A nove anni dal precedente album, i Tazenda tornano con il nuovo progetto ‘Antìstasis’ che mescola tradizione sarda e rock. Ecco che cosa racconta la band.

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Anticipato in radio dal singolo La ricerca del tempo perduto, da venerdì 26 marzo è disponibile ‘Antìstasis’, il nuovo album dei Tazenda. Il progetto esce a ben nove anni dal precedente disco di inediti della band, un intervallo che suona epocale in tempi nei quali la musica si fa e si consuma sempre più velocemente.

“Nel greco classico il termine ‘antìstasis’ significa ‘resistenza’ e noi l’abbiamo trasferito in un’altra lingua con un sapore anche un po’ politico. – esordisce Gino Marielli – Usiamo la parola resistenza con tre puntini di sospensione perché ognuno decide a che cosa fare resistenza. Il nostro, infatti, non è un atteggiamento contro qualcosa, ma è una resistenza intelligente e filosofica.

Era dal 2021 che non uscivamo con un disco di inediti anche perché ci siamo presi il tempo riequilibrare il nostro sistema dopo l’ingresso di Nicola Nite. Certo, non siamo rimasti con le mani in mano in questi anni ma abbiamo lavorato alcuni singoli, tra i quali anche un pezzo con i Modà. Finalmente oggi licenziamo questo disco che per noi è il futuro”.

Il titolo è anche un gioco, volevamo un parola che facesse chiedere alla gente ‘perché?’. Ecco, noi vi diciamo: stabiliamo insieme il perché. Ognuno dà alla propria resistenza un significato diverso (Gino)

“Ci siamo concentrati su questo lavoro in una fase particolare – aggiunge Nicola – La caratteristica dei Tazenda è sempre stata mescolare la tradizione con il rock più assoluto. Questa vota devo ammettere che è stato difficile perché spaziamo tra i generi, dalle ballad pop alla disco music. Nonostante non fosse facile, volevamo comunque mantenere una certa tradizione che rappresentasse la Sardegna e i Tazenda. Così, abbiamo fatto un lavoro enorme per dare il sapore della musica, dei cori e dei canti sardi”.

Sulla scena dal 1988, la band ha attraversato momenti di vita diversi che inevitabilmente sono entrati anche nella loro arte. “La vita influenza tutta la nostra musica – spiega Gigi Camedda – Credo, anzi, che chi fa arte la fa sempre attraverso quello che è, nel bene e nel male, e si evolve nell’arte in base anche al proprio vissuto. La musica, poi, è di tutti e ciascuno se ne può appropriare, mentre i generi sono solo etichette.”

“Siamo una banda di gente – aggiunge  Nite – Abbiamo scelto di avere un rapporto molto stretto con la band, come fossimo compagni. Quindi siamo una banda di sette persone, oltre al trio Tazenda, e abbiamo scelto di vivere rispecchiandoci gli uni negli altri. Per questo motivo, di cambiamenti personali ce ne sono stati tanti, tutti condivisi fra noi. E sicuramente i nostri cambiamenti nella vita si sono riversarti sulla produzione di questo disco e sulla sua creatività”.

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Eppure, tra tante vicissitudini, il divertimento nel fare musica non è mai cambiato. “Il nostro elemento di resistenza è sempre la musica che ha la capacità di evolversi.  – dice Gigi – Anche per ‘Antìstasis’ abbiamo pensato come prima cosa a divertirci. Questo è il nostro intento ogni volta che prendiamo in mano un nuovo lavoro. E noi tutti ci divertiamo ancora nel fare musica”.

Abbiamo sempre molta curiosità e ci è sempre piaciuta l’elettronica, da tastierista poi è quasi doveroso. E ogni tanto ci piace sconfinare per fare qualcosa che non è nei nostri canoni (Gigi)

Ma per una band che si alimenta dei concerti dal vivo quanto pesa non poter salire su un palco? “Per salvarci siamo entrati in sala prove come fossimo dei ragazzini – confessa infine Gino – Abbiamo preparato tutto lo spettacolo che porteremo live, che sia domani o la prossima estate. Per noi è stato fondamentale perché ci ha ridato un posto nel mondo e non ci ha fatto sentire inutili. Finora ci siamo salvati e, sì, stiamo resistendo. Perché la musica è la nostra indipendenza”.

Foto di Domenico Rizzo da Ufficio Stampa Parole & Dintorni