Fosco17 ci racconta il nuovo singolo ‘le mie canzoni amare’, descrivendolo come un gancio tra passato e futuro.

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È disponibile dal 4 dicembre in streaming e digital download le mie canzoni amare (Trident Music/Polydor), il nuovo singolo di Fosco17. Il brano arriva ad un anno di distanza dalla pubblicazione del primo album dell’artista bolognese e dal tour che lo ha accompagnato nel 2019, dopo la partecipazione alla precedente edizione di Sanremo Giovani.

«Il tour del disco è finito a febbraio. Avremmo suonato anche in estivo, ma abbiamo deciso di stare fermi visto che avevo il disco nuovo da finire. Mi sono trovato a fare musica e ho questo brutto vizio di volerla pubblicare» ci dice Fosco17, che poi ci racconta le mie canzoni amare.

«All’inizio questa canzone non volevo neanche pubblicarla, ci è mancato poco che fosse esclusa dal disco. – racconta il cantautore – Poi è diventata un singolo. Ho scritto le mie canzoni amare un anno fa. Il disco ha preso una deriva molto lontana da quella del pezzo, così lo abbiamo riarrangiato non in modo più coerente, ma diverso. Ha assunto una nuova energia che mi ha convinto».

«Nella versione precedente il brano non aveva quel piglio che ha ora. Sono tante le sue sorelle che non vedono la luce. Il mio computer è pieno di canzoni che non escono, ma evidentemente le mie canzoni amare doveva uscire. Il suo difetto è che è deliberatamente una hit, si sente che è scritta con l’intento di essere diretta. Questa cosa non mi faceva molta simpatia. È una sorta di gancio tra ciò che c’è stato e ciò che ci aspetta. Rappresenta il concetto italiano che cercherò di comunicare in futuro».

Fosco17 parla di concetto italiano anche in riferimento al video de le mie canzoni amare, un cortometraggio che cattura l’estetica del brano e del suo prossimo album. Il gusto del cinema e della televisione italiana catturati in quattro sequenze surreali, che abbattono la terza parete ridefinendo il confine tra la classe e il sarcasmo. Il video è realizzato con la direzione artistica di Giacomo Adelizi, la regia di Luca Mallardo e prodotto dal Millenium Club all’interno del Project Festival SUNER targato Arci Emilia Romagna, con il contributo della Regione Emilia Romagna, nell’ambito della Legge 2.

«Anche per il video volevamo un’estetica italiana senza pretese – ci dice Fosco17 – che è un po’ lo stesso concetto di Boris. L’estetica italiana va da Fellini a Sordi e Villaggio, passando anche però per Boldi e De Sica. La magia dell’arte italiana è che, pur avendo un’estetica dubbia tra tracotanza kitsch e l’essere sofisticati, riesce sempre a identificare l’idea di essere italiano. Sta sul perenne confine tra la cosa di classe e la cosa pacchiana».

«Credevo di avere un’idea in testa, ma ripensandoci non avevo proprio chiuso il cerchio. Ho avuto più tempo a causa di questo anno e ora ho tutto molto più chiaro. Il prossimo step è riuscire a farlo arrivare a chi mi ascolta».