Rubata nel 1973, la ‘Madonna con Bambino” di Antonio Solario fa il suo ritorno al Museo Civico di Belluno.
Dopo oltre cinquant’anni, la Madonna con Bambino di Antonio Solario, rubata nel 1973 dai Musei Civici di Belluno, è tornata a casa. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha consegnato l’opera al museo, segnando un momento storico per la città in vista del 150° anniversario del Museo Civico nel 2026. Il dipinto, parte della collezione donata nel 1872 da Antonio Giampiccoli, era stato sottratto nella notte tra il 24 e 25 agosto 1973 dal Palazzo dei Giuristi. Senza lasciare tracce nonostante le indagini immediate.
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Nel febbraio 2017, i Musei Civici sono stati informati di un tentativo di vendita all’asta del dipinto da parte di un privato britannico. Quindi, il Nucleo Carabinieri T.P.C. di Venezia ha individuato l’opera in una casa d’aste inglese, avviando un complesso processo di rimpatrio. Coinvolti l’Amministrazione comunale, il Ministero della Cultura, la Procura di Belluno, la Soprintendenza per Venezia e Laguna, un avvocato italo-americano e ARTE Generali, il recupero è stato rallentato dalla Brexit e dalla pandemia.

Sono trascorsi otto anni da allora e, finalmente, a maggio 2025, grazie alla collaborazione della detentrice in buona fede, l’opera è tornata a Belluno. “Direi che la parola chiave del risultato è stata proprio ‘determinazione’”. Così il Comandante provinciale dei Carabinieri, Enrico Pigozzo, come riferisce il Comune di Belluno. “Quando abbiamo realizzato che eravamo al punto finale, abbiamo ulteriormente rafforzato il coordinamento tra tutti gli attori. Finché una sera, ho ricevuto il messaggio che l’opera era nell’Ambasciata Italiana di Londra, finalmente in suolo italiano, pront[a] per tornare a casa”.
Un simbolo di identità
Inizialmente attribuita a Giovanni Bellini, l’opera è stata riconosciuta come un capolavoro di Antonio Solario, pittore veneziano attivo tra XV e XVI secolo. Parte del nucleo fondativo del Museo Civico, aperto nel 1876, il dipinto rappresenta un frammento dell’identità bellunese. “Restituire questo dipinto alla città significa restituirle un frammento della sua identità, della sua storia e della sua anima”, ha affermato il sindaco Oscar De Pellegrin (Fonte: Comune di Belluno).
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“Da oggi, questa opera d’arte non è solo un tesoro ritrovato. È un simbolo vivo di giustizia, di legalità e di amore per il bene comune. E sarà nostra cura ridonarlo alla cittadinanza con il rispetto, il valore e la dignità che merita”. L’assessore alla Cultura Raffaele Addamiano ha aggiunto: “Ora possiamo tranquillamente affermare con soddisfazione che adesso la cultura bellunese ha un assoluto valore aggiunto che fa finalmente giustizia di un remoto torto subito”.
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