Dal 7 ottobre è disponibile il nuovo album di Mondo Marcio, ‘Magico’, un progetto che ruota attorno al concetto di passione e talento. Ecco cosa ci ha raccontato il rapper.

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Arriva venerdì 7 ottobre ‘Magico’, il nuovo album di Mondo Marcio che si muove tra sguardo intimo e osservazione sociale. Eterogeneo ma allo stesso tempo coerente nel suo sviluppo, il disco mette al centro quello che ne è diventato poi anche il titolo. “Il concept parla della motivazione e della tua risorsa numero uno, che nel mio caso è la passione, l’amore che ho per quello che faccio”, spiega Mondo Marco introducendo il lavoro.

“Da qui, l’analogia con ‘Magico’ come magia personale, la tua fiamma interiore”, prosegue l’artista. “Da quando ho iniziato sino ad oggi, la soluzione per me è stata quella di tenere accesa la fiamma, di alimentare quel talento che ti rende speciale. Per me è la musica, per te può essere la scrittura, per un altro lo sport… Ma tutti quanti abbiamo un talento che ci rende speciali, magici”.

 
 
 
 
 
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“Quello che intendo dire è di ricordarsi sempre di tenere quella luce accesa perché la vita ci mette alla prova, lo sappiamo tutti, e ce lo hanno dimostrato specialmente gli ultimi due, tre anni”, continua Mondo Marcio. “Anche oggi il clima non è tra i più sicuri in generale in Italia, c’è molta incertezza. Per affrontare tutte le prove, la mia esperienza personale è stata ricordarsi di avere questa luce dentro e non cercarla fuori – negli orologi, nelle macchine o nelle cose un po’ effimere –”.

“Questo è il concept di ‘Magico’, magia personale. Significa soprattutto tenere ben presente che c’è di più, di molto più grande e molto più importante delle cose un po’ spicce di cui parlano molte canzoni rap. Trovare qualcosa che ami davvero è quello mi ha tenuto su in tanti momenti in cui non avevo nient’altro. È per questo che ho voluto chiamare il disco ‘Magico’”.

Vecchia rabbia e nuova consapevolezza

Tanti i temi che si snodano nel disco, con una consapevolezza che per Mondo Marcio fa rima più che con maturità con l’abbandono di una certa rabbia. “Rispetto agli esordi, penso che più che altro è cambiata la persona: Gianmarco è cambiato e la musica è una conseguenza della persona. Quindi, cambiando io e possibilmente evolvendomi, si è evoluta anche la mia musica. Ora non so se la musica che faccio adesso più matura di quella che facevo sedici anni però la prospettiva sicuramente è più consapevole”.

“Diciamo che a sedici anni, quando scrivevo ero un pochino come una pallina da ping pong emozionalmente”, prosegue il rapper. “Nei miei versi c’era molta rabbia, molta inc***tura però non puoi rimanere inc***to a vita, e meno male sennò mi sarei sparato un colpo in testa. Certe montagne vanno superate e la rabbia ha lasciato posto alla consapevolezza che è molto più utile. Questo è l’approccio emozionale oggi”.

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“Negli ultimi anni ho cercato di modulare l’ego. Questo avatar, Mondo Marcio, è una sorta di alter ego che a tutti gli effetti mi ha salvato la vita perché comunque chissà che quali scelte avrei fatto se non ci fosse stato Mondo Marcio… però, comunque, resta un alter ego, un supereroe, un costrutto fittizio della mia psiche e da tale va trattato. Quindi ho imparato ad accenderlo e spegnerlo. Se sono sul palco chiaramente mi devo sentire dio del rap, perché sennò non posso dare una buona esperienza a chi paga il biglietto. Nella vita quotidiana, invece, questo ego va tenuto sotto controllo perché altrimenti diventa un massacro”.

“In questo senso l’autocelebrazione c’è in episodi selezionati del disco, come in Show Off, perché ci deve essere. In fondo, non faccio il filosofo ma faccio l’entertainer quindi ti devo dare qualcosa che puoi ascoltare quando vai in palestra, quando sei con gli amici o quando vuoi gasarti. Però, al tempo stesso, non può essere solo quello”.

Saper modulare ego e rabbia, spiega ancora Mondo Marcio, è un processo che richiede tempo e impegno. “Sono stati tanti i momenti, nel senso che l’odio logora chi lo porta non chi lo riceve. Questo vale anche per la rabbia, per il rancore, per l’inc****a, e un certo punto la devi lasciar andare, sei obbligato a farlo per la tua preservazione. Questa è una cosa che ho imparato negli anni. Trovandomi tante volte in momenti in cui mi esplodeva la testa,  ho capito che bisogna fare un respiro”.

 
 
 
 
 
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“La soluzione non è aggredire il mondo, se non in chiave positiva, cioè cercando di essere la migliore versione di te stesso, facendo il meglio di te e creando qualcosa”, riflette ancora l’artista. “Lo vedi nella pratica perché tutte le volte che cerchi di sfogarti in maniera negativa non si ottiene niente. Quando invece crei qualcosa, la creazione è un atto d’amore e allora lì ottieni dei risultati personali, anche concreti. È lì che nasce qualcosa di buono, perché nessuno ama gli hater e tutti vogliono avere a che fare con qualcuno che porta qualcosa di buono sul tavolo e nel mio caso sono le canzoni. La musica e i live sono stati la mia rivincita”.

