Ligabue è pronto per gli stadi. Lo racconta alla stampa in occasione di una prova generale tenutasi a Reggio Emilia alla presenza di giornalisti e fan.

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Ligabue è pronto a conquistare gli stadi, a partire il 14 giugno dallo Stadio San Nicola di Bari. Il rocker ha presentato la fitta rete di appuntamenti alla stampa riunita a Reggio Emilia, dove ha anche offerto una specialissima prova generale, riservata ai giornalisti e a qualche fortunatissimo fan.

“Ho iniziato proprio con San Siro nel 1997 e c’è sempre qualcosa di speciale lì – commenta Ligabue in conferenza – se viene chiuso credo si perderà qualcosa di importante nel mondo della musica. Il fascino di San Siro, con la sua storia, è indiscutibile. Dal celebre concerto di Bob Marley in poi. Lì c’erano i tanto paventati 100mila, che non si sa come abbiano potuto starci. Tutti dicono sempre Io c’ero. Ecco, io purtroppo non c’ero. Ma da quel live in poi San Siro ha una storia e un’atmosfera che lo rendono appetibile. Soprattutto per la gente. Un posto che ha un sapore simile è l’Arena di Verona anche se differente, perché in quel contesto lì il concerto ha una valenza particolare”.

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“A vedermi negli stadi, oltre ai fan, penso verrà anche gente occasionale. – continua il cantautore – Gente che magari non verrà mai più. Ritengo sempre importante far sentire materiale nuovo e poi farò una sfilata delle canzoni più famose. Ho trovato l’escamotage di fare due medley, uno voce e chitarra e uno più club rock, che mi permetteranno di farmi sentire un po’ di più. Son due momenti che faranno diventare questo spettacolo un po’ diverso”.

Il rocker precisa poi di soffrire di “dipendenza da palco”: “Mi reputo fortunato anche nel divertirmi – precisa – ma non c’è niente di così divertente come fare un concerto. Il problema è che è un anno e mezzo che non faccio concerti e poi ne faccio 9 tutti insieme. Gestire questa cosa è difficile”.

“La cattiva compagnia è quella che ci popola – conclude infine il Liga parlando del brano La Cattiva Compagnia – sono i fantasmi, i pensieri, le paure, le cose che ci bloccano e non ci permettono di essere come vorremmo essere. In questo album racconto questa sensazione in modo un po’ sereno e un po’ incazzato. Penso che molti si sentano popolati di cattive compagnie, anche se non le chiamano così”.