J-Ax ci racconta ‘Surreale’, il re-pack di ‘Reale’ in uscita venerdì 27 agosto, tra riflessioni sulla pandemia e sul peso degli hater.

È finalmente arrivato il giorno di Surreale di J-Ax, il re-pack di ReAle (pubblicato a gennaio 2020 e certificato disco di Platino da FIMI GFK), che è in realtà più di un semplice re-pack.

«Surreale nasce come re-pack del disco ReAle. – ci dice subito J-Ax – All’inizio ero convinto di fare il solito re-pack con 4-5 brani inediti. Poi è successo che il disco ReAle ha fatto platino durante il lockdown e, in più, stavamo vivendo una situazione surreale. Più che un re-pack è un extension pack, per utilizzare un linguaggio videoludico. Tra l’altro, in questi mesi ho fatto un altro disco che ho messo solo su Soundcloud. Volevo creare una compilation di brani fatti durante il lockdown, non è un concept album però. In questo re-pack c’è quindi dentro anche J-Axonville. È un paccone, ma ci sono dentro tre dischi».

Il paccone di Surreale conta, di fatto, 11 tracce di cui 9 inediti. La versione fisica del re-pack comprende ReAle, Surreale e, per festeggiare il traguardo del milione di streaming su Soundcloud, la versione in vinile di J-Axonville – Uncool and Proud. J-Ax si è autoprodotto questo album punk rock con la collaborazione del musicista Marco The Hammer Arata e lo ha distribuito gratuitamente a tutti gli amici.

«In Reale c’era il concept album del reale che qui non c’è. – precisa Ax – Sia musicalmente che per tematiche, è valido in qualsiasi direzione quasi in maniera schizofrenica».

J-Ax, le tracce di Surreale tra amore per l’odio e riflessioni sulla pandemia

J-Ax Surreale

C’è pero tantissimo di J-Ax in queste tracce. A partire proprio dalla traccia iniziale, lo Skit («È l’unico brano senza la mia voce, quindi il capolavoro dell’album che introduce Amo l’odio» scherza Ax).

«Amo l’odio è uno statement dove dico che non ho paura, anzi credo che avere paura dei commenti negativi e delle shitstorm renda gli artisti dei venduti. – spiega il rapper – Credo che l’odio, dopo venti anni di successi altalenanti, mantenga vive la mia urgenza e le mie battaglie. Spesso l’odio mi dà l’occasione per mostrare un po’ di rabbia nei miei brani. Ringrazio gli hater».

Seguono Salsa con Jake la Furia e Sono un fan, «un elenco – dice Ax – delle cose di cui sono fan».

«Quel pezzo lì spiega il mio dualismo. Alcuni si stupiscono o fraintendono se dico le parolacce. Io sono un fan di Wes Craven e dei film della Pixar. La pop culture mi dava cose estreme, ma anche family friendly. Mi piace essere entrambe le cose e in questo pezzo lo dico. Non lo so perché, non mi vergogno a dire che alcune cose non sono cool ma mi piacciono».

E poi ancora Tifo Italia e Un Tera di Felicità con Ermal Meta, a cui segue Stronzy, una riflessione su quanto ci ha cambiato (o no) la pandemia.

«Credo che il Covid abbia fatto uscire il bene e il male. – spiega Ax – Noi ne usciremo più stronzi, convinti di essere eroi. Ripeto ciò che dicono a noi: che ne sapete voi coi Bauli in piazza?. Quando proviamo a fare del bene ci viene detto Zitto pensa a cantare».

La tracklist è chiusa da Che Classe con Francesco Sarcina, I film di Truffaut, Canzone Country con Federica Abbate e Voglio la Mamma, fanalino di coda della tracklist.

I live e l’affaire Salmo a Olbia

Sui live, J-Ax ha le idee chiarissime.

«Farò i live quando sarò sicuro di poterli fare in sicurezza. – ci risponde a domanda diretta – Ora fanno gli esperimenti. Io tornerò live quando vedrò che nessuno si ammala e quando ci saranno regole che permettono di far stare la gente in piedi, perché i miei concerti seduti non funzionano. Li farò quando questa situazione sarà risolta».

Del resto, in programma per J-Ax ci sono due diverse tipologie di tour.

