Il suo ultimo singolo è Esco Nuda, brano ispirato da un sogno che diventa manifesto di una verità senza veli. Intervista alla cantautrice Cecilia Quadrenni.

Nativa di Siena, Cecilia Quadrenni si immerge fin da bambina nel mondo dell’arte grazie allo studio del violino, della recitazione e del mimo. Queste le prime passioni della cantautrice, che ha appena pubblicato il singolo Esco nuda, brano elettronico che è il manifesto di una donna impegnata ad andare oltre il pregiudizio.

Cadute sovrastrutture e artifizi, quello che rimane è la verità, nuda anch’essa e soprattutto libera. A firmare la traccia, sia nel testo sia nella musica insieme a Carla Magnoni, è la stessa Cecilia Quadrenni a cui abbiamo rivolte alcune domande per conoscere meglio la sua proposta artistica.

Lo scorso 25 ottobre è uscito in radio e digitale il tuo ultimo singolo, Esco nuda, un brano che rivendica il diritto alla verità, per se stessi e di fronte agli altri. Come nasce?

Nasce in seguito ad un sogno in cui mi ritrovavo nuda di fronte a tanta gente. Un sogno frequente per tante persone che però mi ha fatto riflettere sul significato e così ho deciso di ispirarmi a quelle sensazioni ed esprimerle in una canzone.

Nel testo dici “è una sfida la mia vita”: da quando ha iniziato a esserlo o meglio da quando nei sei diventata consapevole?

Da quando ho capito che fondamentalmente ogni difficoltà è un momento di crescita, che può essere anche divertente se non ci si prende troppo sul serio. E credo che vincere la sfida equivalga semplicemente a vivere ogni istante e goderselo appieno.

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Quanto le “ferite sulla pelle” sono una traccia di quello che siamo oggi e quanto, invece, raccontano al mondo quello che siamo stati? Sono anche queste a rendere nudi?

Questa è davvero una bellissima domanda. Non avevo mai pensato a come si possano strumentalizzare le ferite del passato. Effettivamente, a volte le esibiamo come un trofeo per attirare l’attenzione o per proteggerci da altre delusioni, ma potrebbero semplicemente rappresentare quello che siamo adesso anche grazie al dolore subìto.

Le ferite possono darci il coraggio di mostrare la nostra anima senza vergognarci delle nostre fragilità.

Quali sono state, invece, le influenze musicali che hanno vestito il racconto di Esco nuda?

Diciamo che Pino Mango che è il mio autore italiano preferito, ha avuto una grande influenza sia nella mia composizione musicale, sia nel mio modo di cantare. In questo brano ho voluto riportare melodie eteree di anni passati, abbinate a un arrangiamento più moderno e attuale.

Ad accompagnare il brano è uscito anche il videoclip ufficiale in cui passato e futuro si guardano negli occhi. Ci racconti come avete voluto rendere visivamente il testo della canzone?

Nel video non c’è una storia precisa quanto un susseguirsi di immagini che evocano un sogno. Due donne di cui una l’alter ego dell’altra, vivono nella stessa stanza ma non si incontrano mai ed una si colora e si disegna fino a trasformarsi in un fumetto. Il fumetto ė nudo e rappresenta il coraggio di essere liberi da tutti i veli.

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Hai iniziato proponendo cover rilette in maniera del tutto personale: tra i pezzi più recenti, c’è qualche brano su cui ti piacerebbe cimentarti a modo tuo?

Si, mi piacerebbe molto rivisitare “When The Party is Over” di Billie Eilish.

La società contemporanea, con la complicità dei social, tende a celebrare una donna vincente, sempre esteticamente perfetta ma troppo spesso “costruita”. La musica, e in generale l’arte, possono contribuire a rieducare all’essere senza sovrastrutture?

Purtroppo la musica rispecchia la visione sociale del momento e penso che il compito culturale e volendo educativo dell’arte e della musica sia appannaggio di tempi ormai lontani. Basta però qualcuno che entri prepotentemente nel cuore della gente e che abbia qualcosa di interessante da dire, che tutto potrebbe tendere dalla sua parte e diventare moda in un attimo.

L’immagine vincente dei social non la vedo legata solo alla donna, purtroppo è una tendenza inevitabile in cui i social hanno concretizzato la voglia di essere divi senza merito e e la possibilità di livellare tutto.

Come ti auguri sia la donna dei prossimi anni anche in relazione proprio al mondo che la circonda e ai compromessi che spesso vorrebbe dalle donne?

Sono sicura che presto cambieranno le regole della società patriarcale e si tornerà a parlare di individui anziché di uomini o donne. Un modo per tornare ad essere se stessi, liberi soprattutto dagli stereotipi sessuali.