Rovigo annuncia una mostra dedicata a Gian Antonio Cibotto e Carlo Rambaldi per celebrare vita e opere dei due artisti le cui strade si incrociarono sul set.
Sarà allestita dal 5 dicembre 2025 al 28 gennaio 2026 a Palazzo Roncale a Rovigo la mostra Gian Antonio Cibotto (1925 – 2017). Il gusto del racconto. L’esposizione vuole essere un omaggio al centenario dello scrittore polesano e del suo contemporaneo Carlo Rambaldi, genio degli effetti speciali premiato con tre Oscar per E.T., Alien e King Kong. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dal Comune di Rovigo e dall’Accademia dei Concordi, e curata da Francesco Jori con un’idea di Sergio Campagnolo, la mostra celebra il legame tra i due artisti attraverso il film Scano Boa, tratto dal romanzo di Cibotto e ambientato nel suggestivo Delta del Po.
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“Scano Boa, un tempo, era più di un semplice lembo di terra tra il Po e il mare. Era uno ‘scanno’, un luogo immerso nella povertà del Polesine del dopoguerra e rappresentava un’autentica isola di speranza, un luogo dove i sogni potevano ancora realizzarsi”, racconta Silvia Nonnato, collezionista e curatrice della sezione cinematografica della mostra. Il romanzo di Cibotto, nato da interviste con pescatori di storioni tra Pila e Scardovari, ha ispirato l’omonimo film del 1960 diretto da Renato Dall’Ara, regista di Sant’Apollinare.

E proprio qui, le strade di Cibotto e Rambaldi si sono incrociate, dando vita a un progetto che ha segnato gli esordi di entrambi.
Rambaldi e gli storioni meccanici
Nel 1956, il giovane Carlo Rambaldi, allora trentenne e originario di Vigarano Mainarda, lavorava al documentario Pescatori di storioni di Antonio Sturla. Non trovando storioni veri, fuori stagione, Rambaldi sfruttò la sua passione per l’elettromeccanica, creando tre modelli di storioni sorprendentemente realistici. Questi esemplari, utilizzati anche nel film Scano Boa, segnarono il suo debutto negli effetti speciali, un “battesimo” che lo avrebbe portato a Hollywood.
“Furono proprio questi storioni meccanici a dare la prima significativa visibilità al talento innovativo di Rambaldi. E a condurlo lungo il corso del fiume più lungo d’Italia fino a Scano Boa, l’isola dei sogni che divenne il suo ‘battesimo’ nel mondo del cinema”, sottolinea Nonnato.
Cibotto e la narrazione del Polesine
Parallelamente, Scano Boa fu il primo romanzo di Cibotto, un successo immediato che catturò la resilienza e i sogni dei pescatori del Delta. Le sue storie, raccolte nelle osterie polesane, trasformarono il Polesine in un luogo letterario universale, dove la pesca dello storione simboleggiava speranza in un’epoca di difficoltà.

La mostra a Palazzo Roncale, arricchita dall’Archivio “L’Immagine in movimento” di Adria, esplorerà il contributo di Cibotto al cinema e alla letteratura, evidenziando il connubio con Rambaldi e il regista Dall’Ara.
Scano Boa diventa, così, il simbolo di un territorio che ha ispirato due giganti della cultura, unendo letteratura, cinema e innovazione.
Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: Locandina del film Scano Boa Lo Storione meccanico di Carlo Rambaldi © Archivio immagine in movimento – Adria