Il 27 marzo all’Auditorium della Nuvola va in scena ‘Dancing Glass’ dedicata a Philip Glass: la nostra intervista a Michele Pogliani.

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Andrà in scena il 27 e in replica il 28 marzo alle ore 21 presso l’Auditorium della Nuvola lo spettacolo evento Dancing Glass. L’iniziativa avviene nell’ambito di Eur Culture (rassegna culturale di Eur SpA) ed è dedicata a Philip Glass, il compositore americano all’origine della minimal music. A cavallo tra i due secoli, Glass è stato protagonista della scena musicale, in quanto mentore del rinnovamento e dell’ibridazione delle arti performative a livello internazionale. In Dancing Glass risuoneranno 12 Etudes in dialogo con altrettante creazioni originali commissionate ad autori, coreografi, musicisti e video-artisti internazionali. L’evento sarà presentato in prima assoluta con la curatela artistica di Lucinda Childs per la danza e Oscar Pizzo per la musica.

Lo spettacolo sarà composto da nuove creazioni proprio dell’americana Lucinda Childs, Leone d’oro per la danza alla Biennale di Venezia, della brasiliana Cassi Abranches, coreografa residente nel celebre complesso Grupo Corpo, del giapponese Shintaro Hirahara, autore delle coreografie per le cerimonie di apertura e chiusura delle ultime Olimpiadi di Tokyo, di Michele Pogliani, già danzatore nel tour mondiale di Einstein on the beach e ora a capo della giovane formazione romana MP3 dance project, che sarà interprete di tutte le coreografie, con l’eccezionale partecipazione del performer sudafricano Llewellyn Mnguni, che sarà in scena con una propria creazione.

Dancing Glass: Michele Pogliani e il tabù di Philip Glass

«Per me Philip Glass è un po’ un tabù. – ci dice Michele Pogliani – È un compositore che ho nella testa sin da piccolo, ma è sempre stato un piccolo tabù sia per rispetto che per difficoltà musicale. Questo per me è stato un trip meraviglioso. Lo ascolterei come mantra per addormentarmi o lo userei per stimolare i ragazzi». «Ascolteresti Glass all’infinito. – continua poi – Chiudi gli occhi, cominciano a venirti in mente immagini e sensazioni, profumi e colori. Si crea un immaginario e, quando vai in sala, è quasi spontaneo far uscire la fisicità su ciò che hai immaginato. Io di solito lavoro al contrario quindi per me è stata una sfida».

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A proposito del lavoro con MP3 dance project, Michele Pogliani sottolinea quanto lo affascini «vedere il loro punto di vista»: «Noi non avevamo neanche un computer, mentre oggi per i giovani è tutto immediato. – aggiunge – Mi affascina capire a che velocità riescono a captare le cose. Su altri aspetti della vita sono immaturi e lì mi piace intervenire non con dogmi ma con un punto di vista generazionale diverso. Nella loro esistenza è tutto rapido, anche uno scoglio di 10 anni diventa immenso. Per noi non era così. Far ascoltare loro queste cose e far capire i sapori da cui sono venuto è importante: la matrice è il passato, ma da loro imparo sempre tanto». Infine, Pogliani si rivolge al pubblico: «Dovete sedervi senza aspettative e godervi uno spettacolo sensoriale. La musica di Glass è il filo conduttore, tutto il resto è visivo con video o corpi in movimento. Enjoy the experience!».

La video-arte

Per la componente video-arte prenderanno parte ai due eventi la celebre video artista iraniana-americana, Shirin Neshat, Leone d’oro alla Biennale Arte di Venezia nel 1999, il giapponese Hiroshi Sugimoto, Praemium Imperiale nel 2009, l’artista multimediale Fabio Cherstich e il collettivo italiano Anagoor, che si è imposto sulla scena internazionale proprio per la contaminazione tra teatro, video-arte e performance.

Foto: Danny Clinch/Ufficio Stampa