Lunedì 6 ottobre 2025, l’ingresso di Triennale Milano ha accolto un ippopotamo, quarta e ultima scultura monumentale della serie La fragilità del futuro di Jacopo Allegrucci. L’opera resta visibile – condizioni meteo permettendo – fino al 9 novembre, giorno di chiusura della 24a Esposizione Internazionale Inequalities.
Dopo l’elefante della Namibia, la balenottera azzurra (distrutta a luglio da un atto vandalico) e la giraffa di Rothschild, tocca all’ippopotamo accogliere i visitatori. Le quattro opere realizzate appositamente per Inequalities, esprimono una riflessione urgente sulla fragilità ecologica e le disuguaglianze ambientali.
Ogni installazione, infatti, si ispira al naturale processo di deperimento dei materiali, rappresentano un potente simbolo delle fratture ambientali e sociali che minacciano l’equilibrio della Terra.
In questo senso, l’artista crea un parallelismo tra specie a rischio e la condizione temporanea della cartapesta, materiale riciclabile esposto agli agenti atmosferici, che simboleggia vulnerabilità e deperimento.
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La serie vuole essere, nel suo complesso, proprio un monito poetico contro la crisi climatica. E l’ippopotamo, con la sua mole imponente ma effimera, completa un quartetto che Allegrucci ha concepito appositamente per la Triennale.
Come l’elefante e la giraffa anche l’ultimo animale troverà poi posto nel giardino mentre la balenottera, vandalizzata, rimane un’assenza simbolica. Tutte le sculture, esposte in spazi aperti, interagiscono con il pubblico e l’ambiente, subendo il passare del tempo come metafora della crisi ecologica.
Immagini Ippopotamo Allegrucci – © Triennale Milano