Al WeWorld Festival il toccante monologo di Valeria Solarino sull’identità di genere scritto da Giovanni Veronesi. Il video.

loading

Valeria Solarino legge un toccante monologo sull’identità di genere in chiusura dell’undicesima edizione del WeWorld Festival. Un’edizione dedicata agli stereotipi, ai diritti e all’empowerment femminile. L’attrice, pronta a tornare a teatro con il nuovo spettacolo Gerico Innocenza Rosa – in cui si affrontano proprio queste tematiche – rivendica nel testo scritto da Giovanni Veronesi  la libertà dell’essere umano di essere ciò che è.

«Sono maschio e sono femmina, sono uomo e sono donna. Sono tutto, sono io».

LEGGI ANCHE: Tiziano Ferro: «La violenza sulle donne è anche psicologica»

«Sono una partigiana, una staffetta. – continua il monologo – Sono in guerra anche io col mondo, solo che al posto del fucile vado in bicicletta. Sono strano per la gente perché a destra sono uomo e a destra sono donna. Da una parte ho la cravatta e dall’altra c’ho la gonna. Ebbene allora?».

«Che volete da me? – legge ancora Valeria Solarino – Sono due in uno. Anzi, uno in  due. Un essere umano solo in due persone complete e felici. Ma ho paura delle botte di notte quando torno solo e sola. Quel coraggio dov’è finito? Scappo a gambe levate sulle metropolitane vuote. Nessuno mi rincorre ma io scappo uguale. Perché c’è sempre un mostro pieno di pregiudizi più ubriaco di me che ha fame del mio sangue. Chiedo aiuto ma nessuno, dico nessuno, muove un dito indignato. Sono tutto, sono Dio».

«Nei vari mondi che conosco esiste un solo cuore che batte uguale per tutti. Davvero, non come lo legge che c’è scritto e poi col fischio che lo è. Il cuore è fatto a pera, nei maschi e nelle femmine. Nei mostri e nelle fate» conclude l’attrice.