«Ho due progetti, quando potrò tornare live voglio portare J-Axonville nei club. Devo fare una roba punk perché dopo essere stato chiuso in casa voglio fare i concerti in mutande facendomi tirare la birra addosso. E poi c’è il tour per ReAle».

A proposito di live, è inevitabile una domanda su quanto accaduto a Olbia con Salmo.

«Sono stato zitto perché Fedez ha detto le cose giuste. Sono d’accordo con lui. – risponde J-Ax – Sono d’accordo su quello che ha detto, non sul litigio. Rispetto Salmo tantissimo e posso capire la sua rabbia, perché il nostro settore è stato trattato con superficialità. In un certo senso la rabbia è giustificata se rispetti le regole e poi fuori tutti fanno il ca*zo che gli pare. Ma farsi guidare dalla rabbia poi ti porta a fare scelte sbagliate come questa. Quando un artista infrange le regole, sono quelle dell’arte, dei benpensanti o della morale comune. Non infrange la legge. Detto ciò, per me artista è Michelangelo. Io sono uno che canta le robe che scrive, un artigiano musicale. Gli artisti per me sono altri».

J-Ax racconta Surreale: «Il mio segreto? Mi diverto a fare musica»

J-Ax Surreale

J-Ax non ha paura di dire la propria. Merito sicuramente di una carriera ormai ventennale e dell’esperienza derivata dall’età. Tra gli errori inevitabili sul suo percorso, Ax annovera ad esempio il programma televisivo Sorci Verdi. Con qualche riserva.

«Il programma è stata una mazzata. – ricorda – Ma va detto che da lì sono usciti Le Coliche, Rovazzi, Michela Giraud. Uno degli autori era Valerio Lundini. Ho questa teoria che ho sviluppato sul mondo dell’intrattenimento. La gente cool fa più morti delle polveri sottili. Sono il motore della parte più brutale del consumo. La gente cool viene emulata dalla massa. Non si appassiona alle cose perché gli piacciono veramente, ma perché nota che i cantanti o gli stilisti hanno un piccolo seguito di nicchia. Le persone cool prendono queste cose e le fanno diventare mainstream. Solo che se arrivano alla massa non sono più cool, rompono il ca*zo.

La gente cool ha quindi bisogno di una nuova tendenza, e c’è il riciclo. Per questo motivo, credo alcune carriere si siano interrotte troppo presto. Pensate alle scene di una volta, quelle underground. Ora con internet esplodono subito e poi scoppiano, diventano fuori moda. Ciò che sopravvive è la roba trendy dei ragazzini, che diventa uncool quando i ragazzini compiono 17 anni. Per far durare qualcosa oggi è veramente un casino. Io ho la fortuna di aver iniziato prima che iniziasse tutto. Ora chi ti esaltava ieri, domani trova subito un altro che li fa sentire fighi. Sono quelli che si incaz*ano quando una band di cui erano fan la conoscono tutti. Perché è una necessità egoistica che li fa sentire cool».

Il trucco di Ax – ci dice il rapper – è «che mi diverto a fare musica».

«Non ho comprato orologi d’oro, ma mi sono fatto un bello studio. – specifica – Anche se un giorno la discografia deciderà che non farò più dischi, io avrò il mio studio. Durante il lockdown andavo in studio e facevo canzoni, questa roba mi rendeva felice. Il mio gusto musicale ha incontrato quello della massa, ma a fasi. Per il resto ho una fan base molto numerosa. Eppure ci sono momenti in cui le mie scelte musicali non sono di moda. Sono stato abbastanza in basso in alcune fasi della mia carriera».

J-Ax e il mondo dei no vax

Un ultimo commento J-Ax lo riserva a coloro che polemizzano con i vaccini.

«Prima di aver avuto il Covid, dicevo che con questa gente c’è da sedersi e parlare. – commenta – Ora dico chiaramente Se sei No Vax e sei mio amico ti voglio fuori dalla mia vita. Io ci sono quasi rimasto e ho avuto paura di lasciare mio figlio orfano. Non voglio discutere con chi non crede nella scienza. A me scrivono Ma quanto ti pagano per aver fatto finta di fare il vaccino? oppure Quanto ti hanno dato per lo spot del vaccino?. A questa gente cosa gli vuoi dire? Non c’è logica. Chi segue questa narrativa ha la scusa per non dire a se stesso di essere immaturo, egoista e cacasotto. Salva l’immagine di se stesso».