Roberto Lobbe Procaccini ci racconta la colonna sonora di ‘(Im)perfetti criminali’, tra riferimenti agli action movie e collaborazioni.

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È disponibile dal 9 maggio, in contemporanea all’uscita su Sky e Now TV del film per la regia di Alessio Maria Federici, la colonna sonora originale di (Im)perfetti criminali, firmata da Roberto Lobbe Procaccini e pubblicata da FM Records. «Una sfida e un privilegio», come la definisce Roberto, che torna a lavorare con Federici dopo Maradonapoli del 2017.

«Mentre lavoravamo alla colonna sonora di (Im)perfetti criminali, ci chiedevamo di che genere fosse il film. – ci racconta Roberto Lobbe Procaccini – Volevamo farlo scorrere nel miglior modo possibile, però alla fine dentro il film convergono diversi aspetti, dalla commedia all’action movie. Bisognava trovare un linguaggio che, da una parte, accompagnasse queste componenti. Dall’altra che ci passasse un po’ in mezzo. Abbiamo fatto un po’ di prove all’inizio e mi piace a sottolineare il lavoro di gruppo. È stato un lavoro di prova e ricerca di un linguaggio da cui viene la storia, cioè la messa a punto di un colpo con sorprese. Per quanto il colpo sia un po’ sgangherato. La musica non doveva essere figa, ma seria. Mi sono divertito perché, in un’epoca di minimalismo, ho avuto la possibilità di scrivere tanta musica».

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E così, Roberto ha scelto di virare su sonorità orchestrali tipiche degli action-movie anni ’70.

«Abbiamo capito che il modo giusto per raccontare questa storia era con un riferimento a un sound anni ’70. Tecnicamente abbiamo capito come raggiungere quel suono, e lo si fa con l’orchestra e tanti fiati. Soprattutto confrontandosi con la scrittura, come veniva scritto e sviluppato quel suono. Ecco perché è un approccio all’orchestra non sinfonico. Spero di esserci riuscito. Personalmente sono soddisfatto perché è stata una sfida ma anche un grande privilegio. Il motto è mettercela tutta sempre».

A fargli compagnia anche due voci femminili inconfondibili come quella di Barbara Eramo in Behind Your Eyes e quella di Eva Pevarello, impegnata in una emozionante cover di Creep.

«All’inizio c’erano altri brani, ognuno con la propria valenza. – ci dice Roberto a proposito di Creep – Avevamo bisogno di un mood particolarmente invernale. Un po’ cupo. Ho fatto subito una versione molto intima di Creep e abbiamo individuato in Eva l’interprete che poteva portare a dama questa chiave. E così è stato. È nata questa collaborazione che è proseguita anche sullo schermo, perché Eva e altri musicisti – compreso me – compariamo nella scena iniziale del film. Creep è famosa, è stata rifatta in milioni di modi e riuscire a trovare uno spunto non è stato facile. Alla fine, credo che sia necessario sempre rispettare la natura intrinseca di un brano. Quel brano mi ha trasmesso determinate emozioni ed è inutile per me cercare di remare contro a tutto ciò per cercare l’effetto wow. Che non funziona mai».

Su Barbara Eramo, Roberto sottolinea la grande amicizia e stima reciproca che li lega da tempo: «Barbara è una musicista e una cantante straordinaria. – commenta – Ci conosciamo da tantissimo tempo. Serviva una canzone adeguata per il momento topico del film. Ho scritto il brano in pochissimo tempo e in modo naturale ho pensato al timbro di Barbara, quello più giusto per sottolineare un tipo di mood in una scena molto dialogata.»

Ma dove traccia il confine un artista quando parla di sé in prima persona e quando è al servizio delle immagini? «Il problema che si pone è capire quanto di te stesso è necessario all’interno di un lavoro di composizione per una colonna sonora. – risponde Procaccini – Per certi versi sei sempre te stesso, ma la modalità con cui poni il tuo approccio deve essere diverso. Nel mio disco c’erano atmosfere più dilatate che avevano bisogno di tempi più lunghi. Un linguaggio orchestrale parte da presupposti opposti, ma l’approccio è lo stesso».