L’artista Ivana Bašić esplora fragilità umane e dissoluzione attraverso sculture di vetro, cera e bronzo tra nascita e rinascita.

La galleria milanese Francesca Minini si fa grembo di metamorfosi con Fantasy Vanishes in Flesh, la personale di Ivana Bašić visitabile fino al prossimo mese di dicembre. L’artista bosniaca, segnata dal collasso della Jugoslavia, adotta una prospettiva postumanista per sondare i confini materiali e metafisici dell’umanità.

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In quest’esposizione, l’indagine reca i segni della guerra, delle violenze e delle brutalità attraversate durante l’infanzia. Realtà che l’artista trasforma esplorando i modi in cui la pressione e la distruzione trasformano non solo il corpo, ma anche la soggettività, individuale che collettiva.

Così, attraverso sculture, disegni e installazioni, Bašić crea un universo in cui materiali e forze intangibili – respiro, peso, torsione – interrogano ossessioni ontologiche. Fragilità corporea, disintegrazione del sé, reinvenzione di vita e morte, ricerca di immortalità. Un percorso che dissolve i confini tra organico e inorganico, invitando a un’esperienza immersiva di trasformazione.

La pratica di Bašić si basa su un linguaggio simbolico dove ogni materiale evoca concetti profondi e coerenti. Il vetro, per esempio, simboleggia il respiro che lo plasma, la cera è la carne effimera – derivata dal petrolio, ritorno alla terra –. E ancora, il bronzo diventa un’armatura protettiva, mentre l’acciaio inox la violenza inevitabile e la pietra la consolidazione che si atomizza in polvere.

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, 2025, exhibition view Francesca Minini, Milano
Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, 2025, exhibition view Francesca Minini, Milano

Uniti a pressioni e tensioni, questi elementi formano corpi ibridi che oscillano tra primordiale e celeste, evocando fluidi amniotici e insetti oracolari. La mostra, che parte da disegni ellittici come grembi si evolve in figure chimeriche, come una mantide religiosa, guida egizia verso l’eternità.

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Dissoluzione  e rinascita

Le sculture catturano stati di transizione, corpi che emergono o si dissolvono. Al centro, una figura mantidea a rappresentare l’oracolo dell’eterno e nell’ultima sala, un essere asessuato è sospeso, partorendo sé stesso da una fessura dorsale. Questa dualità visiva – creazione e dissoluzione – non è mera perdita, ma potenziale: un passaggio dall’umano al non-umano, dal tellurico al celeste, dal finito all’illimitato.

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, 2025, exhibition view Francesca Minini, Milano
Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, 2025, exhibition view Francesca Minini, Milano

Il lavoro di Bašić contempla, infatti, la disintegrazione del corpo e del regno materiale. In Fantasy vanishes in flesh, questo processo è percepito come momento di potenziale radicale. E sfida la staticità, proponendo un’ecologia del sé dove pressione genera metamorfosi.

Foto di Andrea Rossetti da Ufficio Stampa

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