Dopo ‘bye bye’, Oscar Anton torna con il nuovo singolo ‘ophelie’, colonna sonora del film ‘Ancora più bello’. La nostra intervista.

loading

Dopo il successo di bye bye, Oscar Anton torna con il nuovo singolo ophelie. Un nuovo brano che racconta la fine di un amore e che conferma la penna (e la musicalità) dell’artista francese. Se bye bye aveva ricevuto il plauso internazionale (e un remix firmato da Bob Sinclar), con ophelie Oscar Anton sbarca al cinema. Il brano è infatti la title track del film Ancora più Bello, diretto da Claudio Norza e prodotto da Roberto Proia per Eagle Pictures con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

Non solo. Anche ophelie vanta infatti un remix, e stavolta è tutto italiano. ophelie nardelli edit è infatti firmato da Federico Nardelli, con cui Oscar ci assicura presto tornerà a lavorare insieme. E anche se l’appuntamento con #Giffoni50 è saltato a causa dell’emergenza sanitaria, vedremo finalmente Anton in tv nella puntata (già registrata) di Radio Norba Cornetto Battiti Live.

«In questo momento sono a casa dei miei genitori. – ci dice subito Oscar Anton – Ero felice di venire in Italia per il Giffoni, ma la mia presenza è saltata per il Covid. Mi è spiaciuto, ma mi sto godendo questi giorni dai miei. Sono invece felice di far parte di Battiti Live, è stato speciale per me. Quando sono arrivato ho visto gli altri artisti suonare e il pubblico riconosceva tutti tranne me, perché in Italia sono l’ultimo arrivato. Mi sono chiesto cosa ci facessi lì ed è stato strano. Ma nello stesso tempo sono stati tutti carini e mi sono divertito molto. Ho cantato bye bye e ophelie ed era la prima volta per me nella tv italiana. C’è sempre una prima volta e sono contento che sia stato a Battiti. L’atmosfera era bellissima».

Oscar Anton e la musica nel film Ancora più bello

Se il debutto nella tv italiana è stato «strano», l’esordio nel mondo delle colonne sonore per Oscar Anton è «un sogno divenuto realtà».

«Sono sempre stato appassionato di cinema e ho sempre pensato che magari in futuro una mia canzone sarebbe finita in un film. E ora non solo è in un film, ma è la canzone principale. Per me è una grande opportunità. Ho incontrato la crew, i produttori, gli scrittori, gli attori ed è stato un bel momento. Volevo far parte del progetto al Giffoni e presentare il film insieme a tutti loro. Sarà per la prossima volta. Già solo far parte del progetto a distanza è una grande opportunità. Ora desidero vedere il film al cinema. Penso che sarà bellissimo».

Del resto, la passione per il cinema di Oscar Anton si evince chiaramente dai suoi videoclip. Se bye bye vantava la regia di sua madre, per ophelie Oscar si è avvalso dell’aiuto di un amico regista.

«A Berlino c’è un aeroporto in disuso in mezzo alla città, possono andarci tutti a fare pic-nic. C’è molta erba. È all’aria aperta. – racconta Oscar – Siamo andati lì ed era un posto magnifico in cui girare. ophelie ancora non aveva un video e abbiamo pensato di girare qualcosa. Abbiamo fatto tutto in un’unica ripresa ed è stata la stessa cosa di bye bye. È il mio stile per i video, farli in un’unica ripresa. Quindi è stato lo stesso processo solo che ero a Berlino e l’ho girato con un amico e non con mia mamma».

L’importanza della melodia

È cambiato poco nella vita di Oscar. Nonostante i numeri da capogiro sulle piattaforme streaming e nonostante i successi. La sua musica nasce ancora tra le mura della sua stanza ed è tutto ancora attutito dalla quarantena forzata del 2020.

«Per me viene sempre prima la musica e poi arriva il testo. Voglio che la gente provi qualcosa già solo con la melodia senza pensare al significato del testo. Quando ho detto che amo i film, pensavo alle scene in cui i personaggi guardano fuori dal finestrino mentre viaggiano in macchina. C’è sempre una musica di sottofondo. La musica di quel momento è musica che ti fa ricordare del tuo passato o dei luoghi in cui hai vissuto. Sono melodie edificanti. Le amo ed è ciò che voglio creare con la mia musica. Voglio creare melodie che raccontino una storia, ma non è facile. Non so come ci riesco, è una sensazione. Non c’è una ricetta».

«Amo lavorare nella mia stanza, non mi piace stare in studio fighissimi. – aggiunge Oscar – Ci vuole troppo tempo, c’è troppa ingegneria. Se per esempio chiedi di registrare una chitarra servono 30 minuti solo per farla funzionare e scegliere il miglior microfono. Tutti vogliono le cose al meglio ed è bellissimo, ma serve tempo. A me piace usare tutto ciò che ho a disposizione immediatamente. Se voglio registrare la chitarra, uso il mio microfono e ci metto un secondo a collegarlo e registrare. Scrivere e registrare in studio non fa per me. Preferisco stare nella mia stanza e fare tutto da solo. Nessuno mi dice niente. E questa cosa mi piace. Credo di essere una persona solitaria, mi piace stare solo. E lavorare in una stanza è fantastico perché ora puoi creare musica ovunque. Ti basta un computer, due speaker ed è fatta».