I Mumin, creati da Tove Jansson, sono molto più che personaggi per bambini: sono creature poetiche che raccontano un’altra idea di vivere. Questo è il nostro viaggio tra arte, memoria e magia nordica.

È impossibile passeggiare per le strade di Helsinki, in Finlandia, senza imbattersi continuamente in un’immagine, una foto o una citazione dei Moomin (meglio noti in italiano come Mumin). Se non li conoscete, la reazione potrebbe essere spiazzante: i Mumin sono infatti animaletti bianchi (simili a ippopotami) che i finlandesi considerano un vero e proprio fenomeno di costume. La guida che ci ha portato in giro per Helsinki in una fredda mattina che nulla aveva di estivo ci ha anche suggerito gli shop più affidabili dove acquistare il merchandising. Non contento, giunti davanti alla strada di Luotsikatu – esempio di coloratissima architettura Art Nouveau – ci ha tenuto a indicarci il balconcino bene in vista di uno dei variopinti palazzi: è lì – ha commentato contento – che ha vissuto Tove Jansson. Più nello specifico, l’inventrice dei Mumin.

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Si deve dunque alla Jansson questo tripudio di cultura pop nel cuore di Helsinki, ma i Mumin vanno ben oltre il semplice fenomeno culturale. Sono ormai storia della stessa Finlandia. La Jansson – pittrice e illustratrice finlandese (ma appartenente alla minoranza di lingua svedese) – ha iniziato la sua serie di libri per l’infanzia sui Mumin nel 1945. La pubblicazione di romanzi e libri illustrati è continuata poi fino al 1993 con traduzioni in più di 50 lingue. In Italia abbiamo dovuto aspettare il 1958, quando Donatella Ziliotto tradusse alcuni scritti per Il Martin Pescatore (fondata da lei stessa per la Vallecchi). Non tutti i libri sono tuttavia editi in Italia e questo spiega come mai siamo rimasti per lo più ignari di questo fenomeno che ha poi prodotto serie animate, negozi e persino parchi divertimento non solo in Europa, ma anche in Corea del Sud e Giappone.

Tove Jansson e la nascita dei Mumin

Per quanto siano carini, i Mumin sono in realtà una famiglia di troll che vivono nella Moominvalley e la loro genesi non è mai stata effettivamente chiarita da Tove Jansson. In una prima versione della storia, la scrittrice ha raccontato che il merito di questa invenzione si deve a un suo zio: per impedire a una piccolissima Tove di prendere cibo dalla dispensa, il parente le disse che era abitata da «freddi mumintroll (moomintrolls)». In una lettera a Paul Ariste nel 1973, la Jansson specificò invece che la parola esprimeva piuttosto qualcosa di soffice, suggestione data soprattutto dalla ripetizione della lettera m. Una dolcezza che si manifesta anche nella caratterizzazione dei personaggi.

A proposito dei personaggi, la famiglia Mumin è composta da Moominpappa, Moominmamma e Moomintroll, che è appunto il personaggio principale della storia, noto anche come Moomin. Moomintroll è felice per ogni cosa che vede e trova ed è indubbiamente un personaggio positivo, sempre desideroso di aiutare gli altri. Altri personaggi hanno poi trovato la fama tanto quanto il piccolo Moomintroll: tra questi, spiccano senza dubbio Little My e Snufkin. Little My è dispettosa e la sua personalità è cinica: in men che non si dica, è diventata uno dei personaggi preferiti dal pubblico, soprattutto per la sua capacità di essere molto razionale e caotica. Snufkin è invece il migliore amico di Mumin, un viaggiatore solitario che suona l’armonica e ama la vita semplice, senza complicazioni.

Una famiglia di troll dal cuore gentile

I personaggi, tuttavia, da soli non bastano a spiegare il successo dei Mumin. In parte la loro pubblicazione continuata per quasi 40 anni ha permesso ai lettori di vedervi sprazzi della vita di Tove Jansson e del contesto in cui è stata costretta a muoversi. I primi due libri, ad esempio, (in inglese The Moomins and the Great Flood e Comet in Moominland) – pubblicati nel 1945 e nel 1946 – erano incentrati su disastri naturali, fortemente influenzati dalla guerra e anche dalla depressione dell’autrice. Allo stesso modo, tutta la famiglia Mumin prende spunto dal nucleo familiare della Jansson – tutti amanti della natura e assolutamente accoglienti e inclusivi – così come la relazione dell’illustratrice con l’artista grafica Tuulikki Pietilä ha non solo contaminato l’arte dei Mumin, ma si è tradotta nel personaggio Too-Ticky in Moominland Midwinter.

