Dopo un’estate live, i Marlene Kuntz pubblicano ‘Karma Clima’, album che rappresenta il nuovo tassello di un impegno a difesa della natura e della sostenibilità.

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‘Karma Clima’ è il nuovo album dei Marlene Kuntz, che fa parte di un percorso avviato dalla band a ottobre 2021. Tre residenze artistiche, un tour nei festival, eventi live speciali e, dopo il disco, anche club e teatri. Il cuore del viaggio in pieno svolgimento è l’incontro tra natura, arte e sostenibilità per lanciare un messaggio agli adulti di oggi.

“Il concept ha influenzato le canzoni”, esordisce Cristiano Godano. “Soprattutto per quanto riguarda i testi per i quali avevo bisogno che fossimo tutti felicemente consapevoli che stessimo facendo quel tipo di discorso sul clima. Abbiamo cercato di trovare una narrazione che aiutasse la gente a capire che il problema c’è, è reale ed è anche molto urgente. Quello che i Marlene Kuntz stanno facendo è proprio questo, anche a supporto della scienza nella maniera meno presuntuosa possibile”.

Marlene Kuntz Karma Klima
Cover album da Ufficio Stampa

“La scienza, credo, che sia felice di aver il sostegno di narratori che siano in grado di strutturare un linguaggio adeguato”, prosegue l’artista. “Oggi è necessario dire alla gente che bisogna svegliarsi perché il tempo è veramente poco. Quello del clima è un problema che riguarda tutti noi, soprattutto chi è adulto e soprattutto chi vive in città. I giovani, invece, mi paiono essere molto attrezzati per gestire, almeno teoricamente, la questione. Penso ai ragazzi di Fridays For Future che abbiamo anche incontrato. Una parte dei ragazzi ci pare è molto determinata: non si fidano più molto di noi adulti e della nostra ignavia”.

“Secondo il nostro punto di vista – riflette Godano – come Marlene Kuntz vogliamo creare riflessioni. ‘Karma Clima’ è un disco di poetica sostanza o sostanziale poesia che prova a suggerire una riflessione. È un disco poetico ed empatico che cerca la condivisione e l’affratellamento, e non guarda al proprio ombelico. Ogni persona che saremo riusciti a convertire dall’indifferenza all’interesse sarà il nostro personale goal”.

“I Marlene Kuntz volevano rompere gli schemi di trent’anni di scrittura musicale”, aggiunge Davide Arneodo. “Tanto è vero che si è partiti non dalle chitarre ma dal pianoforte e dalle tastiere, un cambio musicale notevole. Abbiamo voluto scrivere in tre residenze cruciali, portando strumenti reali in questi ambienti quindi tutto ciò che sentite – di elettronico e di strumentale – è reale. Non c’è niente di finto in questo lavoro, e abbiamo coinvolto realtà musicali locali che ci hanno portato strumenti reali, fisici e non digitali. Mentre sviluppavamo la parte musicale, Cristiano in quota scriveva i testi e poi abbiamo lavorato insieme alla produzione”.

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E ancora, prosegue Riccardo Tesio: “Il nostro desiderio era comunicare questo progetto ai nostri coetanei. Siamo conosciuti per una certa rabbia musicale ma questo disco non ha bisogno di rabbia quanto di concretezza e di poesia. Le frasi urlate potrebbero essere rifiutate, volevamo meno rabbia e più coralità”. Proprio in merito a questo aspetto, interviene Luca ‘Lagash’ Saporiti: “Lo co-progettazione e co-partecipazione del progetto sono state decisive, anche nell’incontro con le istituzioni e i territori. E questo laboratorio ha fatto scaturire una serie di conseguenze che sono l’aspetto più decisivo di tutto il processo, che porta con sé relazioni a qualunque livello. La collaborazione permette di capire che si possono affrontare certe tematiche confrontandoci e superando il pessimismo, ma andando a indagare cosa c’è alle radici”.

La collaborazione con Elisa e il tour

Fra le nove tracce, prodotte con Taketo Gohara, spicca il duetto con Elisa. “L’ho chiamata perché avevamo questa canzone, Laica preghiera, che desideravo diventasse un duetto – ricorda il cantautore – E in maniera convergente abbiamo pensato a Elisa intanto perché è una reale ammiratrice dei Marlene Kuntz da tempo immemore. La ricordo sotto i nostri palchi in Friuli vent’anni fa… lei apprezza davvero la musica di qualità ed è aperta all’ascolto di cose belle non necessariamente mainstream”.

 
 
 
 
 
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“Quando l’ho contattata, Elisa si è rivelata immediatamente molto contenta sottolineando il terreno comune fra di noi. Dopo aver ragionato sul duetto, ci siamo ritrovati a essere suoi ospiti all’Heores Festival con un talk, poi con un magnifico momento sul palco di pura improvvisazione. E di nuovo a Torino, un’esibizione assolutamente non pianificata con un’artista che è un talento reale. Anzi ci auguriamo di poter ripetere ancora quest’esperienza che non è mai uguale a se stessa”.

Intanto, il calendario di appuntamenti dei Marlene Kuntz prevede una serie di live nei club nel corso dell’autunno. “Per questo tour ci siamo decisi a non smascherare ancora tutto il potenziale di ‘Karma Clima’ il cui vero tour sarà da fine febbraio in avanti. Il nostro scopo, infatti, è arrivare nei teatri, dove secondo noi il disco funzionerà meglio per intimità e sacralità dell’ambiente. Per le date nei club ci saranno ancora forti elementi rock, con alcune canzoni nuove.

“Questo disco ha bisogno di essere assimilato perché è un disco che segna una demarcazione ben precisa e indica che c’è qualcosa nell’aria”, afferma la band.

“Quindi, direi  che il tour nei club sarà rock alla Marlene con qualche ingrediente nuovo del disco – conclude Godano – mentre nei teatri ci sarà una presenza più cospicua del nuovo sound dei Marlene. Ma attenzione, preciso che non significa rinnegare quello che abbiamo fatto sinora ma essere consapevoli di voler perlustrare anche altri territori. Quelli che ‘Karma Clima’ ha solo iniziato a mostrare”.

Smentito, infine, ogni rumor su un’eventuale presenza a Sanremo? “È stato un anno di lavori creativamente molto stimolanti e di concerti particolari, siamo andati a confonderci nella natura per una commistione empatica e fruttuosa. Questo percorso ci ha portato a una consapevolezze importante che il nostro pubblico ci chiede di portare aventi. Stiamo anche ricevendo molti contatti green e, in questo senso, la nostra concentrazione ora è su questo percorso. Diciamo che la nostra testa non è a Sanremo”.

Foto da Ufficio Stampa