Il sistema di intelligenza artificiale dell’azienda USA arricchisce la sua antologia poetica e declama versi inediti del poeta torinese.

“Ok Google, dimmi una poesia di Guido Catalano”: d’ora in poi all’assistente virtuale che abbiamo oramai quotidianamente a portata di mano potremo chiedere anche questo. E a risponderci sarà la voce dell’autore, il poeta torinese Guido Catalano che l’azienda americana ha voluto coinvolgere in un progetto tra tecnologia e letteratura.

La novità poetica di Google Assistant va sostanzialmente ad arricchire l’antologia di classici che il sistema di intelligenza artificiale del colosso informatico aveva già inserito nel suo “cervellone” digitale. Da Leopardi a Pascoli, da Foscolo a Carducci, erano già parecchie le poesie che si potevano ascoltare da smartphone, tablet e dispositivi Google Home.

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Per la prima volta, però, a recitare i versi dei testi è la voce del loro stesso autore, che a Google ha consegnato alcuni componimenti inediti.

“Quando mi è stato proposto di scrivere delle poesie per l’Assistente, l’ho trovato un esperimento interessante […] stimolante e molto divertente nel processo creativo”.

Guido Catalano su La Repubblica

Del resto, l’intreccio tra umanesimo e tecnologia è un impegno che Google sta coltivando da tempo, inseguendo una sorta di umanizzazione dei sistemi per rendere l’interazione più fluida possibile. E considerato che Catalano si è anche lasciato ispirare dallo stesso Assistente hi-tech per alcune sue poesie, si può dire che il cerchio si chiude.

Certo, resta più probabile che a Google Assistant si chieda come sarà il tempo o come si cucina una certa ricetta o, ancora, qual è stato il risultato di una partita, ma un po’ di poesia non ha mai fatto male a nessuno.

Scritto da Paola Maria Farina