Il compositore Francesco Leineri ci racconta ‘Opera Taxi’, musica lirica a bordo di un taxi nel V Municipio di Roma.

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La Città Ideale torna a confrontarsi con la tradizione lirica con Opera Taxi dal 16 al 19 luglio. Un taxi per sei persone, un toy piano, il compositore Francesco Leineri e la cantante lirica Clara La Licata: tra le strade del Municipio Roma V, una macchina del tempo operistica trasporterà i cittadini in un viaggio dal ‘600 fino ai giorni nostri.

«OperaTaxi è una delle pratiche musicali performative in territorio urbano che ho pensato in collaborazione col Festival della Città Ideale. – ci dice Leineri – L’idea è quella di creare nel contemporaneo un’idea di musica mobile. Una musica che non abbia né inizio né fine, e che possa essere fruita dall’audience in qualsiasi momento. Soprattutto, che possa entrare in contatto diretto con la quotidianità delle persone».

L’operazione restituisce «una serie di linguaggi e codici che attualmente non sono più poi così presenti nel quotidiano delle persone», ci spiega il compositore.

«La volontà è quella di restituire un elemento di tradizione collettiva ad un’utenza il più possibile ampia. L’opera lirica è questo, è stato questo nella storia e lo è ancora oggi».

Ad accompagnare Francesco Leineri in questo viaggio è Clara La Licata.

«Clara la Licata è una cantante che conosco da molti anni. È la prima volta però che lavoro con lei, nonostante siamo ottimi amici e ci conosciamo da tantissimo tempo. È una cantante di origini siciliane che sta di base a Bologna. Si è diplomata al Conservatorio di Bologna e ha una forte affinità con il repertorio contemporaneo in generale. – precisa Leineri – Ho pensato subito a lei perché pensavo potesse essere la persona adatta. È una persona di estrema versatilità, una persona che sa mettersi in gioco in qualsiasi tipo di fruibilità alternativa del fatto musicale».

Francesco Leineri

Opera Taxi, una fruibilità alternativa della musica

Di fatto, Opera Taxi rivoluziona «la forma più che il contenuto». Francesco Leineri è forte della sua formazione tradizionale, ma si è poi avvicinato al mondo delle performing arts e all’arte contemporanea.

«Penso che il ruolo di un compositore oggi sia a 360 gradi. – dice – E che ci si debba interrogare non soltanto sul linguaggio musicale, ma anche e soprattutto sulla forma».

«Ce ne saranno delle belle. – conclude poi su Opera Taxi – È un modo di fruire diversamente la musica, ma è anche un modo diverso di farla soprattutto. Ma non l’ho inventato io. Già Eric Satie e John Cage lavorano con la musica in questa modalità».