Tra i brani dell’estate 2021 c’è ‘Falene’ di Michele Bravi & Sophie and the Giants che evoca una giungla esotica popolata di animali notturni. La nostra intervista.

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‘falèna’ s.f. nome comune di varie specie di farfalle crepuscolari e notturne, che sono attratte dalle sorgenti di luce intorno a cui si vedono girare con volo irregolare. Così si legge dal prestigioso vocabolario Treccani ed è proprio questa evocatività avvolgente, impalpabile e insieme epidermica, che il nuovo singolo di Michele Bravi comunica.

Disponibile da venerdì 18 giugno in radio e digitale, Falene vede la partecipazione di Sophie and the Giants, la voce che ha conquistato l’airplay radiofonico italiano con la hit Hypnotized. E traccia ipnotica suona anche Falene, che ci siamo fatti raccontare proprio dai due artisti i quali hanno trovato l’uno nell’altra un’empatia umana oltre che musicale.

Venerdì 18 giugno è uscito il duetto Falene: come è nata la traccia e la vostra collaborazione?
MICHELE: “Il processo creativo che ha portato al brano è stato molto veloce, nel senso che la canzone è nata circa due mesi fa e sapevo fin dall’inizio che avrei voluto condividerla con qualcuno. Quando si è trattato di proporla ad altri artisti ho subito pensato a Sophie anche un po’ con un filo di arroganza perché è suo il successo europeo più grande dell’anno scorso (Hypnotized, ndr). Mi sono detto “se devo affogare, affogo nell’acqua alta”.  Non ci conoscevamo, quindi ho provato a mandarle la canzone pensando che al massimo non mi avrebbe risposto, invece Sophie mi ha risposto, immediatamente colpita dal pezzo.

 
 
 
 
 
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Come avete lavorato insieme?
M. Il processo creativo è stato rapidissimo: lei ha scritto sulla canzone, l’abbiamo registrata ed è stata una cosa veramente molto celere, come forse non mi era mai capitato prima. E credo che questo sia sintomo del fatto che da parte di entrambi ci sono state una grande passione e la condivisione della stessa visione creativa delle cose insieme a una grande urgenza di far uscire il pezzo. Sono veramente tanto onorato di avere Sophie con me: lei è giovanissima e ha un talento enorme da condividere con il pubblico. Il fatto di poter condividere qualcosa con lei davanti al mio pubblico, al pubblico italiano, per me è un grande piacere.

Sophie, in Falene canti in italiano: come ti sei preparata?
SOPHIE Quando ho registrato il brano avevo in studio con me un ragazzo italiano e ho cercato di imparare più che ho potuto ascoltando la canzone. Quindi ha controllato che pronunciassi tutto nella maniera corretta. Insieme a lui mi sono esercitata provando e riprovando più e più volte, per circa sei ore, prima di arrivare al risultato. Ci sono voluti tanto lavoro e tanta pratica.

Avete fatto un tatuaggio insieme questo indica che si è creata un’empatia speciale fra di voi. È stato così?
S. Ci tenevo tanto a fare quel tatuaggio perché è la prima volta che lavoro a qualcosa di questo tipo e questa canzone è speciale. In particolare ci tenevo a cantare in italiano ed è come se Falene segnasse l’inizio di un mio viaggio più profondo con la musica italiana. Volevo ricordarlo per sempre.

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La falena, anche simbolicamente, ha una simbologia molto forte: che cosa rappresenta per voi?
M. Falene è un capitolo nuovo del disco che è uscito a gennaio, La Geografia del Buio, un disco che racconta di come convivere con il buio. Nel momento in cui sono stato chiamato raccontare i mesi dell’estate ho individuato l’immagine delle falene come estremamente evocativa e simbolica, al di là della poi di certa tribalità che c’è dietro a questo animale notturno. Quando io e Sophie abbiamo iniziato a parlare della canzone ci siamo detti che sarebbe stato bello pubblicarla a giugno perché volevamo farla uscire in questo mese anche in onore del Pride con la speranza che possa diventare un inno di libertà e di espressione individuale.

