Intervista a Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura di Milano, su ‘Invocations. Becoming Animal’ nell’ambito della quinta edizione di BIENALSUR.

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Alla Fabbrica del Vapore visitiamo Invocations. Becoming Animal. La mostra, presentata nell’ambito della quinta edizione di BIENALSUR, fa parte di un ampio progetto curatoriale che analizza il rapporto tra il corpo umano e i corpi non umani nel mondo che abitiamo.

Il concetto guida è racchiuso nel termine Invocations, ripreso da una conferenza di James Hillman, in cui lo psicoanalista descrive l’invocazione come una chiamata agli spiriti invisibili. Un gesto che implica lo spostamento del soggetto umano dal centro della scena verso i lati, in un movimento anti-moderno che mette da parte l’ego, l’eroe, le intenzioni e la biografia personale. Tra gli ospiti dell’inaugurazione Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.

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Invocations. Becoming Animal, Bienalsur
Invocations. Becoming Animal, Bienalsur

Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura di Milano: «La Fabbrica del Vapore è un luogo di sinergie di scala internazionale»

Assessore Sacchi, oggi si inaugura alla Fabbrica del Vapore una grande collettiva che mette in dialogo l’America Latina e l’Italia sul tema dell’ibridazione tra uomo e natura. Qual è il significato di un progetto come questo per la città di Milano? E come si inserisce nell’approccio della Fabbrica del Vapore verso le nuove forme di contaminazione tra uomo, natura e tecnologia — come accade anche con il lavoro di Andrea Crespi sull’ibridazione uomo-macchina?
«Il fatto che BienalSur arrivi a Milano, alla Fabbrica del Vapore, è chiaramente un fatto rilevante, pieno di significato. È un fatto che insiste su quella capacità di Milano di questi anni di tessere delle relazioni con il mondo sui temi dell’arte contemporanea.

Invocations. Becoming Animal, Bienalsur
Invocations. Becoming Animal, Bienalsur

La Fabbrica del Vapore deve essere considerata un luogo ospitale che attiva anche questo tipo di sinergie su scala internazionale. Il lavoro che ci ha presentato Benedetta Casini, che ha curato questa mostra, ovviamente arriva da un percorso che non prevedeva nella mappa, nella geografia dei luoghi di questo appuntamento Milano, ma da quest’anno, dal decimo anno di storia di questa grande realtà espositiva curatoriale di ricerca, Milano diventa un pezzo di questo racconto.

Io sono rimasto molto entusiasta quando mi è stato presentato il lavoro perché conoscevo il valore artistico e culturale di questa grande realtà che ha cucito vari luoghi del mondo intorno a delle tematiche sempre molto opportune, molto puntuali. In questo caso il rapporto col mondo animale è ovviamente trattato da diversi artisti italiani e dell’America Latina che usano media diversi. Sguardi sul nostro tempo e sul mondo animale e sulla nostra terra molto diversi. 

Sono molto soddisfatto anche perché la Fabbrica del Vapore sta diventando sempre di più un luogo di riferimento anche per questi contesti internazionali».

Invocations. Becoming Animal, Bienalsur

Arte e IA

Oggi l’arte ha questo potere evocativo, critico e pervasivo che tocca tutti gli spazi di questo luogo. Ibridazione tra animali e esseri umani presentati in questa bellissima collettiva, ibridazione tra essere umano e macchina presentata qui a fianco nella mostra di Andrea Crespi. Qual è la sua opinione sull’utilizzo delle intelligenze artificiali e sullo sviluppo di quello che viene chiamato oggi l’ultra uomo, lo sviluppo dell’essere umano come essere biologico attraverso una conoscenza, una logica e un intelletto artificiale?
«Qui il fattore umano antropologico è molto evidente. La Fabbrica del Vapore lascia spazio a più autori, a più interpretazioni, come abbiamo detto. Non è l’unica mostra questa collettiva, ma è un luogo che ha questa capacità di produrre una proposta continuativa e frequente di mostre, di attività espositive.

Il rapporto con l’intelligenza artificiale è uno dei grandi enigmi del nostro tempo. Sicuramente non ho una risposta efficace nella lettura di quello che è un tema critico del nostro presente. Proprio recentemente abbiamo partecipato ad Amsterdam a un meeting di grandi città della cultura. Da Giacarta a San Paolo, da San Francisco a Londra passando per Amsterdam. Uno dei grandi interrogativi era legato al rapporto tra cultura e tecnologia e la risposta più efficace che è uscita in quel simposio, in quel momento, è stata di non avere paura della tecnologia, ma di avere la capacità in un certo senso di accettarla e di interpretarla nella maniera più opportuna. Gli artisti, come spesso capita, ci possono dare una linea di lettura anche di un tema critico e difficile come quello della presenza tecnologica nelle nostre vite, che è diversa dalla tecnologia in astratto. 

È un tema complesso e sicuramente inevitabile, su questo non c’è dubbio. Ce ne dovremmo occupare tutti, a nostro modo. Quindi staremo a vedere».

Invocations. Becoming Animal, Bienalsur
Invocations. Becoming Animal, Bienalsur

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