Matteo Faustini ci racconta ‘Condivivere’, il nuovo album uscito il 9 dicembre: la nostra intervista al cantautore.

loading

«Un terrore che abbraccia la gioia»: con queste parole, in parte ironiche, Matteo Faustini ci introduce nel mondo di Condivivere, il nuovo album uscito il 9 dicembre. Quindici brani intervallati da sei interludi (nonché sedute con lo psicologo): un percorso introspettivo che sottolinea l’importanza della salute mentale. Un progetto in cui il cantautore si mette completamente a nudo e che, anche per questo, mescola luci e ombre.

«Dentro di me sono molto orgoglioso e sereno. – ci dice Matteo – Sono grato di avere avuto il coraggio di uscire dalla mia comfort zone e di aver fatto qualcosa che rimarrà quando non ci sarò più. C’è anche la paura del giudizio costante. Mi dico Chi se ne frega ma il mio cuore non funziona così, purtroppo si offende. Mi serve per imparare».

Tra gli argomenti di Condivivere spiccano la famiglia, la guerra, il perdono, la sensibilità. Tutti raccontati in modo inedito e da originali punti di vista.

«L’album nasce dall’esigenza di comunicare messaggi. – dice il cantautore – Mi piace il fatto di prendere note e parole e guarire. Io sono guarito grazie alla musica. Quando scrivo, la musica mi salva. Non nel senso che finisco di cantare e son felice, ma vomitando tutto fuori resto vuoto dentro. Ed è meglio a volte essere vuoti che avere dentro lo schifo di quando stai male. Per me la solitudine è un’opportunità meravigliosa di crescere, così come lo scambio umano. Da qui Condivivere. Se con la mia musica riesco a guarire un’altra anima ho vinto».

Matteo Faustini: crescita artistica e umana

Sono trascorsi due anni dal 2020, anno di uscita di Figli delle Favole. Un esordio da cui Condivivere si distacca quantomeno per una rinnovata consapevolezza.

«Volevo mostrare un distacco rispetto al primo disco, perché sono cambiato io. – ci racconta Matteo – Ho più consapevolezza e ho abbracciato i miei scuri. Voglio loro bene perché fanno parte di me e danno spessore anche al chiaro. La cover con le crepe simboleggia tutto questo, le ho in faccia per aggiustarle. Per farlo però bisogna prima accettare quello che è successo per perdonarlo. Per amare la nuova forma. Quando dico che questo disco è nostro lo penso, perché senza gli altri non esisterebbe».

LEGGI ANCHE: A vent’anni dalla scomparsa, una maratona streaming ricorda Giorgio Gaber

Il cambiamento – spiega Faustini – è stato in primis «personale». Condivivere, in questo senso, è un album «che si è fatto più domande». «Il primo disco l’ho scritto per me, qui ho delle responsabilità. – spiega il cantautore – Ho uno spazio che hanno in pochi, subentra un’altra ottica. La musica da passione è diventata necessità».

«Sono totalmente io in ogni cosa e mi sento di dire siamo totalmente noi. – conclude Matteo – Nel primo disco ero arrogante, pensavo di soffrire solo io. Voglio bene a Condivivere perché è come se leggessi il mio diario, tutto quello che dico lo penso».