Lil Jolie ci racconta ‘Bambina’, l’EP di debutto che sarà presentato il 27 maggio al MI AMI Festival a Milano.

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Sarà un giorno memorabile il 27 maggio per Lil Jolie. Venerdì uscirà infatti il suo primo EP, Bambina, e – per l’occasione – l’artista campana debutterà sul palco del MI AMI Festival, al Circolo Magnolia di Milano. Un doppio traguardo da celebrare, anche se Lil Jolie non ci nasconde di essere un po’ «in ansia».

«Ho sempre fatto uscire singoli – ci dice Lil Jolie – e l’ansietta mi veniva a mezzanotte. Invece ora ho l’ansia tutta la settimana, è come se fosse un travaglio. Mi sento come se stessi facendo il primo figlio, sbalzi d’umore compresi».

Uno stato d’animo comprensibile, se consideriamo che Bambina è «un viaggio di tutta la mia vita, dall’infanzia a ora».

«È il motivo per cui ha questo titolo. Vorrei che uscisse la mia essenza e che anche gli altri capiscano la persona che sono davvero. Mi sono messa a nudo, è stata come un’analisi».

Lil Jolie

Sei tracce che raccontano una storia. «La tracklist è stata fatta per momenti» racconta infatti Lil Jolie.

«C’è una prima parte e poi un intermezzo che è comunque una canzone. Da lì c’è poi un sound diverso. Volevo creare un climax. Però a livello di sound ho collaborato molto anche alla composizione della musica, cosa che non avevo mai fatto prima. Questo mi ha aiutato a capire la mia direzione».

L’ultima canzone ad essere stata scritta, in ordine cronologico, è Tarassaco e lacrime artificiali con Edonico («Il mio pezzo preferito del disco, e si sente che è l’ultimo che ho scritto», dice Lil Jolie).

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«L’ho inserito in corsa. Pensavo che l’album non potesse uscire senza. È stato un flusso di coscienza, un brano inaspettato. Sono le cose più belle. Mi sono messa a letto a suonare questo giro di accordi, la mia testa si riempiva di parole. Non sapevo più dove scriverle. Io scrivo tanto. Se qualcuno rubasse il mio iPhone, andrei subito in un centro di riabilitazione mentale».

La scrittura come catarsi è in fondo il fil rouge di questo EP e la vera essenza di Lil Jolie appare anche nella scelta delle collaborazioni, «tutti amici – dice – non ho voluto fare featuring programmati. Sono persone con cui esco a bere una birra».

Lil Jolie e la «liberazione» di Bambina

La title track – che arriva quasi subito nella tracklist – è il pezzo «che mi ha fatto la capire la direzione in cui volevo andare a livello di sound e scrittura».

«Mi ha cambiata scrivere Bambina. – ci dice Lil Jolie – È nata due anni fa, ero a Milano in Warner. Erano i primi viaggi che facevo da sola. Avevo già immaginato in quei versi cosa sarebbe successo due anni dopo. Ed è assurdo che il disco esca ora che io mi sono trasferita. In quel pezzo parlo delle mie paure, di come gestire l’ansia senza mia madre, la persona che più mi aiuta a calmare questa parte di me. Ho fatto i conti con la mia parte più debole. Ora ho capito ciò che voglio fare, l’approccio alla mia scrittura è proprio diverso».

L’augurio che ora Lil Jolie fa a quella bambina è di restare «così». Di non cambiare. E, sull’EP, l’artista preferisce non costruirsi «troppe aspettative». «L’importante – conclude – è che si capisca la mia essenza».