“Più che quello che c’è dietro le canzoni, è quello che c’è dentro le canzoni”, dichiara. “E la vita che c’è dentro la puoi sentire soprattutto in pezzi come Senza veli, che secondo me è abbastanza divertente, o come Allo specchio, sono robe abbastanza importanti. Sono abbastanza un topo da studio ma la vita che c’è dentro le canzoni è molto particolare ed è tutto molto trasparente”.

La musica e i giovani nel segno dell’omologazione

Lo sguardo di Mondo Marcio si allarga, quindi, alla musica e ai giovani in generale. “Oggi la tendenza generale è quella di omologarsi al trend, però è una cosa che non mi è mai riuscita né, in tutta onestà, mi interessa. Non ha mai fatto parte di me neanche come persona. Rispetto al cercare di fare quello che fanno gli altri, anzi, ho sempre fatto quasi un passo indietro: se tutti fanno una certa cosa, la percepisco come qualcosa che è già stato fatto quindi non è così necessario che la faccia anch’io”.

“Credo che per dare qualcosa che arrivi bene a chi ascolta deve prima di tutto arrivare bene a te. Non è una scelta, è proprio una condizione dettata da quello che sono: cerco la verità, un pezzo deve suonare genuino a me per primo e deve emozionare me per primo. Questa è la base di partenza di tutte quante le canzoni”, sostiene il rapper.

“Adesso c’è tanta omologazione, e non solo nella rap o nella musica ma nella cultura in generale. Prendi i film e le serie tv, sembrano fatte tutte un po’ con lo stampino. Io cerco qualcosa che gasi me per primo e la musica che esce è la conseguenza di questo senso”, dichiara poi Gianmarco. “Nel disco ci sono anche produzioni Trap, mi piace usare i trend però il risultato finale deve essere una roba mia al 100%. Credo che oggi più che mai bisogna portare qualcosa di più creativamente, abbiamo bisogno di stimoli e ne hanno bisogno le nuove generazioni. Da quello che sento c’è una valanga di teenager che soffrono di attacchi d’ansia attacchi di panico e ansia. Non puoi cioè stare così a quell’età e se ci si fossero dei contenuti un pochino più stimolanti potrebbero essere un gancio per affrontare le cose in maniera diversa”.

“Onestamente non c’è nessuno che assomigli a quello che ero anni fa, però anche giusto che non ci sia”, osserva Mondo Marcio “Viviamo tempi in cui sembra tutto molto facile e bisogna far capire che non è solo oro quel che luccica sui social. È un messaggio difficile e delicato da far arrivare ma se ascolti con un pochino più di attenzione alle mie canzoni capisci da che parte sto e che mondo vorrei”.

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Mondo Marcio e il suo pubblico

Ma quale ruolo pensa di avere, oggi, Mondo Marcio nella scena rap? “Non ho un ruolo specifico ma sono anche felice di non averlo. Penso che la mia musica sia il ruolo, e sicuramente quello che ho portato sulla scena per certi aspetti prima non c’era. Voglio dire, un certo tipo di narrativa molto intima e molto personale prima di Dentro alla scatola non c’era e anche una certa attitudine, ovvero l’intenzione di portare il rap alle orecchie e agli occhi di tutti. Prima questo era visto come una bestemmia, non sai tutte le frecciate che mi sono preso. Questo penso sia il mio contributo alla scena italiana”.

Rispetto, invece, al tipo di pubblico, il rapper osserva che “chi ascolta Mondo Marcio lo ascolta non necessariamente per ballare, chi mi ascolta è per sentirsi capito. Parlo di cose che non senti spesso nelle canzoni, un punto di vista fresco, soprattutto intimo e sentito di qualcosa che io ho vissuto in prima persona. Tutti i contenuti sono autobiografici e quindi, quello che ho notato anche dei messaggi che mi arrivano, è che sono tutte persone che hanno dovuto affrontato delle prove non indifferenti, superate con le loro gambe, e che, sentendo un altro che ha passato le stesse cose, si sentono capiti, più forti grazie a questa cosa. Sull’età onestamente non lo so perché c’è un riciclo in corso che non sto capendo bene però è una cosa molto positiva. Sono molto contento di questo, è anche il bello della musica”.

“Trovo meraviglioso che un ragazzino di 12 anni con problemi in casa, sentendo un pezzo di Mondo Marcio che ho scritto quando avevo io 16 anni, riesca a relazionarsi. È ciò che rende l’arte senza tempo, la trovo una cosa meravigliosa”, conclude.

 
 
 
 
 
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Mondo Marcio presenterà dal vivo e firmerà le copie di ‘Magico’ in occasione di una serie di date instore nelle principali sedi Feltrinelli del Nord Italia alle ore 18.00. Gli appuntamenti previsti al momento sono:

  • 07 ottobre a Milano (piazza Duomo)
  • 10 ottobre a Bologna (piazza Ravegnana, 1)
  • 11 ottobre a Torino (Spazio Comala di corso Giovanni Agnelli, 148)
  • 12 ottobre a Genova (via Ceccardi, 16).

A febbraio 2023, poi, il rapper sarà live secondo il seguente calendario (biglietti in vendita da lunedì 10 ottobre):

  • 01febbraio 2023 Roma Largo Venue
  • 02 febbraio 2023  Milano Magazzini Generali
  • 03febbraio 2023 Torino Hiroshima Mon Amour

Foto da Ufficio Stampa Coco District