Nella Fucina Museo di Bienno incontriamo Claudio Ercoli, fabbro che porta avanti l’arte della ferrarezza tra attrezzi e coltelli.
Nel cuore di Bienno, sorge un luogo che è nello stesso tempo passato e presente: parliamo della Fucina Museo, fondata nel 1988, che – insieme al Mulino Museo – rappresenta il primo e principale nucleo del Museo Etnografico del Ferro, delle Arti e Tradizioni Popolari di Bienno. Risalente al XVII secolo, la fucina è oggi – oltre che museo – anche la bottega di Claudio Ercoli. «Il cognome Ercoli è uno dei primi cognomi di Bienno. – ci dice il fabbro – Mi son trovato con le unghie già piantate sulla schiena da mio padre, perché andavo in fucina con lui e lo guardavo. Avevo già capito dove sarei finito… anche se me ne sono fregato e ho iniziato a lavorare il ferro verso i 30 anni».
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Un destino già scritto quello di Claudio, che non riesce a nascondere la propria passione. «Ti ritrovi ragazzo, circondato da fucine simili, e sembra che mi abbiano spinto a farlo. – commenta in proposito -Ma penso anche alla perdita generica di persone che portano avanti questa tradizione. Io ho cambiato il modo di lavorare: a Bienno si portavano attrezzi da lavoro e quel mercato è andato perso. Bisogna un po’ plasmarsi e avvicinarsi alle nuove generazioni e alle nuove richieste».
Claudio Ercoli: ferro e coltelli
Claudio, tutto questo, lo attua realizzando coltelli. «Mi piacciono – ci dice – perché puoi variare forme e dimensioni, così come il modo di costruirli. È come creare un puzzle. Già solo la forgiatura della lama puoi farla in molti modi e la passione per il damasco mi ha permesso di dare una caratteristica alle lame. A volte non firmo i coltelli perché li guardi e capisci che sono miei: la mia firma è il damasco con il rame».
Il ferro Claudio lo lavora in parte con il maglio e in parte con strumenti nuovi, modernizzando la tecnica senza perdere la sua matrice. La Fucina Museo di Bienno, del resto, va ancora avanti con la tecnica studiata e ideata da Leonardo Da Vinci: un patrimonio culturale immenso. Con le residenze di Bienno Borgo degli Artisti 2.0, il ponte tra origine e futuro per Claudio Ercoli è ancora più marcato.
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«Ci sono vari artisti che lavorano la mia stessa materia e creano opere assurde. – ci dice il fabbro – Ad esempio, ammiro molto Augusto Gallo perché le nostre arti sono in fondo collegate. Quando vedo le sue opere finite, provo molta stima. Ognuno ha le proprie idee ed è bello che sia così: Bienno è come un uovo per le generazioni giovani, che possono respirare un’aria che c’è da secoli».