Greta Scarano e Ambrosia Caldarelli ci raccontano la serie ‘Circeo’ e come quel processo cambiò la storia delle donne in Italia.

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Tra le novità portate da Paramount+ in Italia, uno dei progetti più attesi è sicuramente Circeo. La serie – prodotta da Cattleya in collaborazione con VIS, Paramount+ e RAI Fiction – ripercorre tutte le fasi del processo seguito al terribile caso di cronaca del 1975 che ha cambiato radicalmente la società italiana. La storia del massacro del Circeo è tristemente nota a tutti, ma in pochi conoscono le conseguenze legislative che ha (fortunatamente) portato nel nostro paese. Tratta da un’idea di Flaminia Gressi e da un soggetto di Flaminia Gressi e di Lisa Nur Sultan, la serie è scritta dalle due autrici insieme a Viola Rispoli e diretta da Andrea Molaioli. Oltre alle protagoniste Greta Scarano e Ambrosia Caldarelli, nel cast anche Pia Lanciotti, Adalgisa Manfrida ed Enrico Iannello, tra gli altri.

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Greta Scarano e Ambrosia Caldarelli: «Abbiamo studiato le femministe dell’epoca»

«Sicuramente ho avuto l’opportunità di accedere a una vasta documentazione. – ci dice Ambrosia Caldarelli nell’intervista – E anche io, già dai provini, mi sono documentata sulla vita di Donatella. Per quanto riguarda la costruzione del personaggio, mi sono approcciata con sensibilità e delicatezza. Perché è una storia molto forte e si sente molto il senso di responsabilità».

È infatti Ambrosia a interpretare Donatella Colasanti, mentre Greta Scarano interpreta un personaggio non esistito ma comunque reale. Come sottolinea ai nostri microfoni.

«Ero molto incuriosita perché il mio è un personaggio che di fatto non esiste, anche se il contesto è reale. – ci dice Greta Scarano – Rappresenta comunque qualcuno che è esistito. È un distillato del gruppo di avvocati e avvocate che hanno seguito Donatella nel processo. Mi son chiesta come fare perché non avevo un riferimento specifico. Ma poi mi son resa conto che ce l’avevo, perché la scrittura era talmente completa che ho pensato potesse essere una sicurezza non avere un riferimento fisico. Mi sono comunque documentata, perché gli anni ’70 sono incredibili. Abbiamo dovuto studiare per cercare di capire chi erano le femministe dell’epoca e per coglierne lo spirito. Il mio personaggio è una donna indipendente e colta, sa difendersi e vuole difendere Donatella perché capisce che questa ragazza può essere il motore del movimento femminista. E può cambiare le cose».

Circeo, il processo che ha cambiato la storia dell’Italia

«La serie si concentra molto sul processo» ci spiega Ambrosia. Un processo che, di fatto, ha modificato il concetto legislativo di reato di stupro. «Mi ha arricchito molto. – continua l’attrice – Mi sembrava di stare in un vero processo e questo mi ha fatto entrare nella storia. Sappiamo del resto che il reato dello stupro è cambiato dopo quel processo».

«Questa serie – aggiunge Greta – mi ha dato l’opportunità di capire da dove veniamo. Cattleya ci ha fornito i video dei processi e sono incredibili. Le vittime di stupro venivano accusate in aula, con una ferocia veramente scioccante. Non sapevo che da vittime diventavano carnefici, e stiamo parlando del 1975. È importante conoscere quel cambio di mentalità che è iniziato in quel periodo e ci ha portato fino ad oggi. Ed è importante conoscere quella fetta di storia. Molti non la conoscono e, dato che oggi c’è ancora violenza di genere e cultura maschilista, dobbiamo capire da dove vengono le libertà che oggi abbiamo e che sono sotto attacco. È fondamentale per tutti».

Ma quali sfide hanno dovuto affrontare le due protagoniste per calarsi in personaggi così delicati?

«Ho trovato paradossalmente più difficoltà nel portare vitalità al personaggio, piuttosto che drammaticità. – ci risponde Ambrosia – Mi veniva facile piangere. Mentre dare a Donatella quel tratto importante di leggerezza era una sfida. Soprattutto pensando a quello che era successo non era facile».

«Per me è stato complicato rendere credibile il conflitto interno di Teresa. – ci dice Greta – È divisa tra il difendere Donatella e il movimento. Non sono cose che vanno di pari passo, perché Donatella non voleva essere solo una vittima. Per il movimento però era necessario. Il mio personaggio è sempre su questo crinale. Da una parte sa che il processo deve passare attraverso questo e che lei deve rispettare certi canoni, dall’altra capisce Donatella».