In giuria nella seconda edizione dell’Accademia della Stella Negroni, Cristiana Capotondi ci spiega l’importanza del confronto generazionale.

loading

La seconda edizione dell’Accademia della Stella di Negroni dedicata al videomaking ha visto in giuria Cristiana Capotondi, insieme a Francesco Castelnuovo e Claudio Di Biagio. Nato per scoprire e sostenere i talenti del nostro Paese, il progetto dell’Accademia ha coinvolto più di 50 studenti tra il Centro Sperimentale di Cinematografia, IULM – Libera Università di Lingue e Comunicazione, Naba – Nuova Accademia di Belle Arti di Roma. L’obiettivo era realizzare la versione 4.0 del Carosello, programma storico di Rai, adattando il racconto ai nuovi mezzi digital e social.

A vincere per il Centro Sperimentale di Cinematografia è il progetto Una stella per amica di Chiara Pieraccioli. Per NaBa ad aggiudicarsi il podio è il progetto collettivo di Daniele Cutilli, Giulia Minella, Leonardo Pisano e Annapaola Rango, dal titolo Negroni: Buono così com’è. È infine la coppia di studentesse dello IULM, Lucrezia Gemmo e Denise Colletta, con La nuova stella del cinema ad aggiudicarsi il terzo riconoscimento. Abbiamo parlato con Cristiana Capotondi di quanto sia importante promuovere la creatività delle nuove leve.

LEGGI ANCHE: ‘Dungeons & Dragons’, l’esperienza immersiva al Lucca Comics & Games 2022

Accademia della Stella di Negroni, intervista a Cristiana Capotondi

Quanto è importante, secondo te, dare spazio e visibilità ai giovani nel cinema al giorno d’oggi?
Mai come oggi, lo scambio generazionale può portare rinnovamento nel nostro cinema, contribuendo a completare la formazione dei giovani grazie al rapporto coi grandi maestri. Questi, a loro volta, possono essere positivamente influenzati dalla curiosità e dalla sperimentazione, nei soggetti e nel linguaggio, dei giovani.

Quale elemento o aspetto, in particolare, ti ha colpito nei progetti che hai visionato?
Il fatto che non abbiano posto limiti alla loro creatività. E, in una seconda fase, l’abbiano adeguata al budget pur non stravolgendo l’idea originale.

A proposito dei video, oggi i formati – con i social – sono variegati: si può raccontare una storia anche in una manciata di secondi. In che modo, secondo te, questo sta cambiando e innovando il cinema?
Bisogna concentrarsi sempre più sul contenuto, saper scrivere una storia in maniera sintetica è un dono che pochi hanno.

Tra i tuoi ultimi progetti, spicca Second Chance. Mi puoi raccontare l’esperienza da narratrice di storie così complicate e delicate E quanto è importante raccontarle?
È una storia che nasce dall’esigenza di raccontare quanto, anche in contesti di dolore, si possa accendere una luce. Se lo si vuole. Offrire a persone in difficoltà una seconda opportunità è quanto di più umano esista. Raccontare queste storie mi ha riempita di gioia. E mi ha fatto toccare con mano quanto sia difficile la vita, ma anche quanto sia meravigliosa.

Foto: Amilcare Incalza