Tove Jansson ha vissuto una vita estremamente libera e tutto ciò si traduce nel mondo dei Mumin che – non senza malinconia – sposano le differenze: sono personaggi sempre gentili, accoglienti e sempre felici con pochissimo. È questa filosofia che – più di ogni altra cosa – ne ha decretato il successo.

Dal fumetto alla TV: la Mumin-mania globale

Molti infatti hanno completamente dimenticato i libri e le illustrazioni di Tove Jansson, perché i Mumin hanno ormai infinite declinazioni: nel 1947 sono diventati un fumetto sul giornale finlandese Ny Tid, per poi apparire addirittura nel 1954 sul londinese The Evening News. Sono comic strip che continuano ad essere pubblicate dalle case editrici di fumetti e graphic novel, complice anche l’arrivo dei Mumin nel mondo della tv e del cinema.

La produzione su schermo è ricchissima: il prodotto più famoso è probabilmente la serie Moomin, prodotta dall’olandese Telecable Benelux B.V. e animata dalla giapponese Telescreen Japan. Si tratta del terzo adattamento anime del fumetto, ma è il primo ad essere distribuito in tutto il mondo. Siamo nel 1990: la serie debuttò su TV Tokyo prima di essere trasmessa anche dalla CBBC. All’anime, nel 1992, è seguito poi il film Comet in Moominland. Esistono anche versioni animate russe, polacche e austriache: a dimostrazione di quanto la fama dei Mumin vada ben oltre la Finlandia. L’ultima produzione televisiva in ordine cronologico, pensate, risale al 2019: il titolo è Moominvalley ed è realizzata in CGI. Prodotta da Gutsy Animations, in Italia la serie è stata trasmessa su Rai Yoyo dal 26 settembre 2020 al 2 aprile 2023.

A tutto ciò si sommano le produzioni teatrali e persino i videogiochi: nel 1997 uscì il gioco per PC Muumit ja Taikurin hattu (The Moomins and the Hobgoblin’s Hat), mentre è del 2000 Moomin’s Tale (della Sunsoft) per il Game Boy Color. Due giochi sono usciti per la Nintendo DS (uno in esclusiva per il Giappone) e, nel 2024, è stato rilasciato Snufkin: Melody of Moominvalley per Steam e Nintendo Switch.

L’arte dei Mumin: mostre e l’anniversario Moomin80

Le dimensioni del fenomeno ora dovrebbero esservi chiare e infatti i Mumin hanno registrato un tale boom da essere presto diventati anche oggetti di design con tanto di mostre dedicate. Nel 2025 cade il loro 80esimo anniversario e – presso la Brooklyn Public Library – a giugno 2025 ha inaugurato la mostra Tove Jansson and the Moomins: The Door Is Always Open. Si tratta della prima mostra mai realizzata su Tove Jansson e i Mumin negli USA.

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Le celebrazioni di Moomin80 stanno, del resto, permettendo varie esclusive: all’HAM Helsinki Art Museum è, ad esempio, esposta per la prima volta l’ultima opera monumentale di Tove Jansson, realizzata nel 1984 per l’asilo Taikurinhattu di Pori. L’HAM ha in realtà dedicato all’illustratrice un’intera retrospettiva: Tove Jansson: Frescoes and The Hobgoblin’s Hat. E ancora: al Prins Eugen’s Waldemarsudde di Stoccolma, fino al 17 agosto, è possibile visitare la mostra From Moomin to Chop Chop, una celebrazione dell’arte dei libri illustrati. 

Mumin World, Moominvalley Park e il culto del collezionismo

Oltre le celebrazioni per gli 80 anni dei Mumin, è bene poi sapere che a Tampere, in Finlandia, sorge il Moomin Museum con illustrazioni di Tove Jansson, miniature e persino una piccola (è alta 2 metri e mezzo) riproduzione della casa dei Mumin. La Moomin House fu costruita proprio da Tove Jansson, la sua compagna Tuulikki Pietilä e Pentti Eistola negli anni ‘70. 

Infine, i Mumin vantano persino dei parchi divertimento a loro completamente dedicati: Moomin World disegnato da Dennis Livson – si trova sull’isola di Kailo accanto a Naantali. Il Moominvalley Park si trova invece ad Hannō, nella prefettura giapponese di Saitama. Ci sono poi negozi e café completamente dedicati ai Mumin, perché – come dicevamo – questi personaggi sono un fenomeno di massa ma anche pregiati oggetti di design.

Nei negozi troverete di tutto – dalle calamite ai barattoli di biscotti – ma sono le tazze che vanno a ruba, tanto da essere protagoniste di un collezionismo molto vivace. In particolare, le tazze collezionabili sono le Arabia che hanno una linea dedicata esclusivamente ai Mumin con l’uscita di oggetti da collezione o rari che vanno a ruba. Un mondo tutto da scoprire questo dei Mumin: basta decidere da dove iniziare.

Foto: Shutterstock

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