La nuova web serie ‘Rajel’ fa parte del progetto OLTRE, di cui Mahmood è ambassador. Un’iniziativa contro le differenze e per l’inclusione.

Si chiama OLTRE – Oltre l’orizzonte – Contro-narrazioni dai margini al centro il progetto italiano sostenuto dalla Commissione Europea, Direzione Generale Migrazioni e Affari Interni (Fondo per la Sicurezza Interna – Programma per l’Empowerment della Società Civile). OLTRE sostiene i giovani di nuova generazione che si trovano in situazioni di esclusione e vulnerabilità. L’obiettivo è quello di dar loro voce attraverso processi partecipativi: nulla quindi è più attuale e comunicativo di una web serie, ed è così che è nata Rajel, disponibile su YouTube da giovedì 9 luglio.

Si tratta di una web serie tematica di 4 episodi: attraverso una narrazione positiva, verranno raccontati esempi di integrazione in Italia. Il portale dedicato conterrà materiali che consentiranno a scuole, associazioni e cooperative di produrre ulteriori puntate.

OLTRE, infatti, è un progetto ad ampio raggio (e senza finalità di lucro) sposato tra gli altri anche da Mahmood, ambassador ufficiale dell’iniziativa. I 4 episodi della serie Rajel sono introdotti da un video clip dove il cantante si racconta.

Mahmood a sostegno di Rajel, la sinossi

Siamo sul set della una nuova serie tv Tutti i colori del mondo, uno sceneggiato ambientato nella classe di una scuola superiore di Milano. Un gruppo di ragazzi è guidato da una carismatica professoressa che ha il compito di “accompagnarli” nel diventare grandi. La classica fiction tv politically correct in cui, oltre a mettere in scena le tematiche proprie del mondo giovanile, si parla anche di integrazione. Trattandosi di una classe multietnica, gli attori sul set sono sia ragazzi italiani sia ragazzi di nuova generazione. Con loro ci sono altri attori adulti (nei ruoli di professori ecc.) e tutto il team di produzione, comprendente anche il regista.

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Tutto ruota attorno alla figura di Raf, un ragazzo musulmano di nuova generazione che recita nella fiction. Testardo, ribelle e provocatore, la sua presenza sul set non passa certo inosservata ed è spesso causa di accese discussioni con il regista, Fabio. Del resto, la partecipazione di Raf alla fiction non è volontaria: sorpreso a rubare, Raf è stato costretto dal giudice a partecipare al laboratorio teatrale del carcere dove è stato “scoperto” dalla producer della fiction. Recitare nello sceneggiato è una delle condizioni pattuite per avere la libertà vigilata. Le vicende di Raf si intrecciano a quelle dei ragazzi e degli adulti che incontra sul set, tra amori adolescenziali e conflitti generazionali, confronti ed esperienze che mettono in discussione pregiudizi e stereotipi.

«Parliamo di nuove generazioni, amore, cultura, uguaglianza, inclusione, pregiudizio, razzismo, radici, identità, religione, talento, espressione, possibilità. – dice Mahmood nel promo – Parliamo di Rajel, una nuova serie per andare oltre le differenze».