“Credo che tutti almeno una volta nella vita ci siamo sentiti un po’ degli animali notturni”, osserva Michele Bravi.

 
 
 
 
 
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E dal punto di vista dei suoni come avete lavorato?
M Il brano racconta di tutte le persone che si sono sentite almeno una volta degli animali notturni, e questo chiaramente è entrato nella produzione della canzone per tutta la parte sonora. A un certo punto nel cito la Colombia non a caso perché io un rapporto molto forte con quel paese. La sua cultura mi ha insegnato tanto e ha molto da regalare perché ha una musica estremamente avvolgente e con un’evocatività fortissima. Poterne rubare, in qualche modo, un pezzetto o ispirarsi a quel mondo per riportarlo nell’immagine della falena è stato una sfida.

Ma che cosa avete apprezzato di più dell’altro?
S. Michele è un artista straordinario e ed è stato fantastico guardarlo lavorare. Nella sua creatività c’è tanta passione e sa esattamente quello che vuole. Che è un po’ la mia stessa caratteristica: ho le idee chiare su quello che voglio e mi piace avere il controllo della situazione. In pratica, condividiamo la stessa mentalità e la stessa visione.

M. Sophie è tanto gentile nel regalarsi. In questa canzone ciascuno di noi ha portato cose diverse dal proprio mondo e nuove per entrambi. Per questo, il tempo di lavorazione insieme è stato anche estremamente complesso e provante fisicamente. Ma Sophie è stata molto generosa e garbata nell’approcciarsi a questi mondi; ha davvero lavorato tantissimo soprattutto considerando che si è confrontata con una lingua che non è la sua. Le sono davvero tanto grato.

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E del videoclip che cosa potete dire?
S. È fantastico!

M. Lo abbiamo registrato una settimana fa e lo stiamo chiudendo in questo momento. È un video molto interessante per un aspetto che tengo molto a sottolineare, ovvero quello della squadra. Il team è estremamente omogeneo, con un grande visione femminile e di inclusività e mi inorgoglisce tantissimo anche dal punto di vista tecnico.

 
 
 
 
 
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Sophie, con Hypnotized sei stata la voce femminile del 2020 ma ti aspettavi un successo di questa portata?
S. Assolutamente no! Non mi sarei mai aspettata un successo così travolgente ma non potrei essere più felice del fatto che proprio l’Italia abbia accolto così quel brano. Amo follemente questo paese tanto che è il mio posto preferito al mondo. Quindi sono felice dell’opportunità di avere avuto tanto successo proprio qui, è un modo per fare parte del vostro Paese.

“Sto cercando di ascoltare sempre più musica italiana, a partire dai brani del passato perché vorrei sentirmi maggiormente connessa con l’Italia. E c’è così tanta bella musica che dovrebbe essere conosciuta ancora di più”, osserva Sophie.

Michele, nel tuo intervento per ‘Scena Unita’ hai parlato di creatività: che ruolo ha in questo momento storico?
M. A ventidue anni avevo la paranoia nel definirmi artista perché, quando uno lo fa, finisce per essere tacciato di arroganza. Ecco, io in questo momento della mia vita, a ventisette anni, non ho più questa paranoia. Un artista è colui che ha una visione creativa del mondo che può anche non piacere a tutti o essere mediocre. A me capita di vedere il mondo in maniera creativa tutti giorni, costantemente. Stiamo vivendo, come individui e come comunità, un periodo di trauma fortissimo e il fatto di avere la creatività di qualcuno che ci possa aiutare a capire e decifrare questo momento storico credo che sia essenziale. Credo tantissimo in questo: vivo l’arte come una missione. E quando si scrive una canzone nuova o si presenta al pubblico un progetto creativo nuovo si ha anche una responsabilità perché quella cosa è un mezzo per tradurre la vita.

In attesa del tour invernale, Michele Bravi ha annunciato una serie di appuntamenti live in acustico (piano e voce). Date e biglietti sulla pagina dedicata di Vivo Concerti.

Foto da Ufficio Stampa Wordsforyou