La nostra intervista a Thomas, che il 19 dicembre parteciperà a Sanremo Giovani. Qui ci racconta il suo brano e come sta vivendo questa esperienza.

Si intitola Ne 80 il brano con cui Thomas si è presentato alle selezioni per Sanremo Giovani e, dopo l’esibizione nel programma di Marco Liorni Italia Sì, l’ex cantante di Amici ce l’ha fatta: il 19 dicembre lo rivedremo quindi in prima serata su Rai1, dove riproporrà il brano scritto dallo stesso Thomas insieme a Danti, Federico Nardelli e Giordano Colombo. Abbiamo chiesto a Thomas come sta vivendo questo traguardo.

Ciao Thomas, hai raggiunto un traguardo immagino molto importante per te. Come stai vivendo questo periodo?
Sicuramente c’è tanta soddisfazione. Sanremo è un palco a cui ho sempre ambito, è molto importante per la nostra cultura e per la nostra canzone italiana. Portare la mia musica su quel palco è sempre stato uno dei miei più grandi obiettivi. Mi sto avvicinando sempre di più, manca l’ultimo step. Sono pronto, sono carico e sono positivo, consapevole di presentare qualcosa di bello, che mi piace e che mi rappresenta. Voglio solo giocarmela al meglio, poi un po’ di fortuna ci vuole sempre, diciamo la verità.

Con Ne 80 hai voluto portare su quel palco proprio te stesso e il tuo sound…
Assolutamente, il brano l’ho scritto insieme a Danti proprio per l’esigenza di raccontare un po’ il mio modo di vivere e la mia percezione della realtà attuale. Penso sia interessante ascoltare il punto di vista di un ragazzo molto giovane riguardo al mondo dei social, e in generale alla nostra cultura e alle dinamiche della nostra società. Ho raccontato la mia verità in modo ironico e funk, che è il genere musicale che mi identifica, proprio perché non volevo essere aggressivo nel messaggio. Volevo lanciare un messaggio positivo e pieno di energia. Chi ha voglia di ballare può scatenarsi sul groove e chi vuole avere un pensiero può rifletterci un po’ sopra.

LEGGI ANCHE: Marco Mengoni: il progetto ‘Atlantico’ diventa un gioco da tavolo

Ma ti consideri un ragazzo così atipico e anti-social?
Effettivamente sì. Mi piace essere distaccato dalla realtà virtuale e mediatica e mi dedico a cose a mio parere più concrete e più vere, come le emozioni, la musica, divertirsi con gli amici. Mi piace percepire la realtà non attraverso uno schermo, ma attraverso l’esperienza e la ricerca.

Ti preoccupava il pensiero di portare il funk sul palco?
Diciamo che il primo test era il più tosto secondo me a livello personale. Mi ha messo un po’ agitazione perché il numero dei partecipanti era piuttosto elevato, mi sembra fossimo 842. Ho portato il mio progetto consapevole di presentare qualcosa comunque di diverso, di molto personale. Ed ero curioso di sapere se sarebbe stato apprezzato dalla giuria. Fortunatamente è piaciuto e poi me la sono potuta giocare on stage, dove avevo più il controllo della situazione. Ero più padrone della mia esibizione e di far uscire il brano come volevo. Sono soddisfatto che il brano sia piaciuto alla giuria e ancora di più al pubblico, che mi sta manifestando grande stima e sostegno. C’è stato un lavoro non da poco a livello di sound e di scrittura quindi è importante avere un feedback positivo.

Come ti stai preparando?
Ora sono in palestra perché non smetto mai di allenarmi, anche vocalmente. Non smetto mai né di pensare alla musica né di esercitarmi.

Dimmi qualcosa sul video. Come è nata l’idea?
Abbiamo girato in un b&b a Milano, in un locale a tema musica rock. Un posto meraviglioso, un museo della storia del rock. C’erano chitarre firmate e varie camere divise per generi. La cosa divertente del video penso sia proprio il contrasto tra il testo della canzone anti-social e il fatto di aver strutturato il video in modo molto fresco.