Peter White ci racconta il nuovo singolo ‘Gibson Rotte’ e l’iniziativa che ha visto proprio le chitarre protagoniste a Roma.

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Dopo RoséPeter White torna con il suo nuovo singolo Gibson Rotte (Sony Music/Epic Records Italy). Un brano che porta con sé l’intento simbolico di mettere insieme i pezzi e riavvicinare l’artista al suo pubblico grazie alla musica.

«Gibson Rotte è nata un mesetto e mezzo fa, e questo fa capire anche la spontaneità del brano. – ci dice Peter White – È un brano genuino. Dalla chitarra, che è la protagonista del brano, ho abbozzato le linee melodiche. Ma nello stesso tempo è una canzone molto introversa. Direi che è una valvola di sfogo. L’intento è la descrivere i dubbi e le giornate storte».

Anche per questo Peter White, nelle scorse settimane, ha deciso di personalizzare alcune chitarre e filmarle abbandonate davanti ad alcuni dei locali di musica dal vivo di Roma. I più simbolici per il suo percorso umano e artistico. Un piccolo segnale di vicinanza e ripartenza per delle realtà al momento inattive, che però custodiscono dietro alle loro serrande desideri, ricordi e momenti di spensieratezza ancora vividi. Le Gibson Rotte si trasformano così in un messaggio di speranza.

«L’iniziativa nasce in un periodo complicato. – dice il cantautore – Il settore musicale è fermo nel suo organico, perché i concerti ne sono il motore. Parlo in prima persona, è un anno e mezzo che non faccio un concerto. E i live sono il momento in cui ti ritorna quello che dai. Sentivo la necessità di fare qualcosa».

«Abbiamo scelto posti che sono realtà diverse del mio percorso artistico» conclude Peter White.