara ancora Ketama126. “Quindi ora posso dire di essere più che soddisfatto. Se c’è qualcosa che mi sono lasciato alle spalle è quella parte solo trap della mia carriera, anche se musicalmente non la rinnego. Sono sempre in evoluzione”.

“Produrre e lavorare per altri artisti mi piace molto perché mi permette di fare produzioni diverse rispetto a quelle su cui canterei io”, ammetta il romano. “Ed è più rilassante produrre rispetto a scrivere, che un po’ come andare dallo psicologo”. Ma quali sono, ora, le aspettative per questo nuovo progetto e oltre? “Se questo disco sarà una vittoria è presto per dirlo, lo dirà la gente”.

Per me, vincere nella musica significa fare quello che ami fare senza stare a pensare ai numeri, quando i risultati arrivano in maniera naturale e riesci anche a portare qualche innovazione”, conclude. “Mi piacerebbe viaggiare con la musica ma so che cantando in italiano è un obiettivo difficile da raggiungere, piuttosto punterei sulla produzione”.

Foto da Ufficio Stampa