Lo street artist rivendica un nuovo intervento a Bayswater, mentre un’opera gemella nei pressi del Centre Point riaccende il dibattito su povertà infantile e invisibilità sociale nel cuore di Londra.
Banksy è tornato a colpire, rivendicando la paternità di un nuovo murale apparso nella zona ovest di Londra, a Bayswater. L’artista ha confermato l’opera attraverso i suoi canali social, pubblicando due immagini che mostrano una scena in chiaroscuro: due bambini sdraiati a terra, avvolti in cappotti e cappelli invernali, uno dei quali punta l’indice verso il cielo.
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Il murale, dipinto su un muro sopra una fila di garage in Queen’s Mews, sembra riprendere in modo quasi identico un’altra opera comparsa pochi giorni prima nei pressi del Centre Point, storico grattacielo su Tottenham Court Road. Sebbene i rappresentanti dell’artista abbiano ufficialmente confermato solo il lavoro di Bayswater, diverse fonti attribuiscono a Banksy anche il secondo intervento.
Il messaggio appare come una nuova, potente denuncia dell’emarginazione e della povertà infantile, in continuità con temi già affrontati dall’artista in passato. Non è un caso che Centre Point sia un luogo simbolico per le proteste legate alla crisi abitativa: l’edificio, rimasto vuoto per anni dopo la sua costruzione negli anni Sessanta, divenne emblema delle disuguaglianze urbane prima di essere trasformato in lussuosi appartamenti.
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Secondo alcuni osservatori, il bambino raffigurato sarebbe lo stesso personaggio già apparso in un’opera del 2018, un dettaglio raro nel linguaggio visivo di Banksy. Un ritorno che rafforza il senso di urgenza del messaggio: l’invisibilità dei più fragili, anche nel cuore delle città che brillano.